di Marco Cencioni
In centinaia hanno partecipato oggi pomeriggio, presso la Cattedrale di San Catervo, ai funerali di Paolo Scisciani, il tolentinate scomparso due giorni fa in seguito ad una tremenda malattia (leggi l’articolo). La città che tanto amava si è stretta attorno al dolore della moglie Patrizia e dei figli Lorenzo e Riccardo per la perdita di una delle sue menti pulsanti.
Scisciani, conosciutissimo per aver legato il suo nome alla mostra di antiquariato e modernariato Fierantiqua e soprattutto alla Associazione Tolentino 815 (con la quale promuoveva da venti anni la rievocazione storica della Battaglia di Tolentino) se ne è andato improvvisamente, ma il ricordo del suo operato rimarrà a lungo impresso nella memoria della comunità tolentinate.
Don Andrea Leonesi, della parrocchia del Santissimo Crocifisso detta dei Cappuccini, nell’omelia ha ricordato l’amore che Scisciani nutriva per la sua città. “Paolo non lo conoscevo direttamente, ma tutti sanno quanto avesse a cuore Tolentino e la sua storia”.
“Paolo era un grande organizzatore, aveva sempre l’intuizione giusta per anticipare i tempi e i gusti del pubblico. Ha davvero sacrificato molto del suo tempo nel nome di una passione infinita per la nostra città e la sua storia – dice Luca Romagnoli, portavoce del direttivo dell’associazione Tolentino 815 di cui Scisciani era presidente – La rievocazione della Battaglia è divenuta, grazie al suo incessante lavoro e alla sua caparbietà, uno degli eventi più seguiti a livello internazionale. Paolo ci ha insegnato che si può sognare in grande e che con impegno e passione queste visioni possono diventare realtà. Caro Paolo, ci mancherà quel sorriso pieno di soddisfazione che riservavi al termine di ogni manifestazione, quando ormai tutto si era concluso, quando già cominciavi a lavorare per qualche altra idea da realizzare: perché nella tua testa pensavi e sognavi davvero tante belle cose”.
“Paolo aveva un chiodo fisso in testa. Quello di portare lustro alla città fuori dai confini nazionali, esaltando i nostri valori – afferma il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi – Lo faceva non per se stesso, ma per la comunità. Ora guardo la sua famiglia, ieri ho potuto trascorrere del tempo con i suoi figli ed è a loro che mi rivolgo. Portate avanti gli insegnamenti e i valori che vostro padre vi ha comunicato, la sua concretezza e determinazione, la sua voglia di non adagiarsi mai su quanto ottenuto. Ho avuto la fortuna di condividere con lui il viaggio a Pizzo Calabro, per il gemellaggio nel nome di Murat. Sono stati dei momenti di grande allegria e amicizia, non si poteva non farsi coinvolgere dalla sua passione. La sua presenza spirituale c’è e ci sarà sempre. La città riconosce a Paolo il lavoro svolto e oggi si stringe tutta attorno ai familiari in questo momento così difficile”.
“Ricordo ancora le discussioni sul fatto che per noi il vero Risorgimento italiano era partito proprio a Tolentino – dice il presidente dell’Associazione Marchigiana Rievocazioni Storiche Giovanni Martinelli – Non voglio ricordare la sua figura dal punto di vista umano, le sue virtù, lo conoscevate tutti come e più di me. Mi limito solo a fare una preghiera a tutti voi: portate avanti il suo lavoro con lo stesso entusiasmo, con la stessa qualità organizzativa, ma soprattutto con la stessa passione. E’ difficile credere che ancora oggi esistono persone che operano per una mission, che è quella di dare un valore aggiunto alla comunità senza tornaconto personale. Paolo la pensava così. A nome di tutte le associazioni del settore, marchigiane ed italiane, esprimo il dolore per la perdita di una delle nostre figure più importanti”.La prima volta che ci siamo incontrati con Paolo, cercavamo di capire il mezzo per far sì che un evento storico culturale non rimanesse tale solo nei libri, ma che potesse anche essere vissuto – dice il rappresentante della “Fondazione Ferretti” di Castelfidardo – Da questa discussione è nata la nostra sinergia, il collegamento fra la battaglia di Castelfidardo e quella di Tolentino, l’idea di far conoscere questi eventi così importanti. Abbiamo girato in lungo e in largo per convincere il mondo politico che qualcosa in più si poteva fare per il nostro territorio, per salvaguardare il suo patrimonio storico. Proprio nel rispetto della storia, Paolo vedeva un beneficio per il suo territorio. La sua voglia di fare era impressionante e contagiosa. Ha saputo creare un collegamento fra la gente facendo qualcosa per gli altri, grazie al suo cuore immenso”.
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