di Petra Carsetti
La primavera ci offre una miriade di erbe spontanee. Da bambina vedevo spesso le donne del paese raccogliere vicino ai greppi delle strade dei germogli. Erano le vitalbe (in dialetto le vitalle), con le quali facevano delle frittate sfiziose. A parte la bontà di questa frittata, ritengo importante perpetuare le tradizioni dei nostri nonni e per questo, quando mi è possibile, la propongo ai miei ospiti.
INGREDIENTI:
un mazzetto di vitalbe olio
1 fetta di pancetta magra sale
4 uova
Lessate per cinque minuti le vitalbe (usare solo il germoglio). In una padella antiaderente mettete un po’ d’olio e la pancetta tagliata a cubetti lasciandola soffriggere fino a quando non diventa quasi croccante, unite a questo punto le vitalbe tagliate grossolanamente e il sale. Lasciate insaporire per 2-3 minuti, aggiungete le uova sbattute e salate.
Il vino in abbinamento può essere una Passerina di Offida, Spumante che in forza dell’anidride carbonica pulisce benissimo il palato. Se si preferisce maggiore struttura, ideale per questo piatto è il Pecorino, purché non abbia fatto legno. In quel caso il vino sarebbe troppo strutturato e rischierebbe di deprimere il sentore leggermente amaro delle vitalbe.
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Specificate che bisogna usare SOLO i germogli perchè è una pianta che contiene degli alcaloidi tossici. 😉
Aridaje Petra co ste bontà culinarie!!
Comunque hai ragione, le vitalbe, dette anche vitigli, sono poco conosciute e molte buone fatte in vari modi.
Io le ho provate grazie proprio a tua madre perchè ce ne erano molte vicino alle aziende dove lavoravamo.
ciao
Liana Paciaroni