Ancora allarmante il quadro della disoccupazione nelle Marche a settembre 2012, con un tasso dell’8,2%, 2,4 punti in piu’ rispetto allo stesso periodo del 2011 e praticamente raddoppiato dall’inizio della crisi. Il tasso di disoccupazione giovanile nelle Marche ha raggiunto poi la cifra record del 23,5%. Dati regionali che pur essendo confortanti rispetto a quelli nazionali, che indicano un tasso di disoccupazione generale del 10,5% , che arriva al 34,3% per i giovani sotto i 25 anni, non possono negare la fortissima difficoltà di occupazione per i giovani under 30.
E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Istat e relativi al secondo trimestre 2012 ed incrociati con quelli dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, basate su dati Inps, Ministero del Lavoro e Unioncamere, che analizzano il mercato del lavoro italiano nell’ultimo anno.
In crescita nelle Marche soprattutto il tasso di disoccupazione femminile, che si attesta al 10,3%: una percentuale a due cifre da tre trimestri consecutivi, mentre la disoccupazione maschile, pur registrando un incremento piu’ contenuto, raggiunge il livello record del 6,5%: si tratta del valore piu’ alto registrato negli ultimi 15 anni. Particolarmente preoccupante e’ il numero di coloro che cercano lavoro per la prima volta: oltre 13 mila marchigiani, soprattutto giovani e donne. Un altro “valore allarmante” e’ rappresentato da coloro che cercano lavoro dopo aver perduto quello che avevano: 30 mila persone, 10 mila in piu’ rispetto al 2011, anche in questo caso il dato piu’ alto che si sia mai registrato. Nel periodo aprile-giugno di quest’anno, il numero degli occupati e’ pari a 659 mila unita’, poco piu’ di mille in piu’ rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Sul versante della cassa Integrazione, se l’autorizzazione di ore di Cassa Integrazione Guadagni è salita in Italia nel primo semestre 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, del 3,2 % (pari a 523.761.036 ore), nelle Marche la variazione tendenziale è più alta, pari al 13,1% in totale e al 12.4% per il solo settore artigiano, dato che nella provincia di Macerata sale al 39,2%.
Un mondo, quello dei disoccupati, in cui spiccano i cosiddetti inattivi, cioè persone in età lavorativa che dichiarano di non cercare lavoro. Negli ultimi anni si ingrossano infatti le fila delle persone scoraggiate, che si considerano troppo vecchie o troppo giovani per trovare un lavoro, che pensano di non possedere le professionalità richieste dal mercato o più semplicemente persone convinte che non esistano occasioni di impiego. In Italia, la quota di under 30 inattivi è del 42,6%, di quasi quattro punti superiore al 38% della Francia ed al 30,9% della Germania.
Si tratta di record poco piacevoli, che, secondo Confartigianato, devono invitare a mettere in campo interventi concreti ed a rafforzare le misure sin qui adottate dagli enti territoriali, percorrendo strade diverse e più efficaci.
Un sostegno, quello all’occupazione, che sicuramente non può non prescindere da un impulso all’economia provinciale da attuare attraverso un supporto all’export, importante fronte di lavoro di Confartigianato Imprese Macerata in favore delle proprie imprese: solo in questo modo le aziende potranno acquisire commesse, aumentare i propri fatturati e quindi assumere personale.
Secondo l’Associazione è importante poi che si agisca sul fronte occupazione attraverso più direzioni: sicuramente attraverso incentivi che facilitino le assunzioni nei laboratori artigiani, utilizzando l’importante strumento dell’apprendistato, modello cardine dell’accesso alla professione nelle imprese artigiane. E’ necessario rilanciare inoltre i tirocini attraverso i quali dare la possibilità alle imprese di assumere giovani. Ciò è possibile anche attraverso azioni che favoriscano il ricambio generazionale: molte aziende rischiano di chiudere perché i figli non vogliono proseguire l’attività. Confartigianato sta da tempo intervenendo su questo fronte con il Progetto Domani, servizio di accompagnamento e tutoraggio per la creazione di impresa.
L’altra linea di intervento è secondo Confartigianato la formazione, che deve essere mirata. L’Associazione è fortemente impegnata nell’offrire ai giovani un’offerta formativa capace di rendere evidenti le interessanti potenzialità che le professioni artigiane possono offrire dal punto di vista di un ingresso rapido nel mondo del lavoro, delle opportunità imprenditoriali, delle prospettive economiche, dell’autonomia.
Un messaggio, quello dell’avvicinamento al lavoro manuale da parte dei giovani, che secondo Confartigianato è senza dubbio da attuare anche a partire dalla scuola, tramite la progettazione e la sperimentazione di modelli formativi ad hoc. Quella di coniugare istruzione e lavoro è infatti una direzione di intervento fondamentale che se adottata potrà mettere in moto nel prossimo futuro una spirale virtuosa di crescita economica ma anche sociale e culturale.
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Il peggio deve ancora venire. Con l’occasione, oltre ai dati forniti dalla Confartigianato vorrei evidenziare anche la crisi nel commercio. In alucni centri commerciali della provincia fanno contratti di settimana in settimana, per non parlare delle forti riduzioni di personale in filiali di importatnti società che hanno filiali qui nelle Marche. Mi riferisco all’Auchan di Ancona (su 254 dipendenti circa richiesta per 50 la mobilità, ma con accordi si passerà a contratti di solidarietà per tutti che vuol dire 254 persone con stipendio “precario2 e part-time), poi alla Conbipel che interessa le sedi di Ancona e Civitanova (riduzione del personale) e tante altre situazioni. Dispiace tanto, soprattutto per quelle persone over 40 che se andranno fuori dal mondo del lavoro sarà molto diffcile ritrovare il lavoro.
E’ UNA PIA ILLUSIONE, che possa riprendere il lavoro:
non bisogna essere degli esperti per darsi una risposta, lavoro non c’è e non arriverà, ne presto, ne tardi
una certa quantità di aziende hanno chiuso, morte e sepolte
Qualcuna ha delocalizzato
Altre che hanno avuto l’occhio l’ungo hanno approfittato della crisi, per rimodernare e ristrutturare, nel senso
che dove prima necessitavano 10 persone ora lo stesso lavoro lo si fa con 5.
Nuove aziende ? Niente di niente, bisogna essere pazzi per investire in Italia o nelle Marche, con queste infra
strutture, con questa burocrazia, con i tempi della giustizia, con l’accesso al credito, con una tassazione che
si porta via fino al 60 %, e con questi sindacati che sono la ciliegina sulla torta.
Chi è in grado scappa, avete notato la Merloni ? ed una miriade di altri ? Chi rimane fallisce.
Inutile che i politici illudano la gente, qui arriveremo al punto in cui non ci saranno più soldi per pagare gli
stipendiati statali, poi arriveranno le pensioni, a seguire la sanità, questo si verificherà se questa classe di
politici incapaci non pensa ad abbandonare il campo. Ci vorrebbe una Merkel per ogni comune, provincia
regione, o stato, l’Italia deve essere commissariata, altrimenti va a porta inferi, non c’è alternativa.
Siamo invasi da ladri, incapaci di governare, perché sono specializzati solo in ruberie, quindi non ci possiamo
aspettare la soluzione dei problemi da questa gentaglia.
O si fa la rivoluzione in cui tutti vanno cacciati, o siamo al tracollo, ed è inutile che Monti ci dica che la ripresa
è vicina, la reatà è che i disoccupati aumentano sempre di più, che le casse integrazione stanno scadendo
ed una quantità di lavoratori sono in mezzo alla strada. Ed a questo aggiungiamo che non se si pagano le tasse
ci tolgono anche la casa. E questi sarebbero i presupposti per la ripresa? Qui si sogna ad occhi aperti.