di Laura Boccanera
Il Comune nega la residenza ad una bambina rom e l’Ombudsman delle Marche chiede l’intervento del Garante nazionale per l’infanzia. La bambina vivrebbe in un camper con la famiglia e l’Ufficio anagrafe avrebbe negato il percorso di residenza perchè un campo di sosta camper è considerato una dimora temporanea. La piccola frequenta la scuola da 3 anni e la mancata residenza può causare l’interruzione del percorso scolastico, in violazione della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia. Il Garante nazionale Vincenzo Spadafora interviene oggi dopo che l’Ombudsman delle Marche Italo Tanoni, ha inviato una lettera nella quale invita l’amministrazione comunale a dare parere positivo. “Siamo a rinnovare l’invito a valutare positivamente e con tempestività la richiesta presentata, allo scopo di assicurare alla minorenne una piena tutela dei suoi diritti – si legge nella nota del Garante nazionale – In particolare si vuole sottolineare la necessità di salvaguardare la continuità negli studi, così come sancito dalla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia agli articoli 28 e 29 e il diritto alla sicurezza sociale, come declinato dall’articolo 26”. Infine Spadafora auspica che questa “sia l’occasione per l’avvio di una proficua e costruttiva collaborazione nel comune impegno di realizzare il superiore interesse dei bambini e degli adolescenti affidati alla nostra tutela”.
La mamma della minore nei mesi scorsi aveva presentato richiesta di residenza presso il comune dove la famiglia vive da anni all’interno di un camper, in un’area di sosta privata, ma la risposta dell’amministrazione, è stata negativa. In realtà però racconta tutt’altra storia il sindaco Tommaso Corvatta che questa mattina ha chiesto al dirigente del servizio demografico di visionare la pratica. “La richiesta è arrivata all’ufficio il 13 febbraio – spiega Corvatta – e il dirigente ha risposto il 13 maggio. Sul modulo la donna (che abita con una roulotte in un’area camper privata) faceva richiesta per se stessa, senza specificare né tanto meno fare riferimento alla presenza di una minore di cui nella pratica non c’è traccia”. Il dirigente sulla base degli elementi forniti ha dato dunque un diniego che il primo cittadino definisce “temporaneo” dal momento che nella risposta il dirigente invita la donna a fornire ulteriori osservazioni e documenti per poter valutare più approfonditamente la questione. “Ad oggi però ancora però nessuno ha presentato nulla – spiega Corvatta – e oltretutto siamo alla follia, il Comune non ha ricevuto nessuna comunicazione scritta da parte del Garante e appare alquanto assurdo che a gennaio io venga tacciato di essere troppo lassista nei confronti dei rom dal momento che concedo casa mia e a maggio invece vengo additato come razzista. Una schizofrenia che dà la cifra del nervosismo che c’è in questa città”.
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