“Grazie agli angeli che hanno salvato nonna Lola”

MACERATA - Il nostro lettore Giammario Scodanibbio racconta la sua esperienza di "buona" sanità

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L'Ospedale di Macerata

L’Ospedale di Macerata

Dal nostro lettore Giammario Scodanibbio riceviamo:
«Parlar male di sanità è un po come sparare sulla croce rossa e sono davvero molte le occasioni in cui ci deve rapportare con personale poco attento, esaltato o inadeguato, e purtroppo queste situazioni portano a credere che tutto l’ambiente rispecchi queste qualità.
“Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” diceva Lao Tzu ed è in parte vero perché la malasanità ci fa dimenticare che ci sono centinaia, migliaia di professionisti che compiono egregiamente il loro mestiere.
Io ne ho avuto prova ieri. Mia nonna ha avvertito un malore in casa nel primo pomeriggio, mentre era in visita alla figlia inabile. Dopo i primi momenti di confusione è stato allertato il 118 che è intervenuto in meno di 10 minuti e dopo i primi controlli fatti con la gentilezza e la serenità che si riserverebbe alla propria nonna, ha condotto “nonna Lola” in ospedale.
La situazione non era apparsa grave ma, mentre stavano facendo una visita, si è aggravata e di molto. L’equipe del Pronto Soccorso di Macerata ed i medici del reparto sono intervenuti con una professionalità senza pari, preoccupandosi anche di tranquillizzare i parenti in attesa; ci hanno spiegato la situazione, sempre con la calma, e rendendoci coscienti ma non disperati, anche quando ci hanno prospettato epiloghi poco rosei informandoci che necessitava un trasporto immediato in eliambulanza.
La preparazione ed il trasporto di “nonna Lola” prima nell’autoambulanza e poi nell’eliambulanza sono stati stupendi, tutto è stato messo sotto controllo, tutti sapevano quali erano i propri compiti e tutto è andato come doveva andare. In Ancona, nonna è stata attesa da tutto il personale con una professionalità incredibile, attentissimi alle sue esigenze ed a quelle di noi familiari che riconosco essere stati il vero elemento di disturbo per la preoccupazione del momento.
Dopo l’attesa durata ben nove ore per due operazioni indispensabili, “nonna Lola” è uscita dalla sala operatoria con buone probabilità di ristabilirsi.
Un risultato per la verità inaspettato ma che si è reso possibile solo grazie alla professionalità ed alla dedizione che questa schiera di persone profondono ogni giorno, persone che lavorano nella sanità per passione e non per un posto di lavoro, persone che ti capiscono e ti aiutano, andando anche ben oltre quelli che sono i loro doveri.
Una dottoressa che ti sorride in un momento critico, che alla fine del suo turno ti cerca per chiedere come sta andando e per farti il suo “in bocca al lupo” che si sente uscire dal cuore, un dottore che si preoccupa di informarti di come sta andando un’operazione fatta da altri solo perché ti vede agitato, un infermiera che senza conoscerti si avvicina per chiedere se può esserti utile… questa gente non può essere sminuita con un semplice “quelli dell’ospedale”, ma deve essere l’emblema della sanità, è a loro che bisognerebbe pensare quando si parla di ospedali.
So che è poco e che forse non vorrà dire niente, ma voglio dire grazie. Grazie a quei Volontari che con il loro tempo libero sono vitali per chi ha bisogno, grazie a questi Medici, che sono persone ancor prima che professionisti e aiutano davvero, grazie al personale dell’eliambulanza che garantisce una speranza di vita a chi altrimenti di speranze non ne avrebbe, grazie agli infermieri ed ai medici dei reparti di emergenza, che passano la vita in un reparto dove la realtà è davvero dura… Un grazie generico, anche se ovviamente rivolto a coloro che sono stati protagonisti della mia storia, ma che vuole restar generico perché so che questa è la vera sanità e quelli che ho avuto la fortuna di incontrare non sono soli.
Ora non mi resta che attendere che “nonna Lola” si svegli, cosa che spero avvenga in tempi brevi, in modo che possa accompagnarla a conoscere di persona gli Angeli che l’hanno salvata… non prima però di avermela sbaciucchiata un po per festeggiare il suo compleanno e, perché no, in fondo anche il suo ritorno. Grazie ragazzi»



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