“Lavoricidi italiani”, da Macerata a Macerata passando per il Tg1

Doppio appuntamento con il romanzo cooperativo che ha girato l'Italia partendo dall'iniziativa dello Zaratan Clan nel capoluogo maceratese

- caricamento letture
presentazione-lavoriciditaliani1

Francesco Pennesi, Paolo Nanni, Diego Poli, Carlo Giuttari, Jonathan Arpetti, Carmelita Tesone e Francesca Riccioni.

 

“Abbiamo girato tanto, finalmente siamo a Macerata”. Così inizia la presentazione di Lavoricidi Italiani nelle parole di Paolo Nanni, regista del romanzo cooperativo insieme a Jonathan Arpetti, entrambi fondatori dello Zaratan Clan. In effetti dall’uscita del libro edito dalla Miraggi di Torino, avvenuta qualche mese fa, si sono succedute presentazioni in tutta Italia, culminate con la segnalazione del libro al Tg di Rai 1, nella rubrica Billy, avvenuta una settimana fa. Eppure mancava ancora una tappa nelle Marche “…qui dove il progetto ha avuto la sua culla”. Lo Zaratan Clan, sodalizio di scrittura cooperativa che in poco più di un anno ha pubblicato 3 romanzi, è nato a Macerata, ma coinvolge scrittori proveniente da varie regioni d’Italia. In particolare la costruzione di Lavoricidi Italiani ha richiesto il coinvolgimento di 20 autori, ognuno dei quali ha scelto una sua ambientazione italiana, ha creato un protagonista, lo ha animato per vivere una storia che come un pezzo di un puzzle compone quella più grande del romanzo. Un grande puzzle che narra la quotidiana apocalisse generata dal lavoro negato, precario, sfruttato, vessato. La presentazione organizzata al Casb dal collettivo di studenti Officina Univeristaria ha visto Francesco Pennesi aprire la serata e introdurre 5 dei 20 autori totali del libro: Carlo Giuttari, Francesca Riccioni, Carmelita Tesone, e i già citati Jonathan Arpetti e Paolo Nanni.

presentazione-lavoriciditaliani3

Jonathan Arpetti, Francesco Pennesi e Paolo Nanni.

 

 

 

Ognuno ha avuto modo di raccontare il proprio personaggio con brevi letture. E l’ospite speciale della serata, il Prof. Diego Poli, linguista dell’Università di Macerata, ha imperversato con sottolineature analitiche, argute quanto divertenti. Traendo da questa rassegna di nuove, tragicomiche, maschere della contemporaneità punti caldi da approfondire: il compromesso, i confini della dignità, l’erosione dell’identità. “Il termine ‘lavoricidiò non esisteva prima di questo libro…” ha specificato il prof Poli “…e se dobbiamo cercare il suo progenitore più antico lo troviamo in ‘patricidio’, che nel mondo romano era il peggiore delitto possibile.” E ha poi aggiunto: “Interessante notare come i due termini, ‘lavoricidio’ e ‘patricidio, sono collegabili semplicemente leggendo il primo articolo della Costituzione: l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Il suo fallimento, nell’ambito del lavoro come in altri, ci porta a pensare al nostro ‘Stato’, non più come sostantivo, ma come participio passato ”.

***

presentazione-lavoriciditaliani5Intervista-Sfida per gli autori di Lavoricidi Italiani: la consegna è rispondere a ogni domanda nello spazio di un sms, cioè 160 caratteri.

(Alessandro Seri, altro autore marchigiano di Lavoricidi italiani, si aggiunge al gruppo presente ieri alla presentazione)

1. Descrivi il personaggio che hai creato per Lavoricidi italiani. SERI – Un sindacalista idealista che mette in evidenza le contraddizioni del sindacato. ARPETTI – Un neo laureato in economia, che sogna di lavorare in un istituto di credito ed è disposto a tutto pur di coltivare il suo sogno, anche rifiutare un posto in una ditta di traslochi che gli aveva trovato il padre… TESONE – Teresa. Emigrata per seguire un sogno, si ritrova nel letto di molti. Con l’accusa di omicidio. GIUTTARI – Un inetto alla vita, vittima delle sovrastrutture concettuali e sociali che lo trasformano in una particella di anti-materia lavorativa. RICCIONI – Una ragazza con i sogni dei giovani d’oggi che si scontra con la realtà. NANNI – Imprenditore triestino. Quasi fallito. Non trova contratti, ma il beffardo ghigno del signore delle mosche.

2. E tu con lui cosa c’entri? SERI – Avendo fatto il sindacalista dal ’96 al 2007 mi sono fatto un’idea di alcune dinamiche sindacali. ARPETTI – Assolutamente nulla, non sono laureato in economia e non ho mai rifiutato lavori manuali… ho preso semplicemente in prestito la storia da un mio amico. TESONE – Come lei ho ridimensionato i miei sogni. Forse. Ma non sono così bella, al massimo ho potuto fare la cameriera. GIUTTARI – Ne sono l’araldo pacificato, troppo vigliacco per escludermi dal sistema e troppo orgoglioso per non evidenziarne la peculiarità. Mi marginalizzo per essere eversivo e mi dogmatizzo per essere indiscutibile. RICCIONI – Chi non ha sognato di realizzare i propri obiettivi? Peccato che al giorno d’oggi ci si debba solo “accontentare”… NANNI – Come lui mi sono illuso che l’arte avrebbe potuto salvarmi.

presentazione-lavoriciditaliani63. La cosa più brutta che viviamo oggi è? SERI – La precarietà del lavoro creata, è bene ricordarlo, da governi di centrosinistra. ARPETTI – Scontato dire la crisi economica… quindi dico la non identificazione con nessun leader politico… almeno per quanto mi riguarda. TESONE – L’incomunicabilità. Ma anche lo spread fa la sua parte. GIUTTARI – Sicuramente il relativismo dell’opinione, da non confondere con la libertà di opinione, che implica un alto tasso di responsabilità. RICCIONI – L’indifferenza. L’italiano è egoista e “tira a campare”. Manca l’unione, manca il “fare”. NANNI – L’individualismo. E lo dico da individualista, quindi da persona che deve combattere questa tendenza per primo in se stesso.

4. La cosa più bella del romanzo è? SERI – La sua attualità. ARPETTI – Visto che non posso dire il mio capitolo, credo sia la forza che trasmette. Nonostante parli di situazioni “al limite” lo fa senza autocommiserazione, ma con uno spirito positivo. TESONE – La magia per cui il tutto è molto più della somma delle parti. GIUTTARI – La compiacenza del limite, proprio e altrui. Il titanismo della propria piccola etica di fronte alla pochezza del prossimo, vissuto con la beffarda autoironia dello scrittore. RICCIONI – Tutto quello che sta avvenendo dopo, le presentazioni, le recensioni, la possibilità di incontrare persone interessate al tema del lavoro. NANNI – Che ogni particolare grido di dolore, non è isolato, bensì legato agli altri. È l’unico grido di una società allo sfacelo.

***

presentazione-lavoriciditaliani2Si giocherà sulla multimedialità l’incontro in programma venerdì 15 marzo alle 21.15, alla Biblioteca comunale di Corridonia, con al centro Lavoricidi italiani.   Accanto alla presentazione del romanzo cooperativo dello Zaratan Clan edito da Miraggi, interverranno anche Luna ed Alia Simoncini, autrici rispettivamente della fotografie e del video utilizzati nel booktrailer ufficiale. Un’esperienza di sperimentazione a tutto tondo per giovani talenti partiti dalla provincia italiana, narrata attraverso i racconti e le videoproiezioni delle protagoniste. A far da cardine all’iniziativa, organizzata in collaborazione con il Comune di Corridonia, le testimonianze degli autori.

 

Tutti gli eventi di Lavoricidi italiani e dello Zaratan Clan sono su facebook, Twitter, Google+ e sul blog lavoricidi-italiani.blogspot.it 

presentazione-lavoriciditaliani4   locandina-lavoricidi-e-laboratorio-flash-zaratan-Ep



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X