Omaggio agli “Xenia” di Montale stampati a San Severino

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La prima copia degli “Xenia” stampata a San Severino

La prima copia degli “Xenia” stampata a San Severino

Nel cinquantesimo anniversario della morte di Drusilla Tanzi, moglie di Eugenio Montale, e a 47 anni dalla pubblicazione della raccolta poetica “Xenia”, stampata a San Severino dalla tipografia Bellabarba, domani, domenica 20 ottobre, i “Teatri di Sanseverino” propongono un pomeriggio dedicato all’opera del grande poeta ed alla sua memoria con una performance degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, un incontro con Laura Melossi, docente di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Macerata ed, evento nell’evento, l’apertura di una mostra dell’artista Paolo Gobbi con quattordici opere pittoriche ispirate proprio ai componimenti montaliani. L’appuntamento è promosso in collaborazione con l’associazione “Archivio storico tipolitografia C. Bellabarba”, l’associazione “Sognalibro”, l’Accademia Feronia ed il Gruppo Scout San Severino Marche e con il sostegno del Comune, della  Comunità Montana, dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, di Unimc e della Fondazione Claudi. “Il 20 ottobre 1966 – spiega Francesco Rapaccioni, direttore artistico de “i Teatri di Sanseverino” da cui è nata l’idea – la tipografia Bellabarba stampava a San Severino “Xenia” di Eugenio Montale per il tramite del settempedano Giorgio Zampa, cui il poeta premio Nobel aveva confidato di voler regalare agli amici alcune poesie scritte dopo la morte dell’adorata moglie Drusilla, soprannominata affettuosamente Mosca per i grandi occhiali e la miopia. La data non era casuale: la moglie di Montale era scomparsa il 20 ottobre 1963, per cui oggi ricorre il cinquantenario. Il libretto, pubblicato a San Severino, contiene 14 componimenti che nel 1971 confluiranno in “Satura”. Gli xenia erano, nella tradizione classica, gli epigrammi che accompagnavano i regali mandati agli amici in occasione di feste, precisamente “i doni inviati a un amico che è stato nostro ospite e che è partito”, quindi i brevi componimenti appaiono come doni inviati alla donna che è stata ospite nella casa e nella vita del poeta e che ora se n’è andata. Montale non pubblicava versi da dieci anni e l’aspetto della sua poesia appare profondamente mutato, una poesia colloquiale che tende a comunicare sentimenti quotidiani senza ricorrere a una ricca e ardua simbologia e che recupera i temi della memoria privata in un affettuoso canzoniere coniugale”. L’evento conclusivo del pomeriggio sarà l’inaugurazione della mostra di Paolo Gobbi dal titolo “Tratti da Xenia”. L’esposizione costituisce l’incontro-interpretazione dei 14 componimenti montaliani e la ricerca artistica di Gobbi; una pittura basata sulla sottrazione, sul gioco sapiente tra presenze e assenze oltre la familiarità delle cose, in perfetta sintonia con il nucleo tematico degli “Xenia”: colloquio di foscoliana memoria con la donna morta, tentativo di ristabilire una comunicazione con chi non è più ed appartiene ad un’altra dimensione. La mostra, il cui apparato critico è curato dalla prof.ssa Luciana Cataldo, docente all’Accademia di Belle Arti di Macerata, viene ospitata nella sala Coletti della Biblioteca comunale “Francesco Antolisei“. In tale occasione il giovane produttore musicale Agostino Maria Ticino presenterà un lavoro audio-video ispirato anch’esso alle tematiche degli “Xenia“. Inoltre quattro aziende manifatturiere locali, di respiro nazionale, riprodurranno, utilizzando i loro materiali specifici, una, tra le 14 opere pittoriche esposte. L’inaugurazione della mostra sarà preceduta, alle 17, dall’intervento della prof.ssa Laura Melosi su “Eugenio Montale e gli Xenia a San Severino”. Un lavoro grafico site specific, progettato da Paolo Gobbi e dedicato anche questo all’opera di Montale, verrà realizzato nei locali dell’ex Carcere Mandamentale in collaborazione con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e sarà visitabile dalle ore 16 in poi.

 

L’artista Paolo Gobbi insieme al sindaco Martini ed al critico Vittorio Sgarbi

L’artista Paolo Gobbi insieme al sindaco Martini ed al critico Vittorio Sgarbi



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