Lavoratori a Roma dalla regione più colpita
Benfatto: “Crisi, ma ricchi sempre più ricchi”

Domani manifestazione unitari per il lavoro. Il segretario provinciale della Cgil .In provincia raddoppiate le ore di CIG tra marzo e aprile

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Manifestazione Indesit 4-2di Maurizio Verdenelli

Le Marche, sabato a Roma nella manifestazione unitaria per il lavoro, saranno in prima fila. La ‘regione al plurale’ risulta una delle più duramente colpite dalla crisi, come rileva il report di giugno sulle Economie regionali di Bankitalia. 14.000 posti perduti, 80.000 disoccupati, un esercito di 45.000 in cerca di lavoro dopo aver perso quello che avevano, un giovane (under 24) su quattro senza occupazione (28,6%), il tasso di disoccupazione schizzato al record nerissimo dell’11,4%, eguagliando sostanzialmente quello italiano mentre prima della crisi era inferiore di circa 2 punti percentuali. Questo il quadro regionale dall’inizio di questo ‘anno orribile’ dove il il prodotto interno lordo è sceso del 2,5%, rispetto a 12 mesi fa. In cinque anni, dal fatidico 2008, ‘l’Azienda Marche’ evidenzia un’esposizione alla crisi peggiore rispetto al dato nazionale. Tanti sono dunque i motivi per riflettere nell’ex terra del ‘miracolo economico’. E per pregare, come hanno fatto in riferimento ai lavoratori della Indesit in crisi, i centomila pellegrini guidati dal vescovo di Fabriano, mons. Giancarlo Vecerrica.

matelica

Aristide Merloni ed Enrico Mattei

Fabriano ‘chiusa per crisi’, già capitale economica di uno dei distretti economici più floridi del centro Italia, è la città-martire della crisi nazionale ed insieme marchigiana. Di recente la famiglia Merloni ha finito di restaurare quella che affettuosamente viene chiamata ‘la capanna’ ad Albacina: pochi metri quadrati dove il capostipite Aristide, all’inizio degli anni 50, costruiva le ‘bascule’ insieme con quattro dipendenti con gli zoccoli ai piedi, per metà operai e per l’altra metà ancora contadini, antenati di quelli che sono stati poi chiamati ‘metalmezzadri’ in una terra ricca di vigne e colture. Dalle bascule all’energia, con gli auspici di un grande amico di famiglia che si chiamava Enrico Mattei. Dalla ‘capanna’ ai grandi stabilimenti, da Albacina al mondo: un ‘miracolo’ che dopo pochi decenni sente ora la stretta di una crisi senza precedenti. Queste le Marche che furono ‘del miracolo economico’ e dello spirito dell’imprenditorialità assoluta sulla scia dell’uomo che ‘vedeva il futuro’ e che hanno visto nascere a Matelica ben quattro presidenti (Mattei, Boldrini, Girotti, Egidi) all’ Eni, l’azienda pubblica più moderna e ricca d’Italia.

albacina

La “capanna” dove Aristide Merloni produceva le bascule

Dal 30 marzo 2012 al 30 aprile scorso, hanno ‘chiuso’ 467 aziende in provincia di Macerata: da 35.860 a 36.333. Dati senza precedenti. Scrive Bankitalia: “L’economia marchigiana è risultata particolarmente esposta alla crisi iniziata nel 2008. Vi hanno concorso la spiccata vocazione industriale, la notevole diffusione di imprese subfornitrici di piccola dimensione e la specializzazione produttiva, per una quota consistente orientata alla produzione di beni per la casa (elettrodomestici e mobili) …che hanno molto risentito del generale contenimento della spesa delle famiglie italiane per beni durevoli, connesso anche al calo degli acquisti di abitazioni”. Le grandi e medie imprese titolari di marchi conosciuti in campo internazionale hanno risultati migliori rispetto alle piccole, poco capitalizzate, che non sono in grado di sostenere una propria presenza sui mercati esteri per compensare il calo degli ordini in subfornitura.

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Aldo Benfatto

Dice Aldo Benfatto, segretario confederale Cgil: “Tendenzialmente cresce l’export. E’ la dimostrazione che le aziende che lavorano per l’estero vanno meglio. Soffrono invece quelle che sono orientate verso il mercato italiano. In chiara difficoltà perché calano i consumi e non riscuotono”. Dice il patron di una delle aziende leader nel Maceratese (e in Italia): “Riscuotere è diventato un problema e così non riusciamo più a fare investimenti. E dobbiamo spesso fare da ‘banca’ ai nostri clienti”. Fioccano le vertenze con l’aggravarsi della crisi. “Siamo impegnati in questi mesi in numerose vertenze”. E Benfatto snocciola un malinconico ‘rosario’: “All’ex Merloni di Matelica in cigs; alla Sacci, cementificio di Castelraimondo in cassa integrazione e a rischio di cessazione dell’attività; alla Teuco con 118 licenziamenti dopo cinque anni di ammortizzatori sociali; alla Conceria del Chienti di Tolentino posta in liquidazione con circa 120 dipendenti a rischio; nel settore dell’edilizia alla Calamante e alla ‘Tecnica e Colore’ entrambe con il nodo dei salari arretrati”.
L’edilizia è il settore più colpito dalla crisi nel Maceratese?
“Certamente. Le più grandi imprese sono in chiaro affanno per il calo del lavoro e la difficoltà nel riscuotere dagli enti locali per opere eseguire in appalto, a causa del famigerato ‘patto di stabilità’. La crisi non ha solo attanagliato l’edilizia ma praticamente tutti i comparti: impossibile citare tutte le aziende in difficoltà, ognuna delle quali costituisce un caso importante e di difficile soluzione per i lavoratori. Tuttavia, per una di queste, vorrei fare un’eccezione…”.
Quale? “Voglio citare un caso, quello di TVRS: un esempio di azienda in buona salute, con bilanci e situazione finanziaria molto floridi che ha ricevuto tante risorse dallo Stato e dalla Regione che ha deciso di licenziare tutti i 5 giornalisti e 16 operatori, con l’intenzione di continuare a trasmettere utilizzando lavoratori precari e free lance, con televendite e programmi acquistati a basso prezzo, senza o con pochissimi collaboratori”.
La cassa integrazione? “All’aprile scorso, dai dati dell’Inps emerge che le ore di cig richieste e d autorizzate in provincia scorso sono state 1,3 milioni, di cui 88mila di cassa integrazione ordinaria, 1,2 di Cig straordinaria e 10mila di cassa in deroga. Le ore autorizzate ad aprile 2013 sono dunque più che raddoppiate sia rispetto a marzo sia rispetto ad aprile 2012”. I contratti? “I dati del Mercato del Lavoro vanno interpretati, in questa direzione. Il numero dei contratti si riferisce infatti non al numero degli assunti ma ad ogni assunzione con contratto precario. Pertanto può darsi che un lavoratore abbia avuto diversi contratti di assunzione. Il dato interessante è che solo il 10% è rappresentato da contratti stabili e a tempo indeterminato oltre al calo delle assunzioni”. La crisi è anche del credito…? “Certamente. Calano gli impieghi, crescono le sofferenze ma al 31 dicembre scorso sono risultati in aumento i depositi bancari, come afferma anche Bankitalia: ‘La raccolta bancaria è stata sospinta dai depositi bancari con scadenza maggiormente protratta che hanno mostrato una dinamica più sostenuta rispetto alle altre forme di investimento del risparmio, anche a motivo delle politiche di offerta più remunerative adottate dalle banche’…
Pensierino della …sera, segretario? “Forse la gente ha paura di spendere. Le banche non fanno credito, ma cresce la ricchezza delle famiglie più ricche?”. La crisi nel Maceratese (e dintorni) mostrerebbe dunque riflessi ‘caraibici’ dove la paura e l’incertezza grave del futuro non offrono più spazio alla solidarietà ma solo all’ansia di accumulo e all’immagazzinamento delle risorse rimaste. Un tunnel che vedrebbe negata ogni luce, a questo punto, e la crisi da economica si tramuterebbe pure in morale nella terra della ‘Civitas Mariae’.

 

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tab 3I dati resi noti dall’INPS ed elaborati dall’IRES Marche:

Le ore di CIG richieste ed autorizzate in provincia di Macerata ad aprile 2013 sono state 1,3 milioni, di cui 88mila di Cassa integrazione ordinaria, 1,2 milioni di CIG straordinaria e 10mila di Cassa in deroga. Le ore autorizzate ad aprile 2013 sono più che raddoppiate sia rispetto a marzo, sia rispetto ad aprile 2012.

Di seguito le tendenze per le varie componenti della CIG:

– La CIG ordinaria diminuisce del 9,2% rispetto a marzo e del 26% rispetto ad aprile 2012. Tuttavia in alcuni settori si osserva un incremento: nel mobile si ha un +44,9% e nel calzaturiero le ore di CIG ordinaria (12mila) raddoppiano tra marzo ed aprile.

– La CIG straordinaria mostra l’incremento più consistente rispetto a tutte le precedenti rilevazioni superando il milione di ore: a marzo le ore di CIG straordinaria erano 322mila. Considerando il cumulo di ore da gennaio ad aprile si hanno 1,7 milioni di ore, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2012. La CIG straordinaria aumenta di dieci volte tra marzo ed aprile nel settore del mobile (97mila ore), di quasi nove volte nella meccanica (245mila ore) e di sei volte nel calzaturiero (167mila ore).

– Ad aprile si riducono le ore di CIG in deroga (-85% rispetto a marzo) in tutti i settori.

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