Studenti in visita al campo di internamento del Palazzo Giustiniani Bandini

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Gli studenti in visita a Palazzo Giustiniani Bandini

Per non dimenticare, gli studenti delle classi 2a e 2b della Scuola Secondaria di I° di Urbisaglia, insieme ai loro professori, hanno visitato il Campo di Internamento nel Palazzo Giustiniani Bandini all’Abbadia di Chiaravalle di Fiastra. Fu questo uno dei primi campi di internamento allestito dal governo fascista al momento dell’entrata dell’Italia nella seconda Guerra Mondiale e rimase operativo tra il giugno 1940 e l’ottobre 1943. Gli internati alla fine di luglio del 1940 erano già un centinaio, di cui molti ebrei, ed erano soggetti a molte restrizioni: non potevano avere documenti personali perché ritirati, né strumenti che potevano offendere e apparecchi radio; non potevano eseguire lavori retribuiti, se non autorizzati. Alcuni di loro erano commercianti, pittori ed anche dottori e trascorrevano le giornate aiutando gli agricoltori nei lavori dei campi con la possibilità di intrattenersi nelle loro case per il pranzo. Durante la loro permanenza, alcuni internati hanno lasciato sulle pareti delle stanze alcuni disegni: una nave, una ragazza, dei caratteri morse, dei paesaggi, delle scritte.

Il 30 Settembre 1943 il Campo di Urbisaglia Bonservizi venne chiuso definitivamente e gli internati vennero trasferiti a Sforzacosta di Macerata e poi a Fossoli, in provincia di Modena e poi per Auschwitz, la soluzione finale. Si tratta di una testimonianza che forse pochi conoscono ma molto toccante. Gli studenti in visita, accompagnati dalle guide turistiche di Meridiana Srl Abbadia di Fiastra, hanno letto e commentato le scritte e i disegni degli internati sulle pareti e si sono emozionati ascoltando le storie di quelle persone, gli affetti che hanno lasciato, le speranze che avevano. Hanno fatto domande sul perché della guerra, sulle condizioni di vita che gli ebrei avevano e hanno cercato di capire le sofferenze che gran parte dell’umanità ha vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Uno dei brani letti per ricordare le leggi razziali e la Shoah è stato il memoriale del dottor Paul Pollak, l’unico superstite tra gli internati del Campo di Urbisaglia, che scriveva : « Prima del mio soggiorno ad Urbisaglia ero stato in un campo di concentramento tedesco, e dopo Urbisaglia fui ad Auschwitz, dove potei parlare con deportati di quasi tutti i paesi europei e potei fare confronti sul destino e sul trattamento degli ebrei in altri paesi. Avevo sempre presente allo spirito il campo di Urbisaglia. Il trattamento umano dei suoi internati rimarrà sempre un attestato di lode per l’Italia e un documento della sua nobile antica civiltà e della sua sincera religiosità. Nelle ore grigie ed oscure di Auschwitz, abbiamo sempre visto davanti a noi, come un miraggio, il luminoso giardino di Urbisaglia in Italia, paese di sole e di buona gente ».

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I disegni degli internati



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