Claudio Giuliodori, Gianluca Galletti, Luigi Lacchè, Federica Curzi, Maurizio Natali e Francesco Ascenzi
di Gabriele Censi
Quasi come nei campus anglosassoni, tanto verde, spazi aperti e stanze confortevoli per gli studenti. Il nuovo collegio di viale Indipendenza dell’Università di Macerata promette bene. 129 posti letto distribuiti in 3 palazzine restaurate dell’ex manicomio di Macerata, costo 6 milioni e 340 mila euro, un grande parco intorno. Con l’inaugurazione di questa mattina, con il sottosegretario all’Istruzione Gianluca Galletti, il rettore dell’Università di Macerata Luigi Lacchè ha portato l’ateneo ai vertici nazionali per l’offerta residenziale. “E’ per noi un momento importante – ha detto il rettore – che segna un passo avanti verso l’obiettivo di rafforzare il diritto allo studio. Ho preso in mano nel 2011 un progetto avviato nel 1999 con l’acquisto degli edifici, dall’azienda sanitaria (allora Asl9), da parte dell’Università. Erano previsti 199 posti ma abbiamo deciso di ridurli per spostare gli investimenti sulla sicurezza antisismica e sulla efficienza energetica degli edifici. Il numero resta comunque adeguato alle esigenze, in questa zona di Macerata con il polo Mortati di 200 posti abbiamo un campus integrato di 330 alloggi”.
Lacchè ricorda la vocazione all’internazionalizzazione dell’ateneo maceratese: “Siamo al doppio della media nazionale per studenti Erasmus, l’istituto Confucio certifica un rapporto privilegiato con la Cina, e non potevamo che intitolare il collegio al più grande maceratese di tutti i tempi, Li Madou, il nostro Matteo Ricci. Qui verranno tanti studenti stranieri nello spirito dello scambio tra culture”. L’investimento è stato coperto per 3 milioni e 718 mila euro dal Ministero, per un milione grazie al contratto di quartiere stipulato nel 2008 con la Regione, il Comune e l’Erap. I restanti quasi due milioni di euro sono stati finanziati dall’Università. Per il Comune è intervenuta la vicesindaco Federica Curzi: “Un grande esempio di integrazione tra città e mondo della formazione. Macerata è la città della cultura ma perché continui ad esserlo serve la formazione. Il diritto allo studio si concretizza oltre che nel mondo accademico anche negli spazi di vita quotidiana, la Carta Studenti è un concreto esempio”.
I 4000 metri quadri dei tre edifici con diverse planimetrie ha portato alla realizzazione di diverse tipologie di camere, singole o doppie con bagni interni o in comune tra due o tre stanze. Ci sono poi locali di uso comune come soggiorno, cucina-pranzo, sale tv, studi, guardaroba, lavanderia e depositi.
Soddisfatto Maurizio Natali, presidente dell’Ersu: “Oggi nonostante il clima uggioso, è una bellissima giornata perché si chiude un progetto importante. Ma non ci fermiamo qui, stiamo cercando di mettere in rete l’offerta abitativa dei privati per agevolare chi nonostante il basso reddito rimane fuori dalla graduatoria delle borse di studio. Certificheremo gli alloggi dei privati per far sì che si rispettino standard i qualità delle abitazioni e giusti canoni di affitto. Poi con Comune e Università realizzeremo il progetto cosiddetto ‘Adotta un anziano’ unendo due esigenze, quella di assistenza degli anziani e quella di accedere a costi contenuti all’alloggio degli studenti”
“Non potevo mancare – interviene l’amministratore apostolico Claudio Giuliodori – per un doppio motivo, lascio Macerata per un incarico alla Cattolica e quindi il mondo universitario mi coinvolge sempre più, poi la dedica a padre Matteo Ricci non poteva essere più appropriata. I collegi non sono elemento accessorio perché costituiscono uno spazio di vita, una qualità ulteriore di esperienza, oltre ai saperi accademici, che plasma la persona. Nel futuro non potremo non fare i conti con la Cina e noi abbiamo il miglior viatico grazie a questo rapporto nato più di 400 anni fa e rinnovato con le celebrazioni del 2010”
Il direttore dell’Area tecnica dell’Università di Macerata, Francesco Ascenzi ha ripercorso la storia dei luoghi che ospitano il collegio: “Risale a fino ‘800 la costruzione in vari fasi degli edifici adibiti al recupero dei malati, qui si diceva che le cure erano più efficaci anche grazie al ‘genius loci’. La centenaria storia delle palazzine dietro Santa Croce arriva ad una svolta con la chiusura del manicomio nel 1998. L’acquisto da parte dell’Ateneo riguardava quattro stabili di questi uno è stato demolito, gli altri sono il padiglione Lombroso( 51 posti letto), il padiglione Tanzi (66 posti letto) e l’ex lavanderia (12 posti letto). Il parco sarà a disposizione della città, con modalità da definire per garantirne la custodia e la sicurezza”.
Le conclusioni sono affidate a Gianluca Galletti che torna in provincia a poca distanza da un’altra inaugurazione, il polo scolastico di Camerino: “Queste sono buone pratiche che vanno nella direzione del patto fondativo del governo, investire in cultura e ricerca. Macerata sta andando nella direzione giusta, questi progetto mi piace in maniera particolare perché legato al diritto allo studio, indispensabile per far crescere il paese e agganciarlo alla ripresa economica. E’ fondamentale il contributo dell’Università al tessuto sociale del territorio maceratese. Negli Stati Uniti c’è una nuova tendenza da evidenziare, le aziende scelgono le loro location non più in base al solo costo del lavoro ma dove c’è la ricerca. Spesso gli studenti si trasmettono le nuove idee non nelle aule ma nei campus”
La stele all’ingresso del campus donata dal laboratorio Caciorgna di Castelraimondo e realizzata dallo scultore Simone Beck
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Dunque..in pratica ogni posto letto costa 50 mila Euro…ennesima operazione immobiliare..gli stessi che poi dicono scandalizzati e radical chic…ah mancano i soldi per la ricerca…probabilmente fra 15 anni non ci sara piu una Università a Macerata
@ Unoqualunque:
Molto probabile, ma può darsi che tra 15 anni al posto dell’università ci sia di nuovo bisogno del manicomio e, siccome 129 alloggi sicuramente non basteranno, l’operazione immobiliare è destinata a diventare più ambiziosa.
E come te sbagli …
Putia esse che stava ve a tutti ,,,,,,,,,,
E duvimo ancora sinti quilli che c’avrà da ridì pure su llarredamentu —
Che pacienza che ce vole ;;;;;;
bando alle chiacchere…ottima giornata per Macerata.
un posto completamente riqualificato e pure bene direi.
una volta tanto un bravo a chi amministra.
Poteva forse mancare il vescovo di Macerata?
Certo che no, c’erano i fotografi….
…
…
Faccio presente che la sede universitaria e pubblica e statale, quindi non comprendo perchè venga invitato un esponente religioso soltanto, per di più al tavolo…
Secondo me i religiosi non dovevano proprio essere invitati, ma “se si doveva” allora si sarebbero dovuti chiamare anche gli esponenti religiosi delle altre religioni.
Grazie a dio, la religione cattolica non è più religione di Stato: i nostri amministratori PUBBLICI universitari se lo dovrebbero ricordare; se amano tanto i preti si facciano trasferire alle Università cattoliche!!!
Cerasi, la sottintesa benedizione del mattone universitario da parte d’un Vescovo è atto minimo indispensabile per contenere nei limiti delle radici cristiane dell’Europa la straripante vocazione all’internazionalizzazione che da qualche anno ha folgorato i nostri atenei di provincia.
@ Massimo Giorgi
L’internazionalizzazione è un bene (pensi che 25 anni fa Lingue di Macerata aveva pochi contatti con l’estero), soltanto che ci sarebbe da capire dove ci si internzionalizza e a chi giova.
Ad esempio l’Istituto Confucio, che ha aperto sedi in tutto il Mondo, sembra essere diretta emenazione del potere politico cinese.
Pertanto sembra non si voglia esportare solo cultura ma, evidentemente, ci sono anche in gioco interessi geopolitici ed economici.
Chissà se i nostri politici sanno tutto questo…
Gli Istituti Confucio, aventi sede a Pechino e con oltre 300 succursali in tutto il mondo, vengono pubblicizzati come enti che promuovono la lingua e la cultura cinese che nel frattempo incoraggiano scambi di istruzione e cultura con la Cina.
Tuttavia, essi sono altresì parte degli sforzi del regime cinese di estendere la propria “soft power” all’estero, in base a quanto appreso dalla Canadian Security Intelligence Service (CSIS), l’agenzia di spionaggio del Canada.
Cerasi, perlomeno se il power cinese a Macerata arriva in versione soft, il Vescovo di Macerata non sarà costretto a scegliere la via dell’esilio come il Dalai Lama tibetano.
Invece sulle vie italiane all’internazionalizzazione per oggi lasciamo perdere.
@ Massimo Giorgi
Il facente funzione di vescovo ha semplicemente puntato sul cavallo sbagliato.
Lui sperava in un futuro radioso, all’ombra del cupolone, magari possibilmente vicino al capo-dei-capi o comunque in qualche posizione apicale..
Quindi ha deciso di passare per Milano, ed aggrapparsi alla carrozza che (secondo molti) avrebbe dovuto portare il potefice a Roma.
Purtroppo (per lui) quella carrozza, da Milano, non è mai partita (ed abbiamo Francesco I) e lui si è trovato incastrato in una situazione poco piacevole…
6 milioni per un Campus da 129 posti?