Canzoniere affettuosamente canzonatorio

La rivisitazione dei personaggi politici maceratesi (e non solo) attraverso brani musicali

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di Filippo Davoli

Il caldo, vissuto in città, è una bestia indomabile. Di giorno conviene tenersi al coperto, di notte in cerca di refrigerio, ci si ritrova al bar, ma non c’è un refolo uno che si decida – impietosito – a sollevare gli animi abbrutiti. Così, i più sensibili e ariosi (nelle intenzioni, se non altro) inventano giochi. A me piace sempre quello del Festival di Sanremo, in cui entrano in concorso personaggi che si conoscono, con canzoni che gli si potrebbero adattare, così come sono o leggermente modificate nel titolo. Faccio qualche esempio:

L’intero Parlamento italiano canta “Le mille balle blu”.

Il consiglio comunale di Macerata, impegnato nella discussione sul Bilancio, presenta “Alta marea”.

Irene Manzi non sa scegliere tra “Notti bianche” e “Il microfono no, non l’avevo considerato”.

Berlusconi in “Domani smetto” e Monti in “Domani smotto”

Francesco Micheli in “L’aura non c’è”

Pierluigi Pizzi in “Cos’hai trovato in lui”

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Marco Guzzini

Alferio Canesin, alle prese con la piscina di Viale Don Bosco, interpreta “La vasca”

Il Comitato per la statua della massoneria in “L’ultima occasione”

Il comitato per la statua di Padre Matteo Ricci in “Non c’è più niente da fare”

Il complesso (come si diceva una volta) del PD in “Rosso relativo”

Stefania Monteverde, nella foto col dito puntato di CM, in “Senza pietà”

Deborah Pantana, coi suoi emendamenti al Bilancio, in “Si può dare di più”

Giuliano Meschini, in rotta con la Giunta, in “Ti lascerò”

Fabio Massimo Conti in una cover di Vasco Rossi, “Bravo Giulio”

D’Alessandro e Nascimbeni in “Cuore matto”

Giorgio Ballesi in “Solo più che mai”

Ivano Tacconi, sempre fermissimo nelle sue posizioni, in “Io vorrei non vorrei ma se vuoi”

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Fabrizio Nascimbeni

Anna Menghi, memore del suo passato da sindaco, in “Gli uomini non cambiano”

Luigi Carelli in “Carte da decifrare”

Guido Garufi nella cover di Renato Zero “Niente trucchi stasera”

Il duo Sciapichetti-Meschini in “Noi non ci saremo”, ma non ci crede nessuno

Romano Mari in un vecchio successo di Rascel, “Vogliamoci tanto bene”

La città di Macerata interpreta Battisti dedicandolo a Ciaffi, “Ancora tu”

Tartabini recupera il successo di Gianni Bella “Non si può votare contro”

Bruno Mandrelli in “Vado via”

Con la rilettura di un successo degli Afterhours, il gruppo del PDL in “La sinfonia dei topi”

La rappresentanza della Lube, a proposito del Palazzetto, canta “Un pugno di sabbia”

Angela Merkel reinterpreta un successo di Marisa Sannia, “Casa banca”

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Antonio Pettinari

I soliti noti, affascinati dai New Trolls, cantano “Vorrei comprare una strada”

Marco Guzzini, per non perdere il passaggio sulla stampa, canta Baglioni in “Io sono qui”

Gianfranco Cerasi, tra commenti su CM e Movimento 5 Stelle, canta “Uno su mille ce la fa”

Pistarelli, Sacchi e Castiglioni interpretano – senza troppa convinzione – un successo dei Camaleonti, “Cambiamo musica”

Eliminato al primo turno, Canesin ci riprova con la piscina olimpionica in “Acqua azzurra acqua chiara”

Federica Curzi, tra consigli itineranti e assessorato per la pace, interpreta “Girotondo” di Fabrizio De André

Tonino Pettinari interpreta un successo di Gaber, “Destra, sinistra”

Ulderico Orazi canta “Eravamo quattro amici al bar”

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Guido Garufi

Romano Carancini, con la “nuova storia” che non ci sono i soldi, in un vecchio successo di Mina, “Il disco rotto”

Marco Blunno, spiegando i criteri del Bilancio, canta “Parole parole”

Sport Bianchini racconta la propria militanza politica con il brano “Tutto il resto è noia”

Gian Mario Maulo ci riprova con un brano dei Santo California, “Tornerò”

Matteo Zallocco canta “Storie di tutti i giorni”

Nicola Mancino canta “Piange il telefono”

E il magistrato di Palermo gli fa eco con “Ti sento”

Giuseppe Bommarito reinterpreta un successo di Ruggeri, “Peter Pan”

I dirigenti del Comune, alle prese con gli incentivi, in “Pensiero stipendio”

Giancarlo Liuti canta “C’è una ragione di più”

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Alferio Canesin

Gabor Bonifazi canta “La storia siamo noi”
*
Poi, all’orizzonte, ecco apparire mia zia che vorrebbe entrare nel novero anche lei. Mi viene da cantarle “Nun te reggae più” e capisco che è arrivato il momento di cambiare gioco.

 

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Irene Manzi

 



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