Il prossimo 4 ottobre papa Benedetto XVI sarà a Loreto per celebrare i 50 anni del viaggio che Giovanni XXIII fece nella città mariana e ad Assisi per affidare alla Madonna le sorti del Concilio Vaticano secondo, che si sarebbe aperto l’11 ottobre e avrebbe segnato un cambiamento epocale per la Chiesa, aprendo anche la strada al suo “magistero itinerante”, cioè ai grandi viaggi papali. Una mostra allestita nelle Cantine del Palazzo Apostolico lauretano, progettate da Donato Bramante nel sedicesimo secolo, spalanca “una finestra – così ha detto il delegato pontificio e arcivescovo di Loreto mons. Giovanni Tonucci – su quello che la Chiesa era allora, e sulla dimensione profetica del gesto di Giovanni XXIII, primo papa ad uscire dal Lazio dopo l’unità d’Italia, per venire proprio a Loreto, così come Pio IX era stato l’ultimo, nel 1857, e sempre per un pellegrinaggio nella città mariana”.
La mostra (aperta al pubblico dal primo ottobre a gennaio) comprende molti oggetti preziosissimi – come le corone in oro, smeraldi e rubini che il il 4 ottobre del 1962 il ‘papa buonò impose sulla statua della Vergine nera, o il Triregno appartenuto a Pio IX, con cui Giovanni XXIII venne incoronato papa il 4 novembre del 1958 -, e altri entrati nella memoria collettiva degli italiani grazie alle immagini televisive di mezzo secolo fa. Il cappello di feltro rosso a tesa larga e la stola pastorale color prugna indossati da papa Giovanni nel suo percorso in treno dalla Città del Vaticano a Loreto, la Mercedes Benz 300d nera targata ‘CV1’ che lo accompagnò dalla stazione ferroviaria di Loreto alla Basilica della Santa Casa, davanti ad una gran folla in festa, che si accalcava dietro le transenne e saliva sui tetti per vedere il papa. Esposti anche due sedie gestatorie, una appartenuta a Pio VII e l’altra a Pio IX (la prima trafugata dalle truppe di Napoleone ma poi restituita, perchè, osservò il generale, ‘tanto è di legno…’) – e un lunghissimo manto rosso di papa Giovanni, con ricami in filo dorato. In un tempo in cui “non c’erano maxi schermi nè dirette tv le sedie gestatorie e il manto non erano manifestazioni del potere della Chiesa, come spesso si tende a credere, ma strumenti per avvicinare i fedeli, dando a tutti la possibilità di scorgere il papa, anche se da lontano” ha ricordato mons. Tonucci. I pezzi in mostra provengono in gran parte dalle collezioni dei Musei Vaticani e dalla Sagrestia della Patriarcale Basilica di San Pietro, mentre la Mercedes è un prestito del museo della casa automobilistica tedesca. Un apparato fotografico e un’intervista video al segretario di Papa Giovanni XXIII mons. Loris Capovilla completano il percorso espositivo.
Le Cantine del Palazzo Apostolico diventeranno sede permanente di mostre dei tesori conservati nei depositi dei Musei e della Biblioteca del Vaticano.
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