“Sferisterio, perché la manutenzione
non è affidata ai lavoratori del teatro?”

LA LETTERA - Mauricio Pasquali chiede che le piccole aggiustature vengano commissionate al personale già impiegato. "Ci dicono sempre che non ci sono i soldi: allora chiediamo bilanci pubblici e dettagliati"

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sferisterioDa un lavoratore dello Sferisterio, Mauricio Pasquali, riceviamo:

“E’ umiliante , decisamente umiliante arrivare anche quest’anno a mendicare lavoro in prossimità della stagione estiva e constatare come la condizione di lavoratore precario debba essere  considerata quasi come una colpa da scontare a vita.  Già da qualche mese perfino i giornali nazionali, anche quelli più autorevoli come il Corsera o Il Sole 24 ore, hanno avviato una campagna per sostenere la cultura  come  volano importante per rilanciare l’economia italiana.  Nella nostra regione, le Marche, si organizzano quasi mensilmente convegni  tra  addetti ai lavori (ma i lavoratori non vengono invitati…) nei quali si discute dell’importanza della cultura  e dello spettacolo dal vivo per la valorizzazione e per il rilancio dell’economia  nel territorio .
Davvero curioso notare come  gli stessi rappresentanti delle istituzioni e delle parti sociali presenti a queste iniziative ,si ritrovino successivamente in altre sedi, per dibattere riguardo ai problemi dovuti alla disoccupazione ed al precariato, e lo facciano anche con toni decisamente affranti… purtroppo poi  si arriva alla  cruda realtà dei fatti  quando si tratta cioè, di affrontare la questione direttamente con  le maestranze, spesso precarie, che garantiscono la riuscita degli spettacoli dal vivo e la tutela dei beni artistici e culturali.  Valga come esempio lo splendido scenario dello Sferisterio (unica “fabbrica” cittadina e patrimonio  dei  maceratesi), dove oltre agli indispensabili allestimenti scenografici urgono da tempo una serie di lavori di piccola manutenzione , unite ad opere di ristrutturazione importanti come la sistemazione delle gradinate ed il rifacimento del palcoscenico. Questi lavori risultano indispensabili per non  lasciare all’inesorabile degrado un monumento simbolo per  la nostra città  e sopratutto per poter garantire la piena  agibilità della struttura in occasione delle rappresentazioni musicali estive che, nonostante la crisi, riscuotono ancora un buon successo di pubblico. Sembrerebbe semplice, quasi scontato, dedurre che se c’è del lavoro da fare e  ci sono lavoratori precari del teatro capaci di svolgerli, siano questi  a doversene occupare, come già fatto con discreti risultati altre volte in passato.  Perché allora si tergiversa e non vengono affidati  periodicamente, attraverso l’ufficio tecnico del comune,  le opere di piccola manutenzione ,che a fronte di una spesa minima eviterebbero di affrontare cifre più consistenti in futuro? La cultura e la cura del patrimonio artistico  devono aiutare l’occupazione, sia quella  artistica  che quella manuale, sopratutto in momenti   difficili come gli  attuali e permettere a lavoratori con rapporti discontinui di lavoro di prolungare il periodo di impiego attraverso lavori riconosciuti come utili per la comunità. D’altra parte il neo Ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, prima di essere nominato ministro ha scritto sul suo blog: “ritengo un errore che lo stato si sia rivolto ai privati per il restauro del Colosseo; il patrimonio artistico e culturale del paese non può essere venduto a logiche privatistiche” e’ innegabile a questo punto come ,anche se solo parzialmente, lo sferisterio sia obbligato ad  avere una funzione sociale  visto che finanzia gran parte  della  sua  attività  attraverso il denaro dei contribuenti.
La risposta degli amministratori alle spesso giuste e sacrosante richieste da parte dei cittadini e dei lavoratori continua ad essere sempre quella, un vero ritornello… “non ci sono i soldi”. Ed allora trattandosi di denaro pubblico sarebbe meglio che il bilancio del Comune ed il bilancio della Associazione Sferisterio fossero non solo resi pubblici, ma  anche dettagliati e trasparenti, per poter essere discussi in maniera democratica anche da parte dei cittadini e dai lavoratori ai quali vengono chiesti invece solo continui sacrifici. Sicuramente è anche arrivato il momento di mettere un punto finale riguardo  ai giochetti mai limpidi di piccoli o grandi interessi privati che si svolgono intorno agli appalti, anche in questa città . Così com’è ora di rompere gli assurdi  equilibri politici che tengono bloccata una situazione lavorativa perlomeno ambigua, quella cioè riguardante l’intera gestione tecnica del teatro Lauro Rossi, causa di  malumori  tra i cittadini e tra i lavoratori dello spettacolo maceratesi, che si sentono decisamente non tutelati affatto dalle istituzioni che dovrebbero rappresentarli, che si parli del governo del paese con i conitnui tagli alla cultura ,cosi’ come degli amministratori degli enti locali.       mauricio pasquali operaio intermittente dello spettacolo.



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