Controlli contro il lavoro nero in un capannone di un’azienda di Civitanova: c’erano anche i figli dei titolari del tomaificio, due bambini, dentro l’edificio che i militari dell’Arma e i vigili urbani hanno controllato ieri. Stamattina, poi, una seconda e più approfondita verifica del personale dell’Ufficio Servizi Sociali del Comune. I proprietari dell’azienda, un cinese di 32 anni e una connazionale di 27 anni, residenti a Potenza Picena, stavano lavorando nella loro azienda che si occupa della creazione della parte superiore delle calzature ma accanto a loro c’erano anche i loro bambini, un maschietto di quasi un anno e una femminuccia di tre anni. Le condizioni igieniche e quelle sanitarie dell’ambiente non erano certo delle migliori. Insieme ai macchinari per cucire le scarpe c’erano i giochi dei piccoli, una culla, degli stendini e della biancheria, ma anche barattoli di colla per uso industriale che emanavano il loro caratteristico e forte odore tanto quanto i contenitori della spazzatura con dentro i pannolini dei bambini. Sempre dentro la struttura, poi, c’era un altro spazio, una stanza dove gli uomini in divisa hanno trovato un materasso di fortuna sopra dei barattoli di latta della colla, un buon quantitativo di casse di acqua minerale e degli scalda biberon per i bimbi. I piccoli, secondo una prima analisi dell’ufficio Servizi Sociali, non erano in stato di abbandono. Intanto il personale del Comune sta ultimando una relazione da inviare alle autorità competenti mentre i militari dell’Arma stanno approfondendo i loro controlli sul resto dei lavoratori, tutti di nazionalità cinese, che erano all’interno del tomaificio.
(redazione CM)
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sarebbe interessante costringere i cinesi a dire a chi vendevano i loro prodotti.
no, perchè, se si viene a sapere che i committenti sono calzaturifici che vendono le scarpe a 300 euro il paio con profitti del 200% e per giunta appannaggio solo dei pochi soci per permettersi lo yacht e la ferrari allora è loro che bisogna colpire anzichè i cinesi.
Ma che notizia è? due genitori che non hanno soldi per pagarsi la filippina sono costretti mentre lavorano a tenere i figli vicino a loro?
X giordano bruno:In Italia esistono delle leggi che regolano le cose,se questi signori non le vogliono,o non le possono rispettare ne devono pagare le conseguenze;far respirare colla ad un bambino,anche se cinese,pregiudica la salute del piccolo,e i genitori dovrebbero essere rispediti a casa;forse la’dove non esistono più leggi,cioè dove la dittatura del proletariato,e stata sottomessa alla logica di mercato certe cose le possono fare,magari col benestare dello stato………….