Quando la macchina sale
fino ai confini del tramonto,
spero in una casa accogliente
in un morbido cuscino, le stoviglie lavate,
un cane festoso dalla coda lunga
e in un amore saldo come una pietra
dopo il rullo impetuoso di una cascata.
La speranza è sempre stato il mio male, –
gli occhi si abbassavano ad ogni tramonto
il pedale scattava e non c’era nessuno,
nessuno chiamava il mio nome.
Andrea Gibellini (Sassuolo, 1965), da La felicità improvvisa (Jaka Book, 2001)
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