Felice Pulici ospite dei Veterani dello Sport a Recanati

L'iniziativa è stata promossa in collaborazione con il Rotary. L'ex portiere di Lazio e Ascoli è attualmente il segretario della Federazione Sport Sordi d'Italia

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Il delegato regionale UNVS Andrea Peruzzi, Felice Pulici e Il presidente del Rotary Recanati Paolo Pagnanelli

Il delegato regionale UNVS Andrea Peruzzi, Felice Pulici e Il presidente del Rotary Recanati Paolo Pagnanelli

Nei giorni scorsi, su iniziativa del Rotary di Recanati e della delegazione regionale Marche dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport, si è svolto un interessante incontro con il noto campione italiano di calcio Felice Pulici, portiere della Lazio (con cui ha vinto lo scudetto 1973-74) e dell’Ascoli. L’occasione è stata propizia per capire chi è e cosa fa oggi Felice Pulici. Dopo gli anni da atleta ora la vita è totalmente diversa, terribilmente impegnativa, straordinariamente appagante. Su invito di Luca Pancalli è diventato segretario della Federazione Sport Sordi d’Italia, sul confine tra gli sport dei disabili e le discipline dei normodotati. Così, a sessant’anni, Felice ha frequentato un corso per imparare il linguaggio dei sordi: la lingua dei segni. È andato a lungo a scuola «Un linguaggio fantastico, straordinario, anche perché è internazionale, con costruzioni logiche simili all’inglese, come ad esempio il verbo messo alla fine del periodo». Una missione che Pulici sentiva dentro da tempo, un cerchio che si è chiuso, una storia cominciata a Sovico, il suo paese in Brianza, quando lui era giovanissimo. E ci fu un incontro, con i ragazzi di Monsignor Terruzzi, il creatore della Casa del Sordoparlante a Milano. Oggi Pulici si batte per le problematiche più ampie, far sì che presto le Deaflympics siano inglobate con le Paralimpiadi e poi le esigenze di tutti i giorni, trovare sponsor e fondi per l’attività. Felice sa trasmettere fiducia, dice lui «ognuno ha l’obbligo di rendersi disponibile agli altri», e non c’è bisogno di chiedersi perché sia così amato, Felix, sia dai suoi vecchi tifosi e non solo da loro. Ecco una buona testimonianza che da forza all’impegno di tante persone che non rinunciamo a vivere la pratica sportiva, anche ad alto livello, con la vera solidarietà umana.



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