La Settimana Santa è iniziata con un miracolo in Corso Cavour. Questa mattina, infatti, intorno alle 8,45, un decoro del peso di mezzo chilo si è staccato dalla facciata della chiesa dell’Immacolata a Macerata e si è frantumato a terra in mille pezzi, senza colpire nessuno, nonostante il marciapiede sia nella via centralissima un continuo andirivieni di gente. La decorazione in calcestruzzo si trovava nella parte più alta della facciata proprio sotto al cornicione. A dare l’allarme gli agenti della Polizia di Macerata che hanno richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, i quali hanno controllato centimetro per centimetro i trecento metri quadri della facciata e tolto tre secchi di parti pericolanti. Per motivi di sicurezza è stato anche transennato l’ingresso centrale della chiesa. L’Immacolata ha infatti più di un secolo e non sono stati effettuati i lavori di manutenzione che così tanto tempo richiede.
La costruzione della Chiesa dell’Immacolata comincia il 20 agosto 1893, con l’inizio della sua costruzione. Di stile rinascimentale, è stata disegnata dall’architetto Giuseppe Rossi di Fermo. Ornata all’esterno con statue di Giulio Tadolini, mosaici e maioliche, all’interno ha 10 colonne di marmo rosso di Verona e marmi di Carrara, che compongono tre navate e sostengono uno splendido soffitto a cassettoni. I dipinti sono opera del romano Virginio Monti e rappresentano episodi della vita della Madonna e la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.
Tutto il complesso è frutto di una sottoscrizione effettuata prima da don Vincenzo Jacoboni, che in Francia raccolse denaro tra gli emigrati italiani, ed in seguito dal fratello del sacerdote, che con la collaborazione di cittadini maceratesi riuscì a completare l’opera. La chiesa venne benedetta e inaugurata il 20 agosto 1905 dal cardinal Cassetta che incoronò la Madonna.
Da allora la chiesa non ha subito interventi di ristrutturazione e l’episodio di questa mattina ne ha evidenziata la necessità.
Fortunatamente nessuno si è fatto male come ad esempio era accaduto in una vicenda simile in via Carducci lo scorso dicembre quando due lastroni di marmo si staccarono e colpirono il 53enne maceratese Fabrizio Angeletti (leggi l’articolo).
(Foto di Guido Picchio)
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che peccato —
Forse Qualcuno ci sta facendo capire che bisognerebbe alzare un po’ di più gli occhi al cielo —
🙂
Ecco una bella lettera pubblicata su La Preparazione del 9 Gennaio 1916:
Per amore dell’Arte
Lontanissimo dal volere intavolare una polemica con l’articolista del Cittadino – pure mi trovo costretto ad una breve replica, per il fatto che questi scientemente si è compiaciuto di travisare il mio pensiero. Io ò accennato è vero, ad alcune chiese, le quali – piuttosto che fare opera men che degna, hanno preferito lasciare incompleta per secoli la loro facciata, ma non mi sono mai sognato di affermare che altrettanto si sarebbe dovuto fare per la chiesa di via Cavour,. Ed è puerile l’affermazione del Cittadino. Quando all’articolo, si era dichiarato in precedenza, che qualche ditta aveva presentato preventivi tali per i lavori in parola da dimostrare che tenue era la differenza tra la spesa per la decorazione della facciata in pietra, a quella in acqua impastata (lavorata bene che sia) ciò non poteva implicare una sosta di un secolo per il completamento della facciata della chiesa. Lasciamo quindi da parte i secoli e non vogliamo guazzare nel ridicolo. Che dire poi della spesa di L. 10.000 per tre statue, mentre come si intuisce – si difettava di denaro per l’esecuzione del lavoro? Non sarebbe stato più logico e razionale rimandare a miglior epoca l’acquisto delle statue, che costituiscono un accessorio, e cercare in modo più conveniente, e cioè con eseguire la parte decorativa della facciata in travertino, marmo, o pietra? Lascio al pubblico imparziale il giudizio sulle mie osservazioni.
Un ammiratore dell’Arte
(Alessandro Gabrielli)
Gabor.
Lei sicuramente – i suoi articoli di solito lo evidenziano – e’ sempre molto attento ed enormemente edotto su tutto quello che la sua professione richiede – attenzione e rispetto per tutto ciò che riguarda l arte e tutti i suoi risvolti – culturali e sociali –
Pero ‘ a mio avviso questa volta – con il testo ” per amore Dell arte di tale Alessandro Gabrielli – lei ha voluto evidenziare una mancanza di riguardo manutentivo verso un bene artistico- che poteva essere evitato magari dandogli priorità – piuttosto che darla ad altri elementi artistici di più fresca partorienza –
Questa volta pero’ e non per sua colpa la verità e un altra .
Vede – la parrocchia Della Chiesa in questione forse non avrà ottemperato a quelle misure manutentive che di solito si richiedono-ma forse perché ha preferito destinare quei fondi ad altri interventi e con ben altre priorità- forse interventi -meno artistici ma con molta piu rilevanza umana –
Lei ha mai sentito parlare di Wolisso ?? Se ne ha tempo e voglia – lo faccia …
Tutto quello che leggera’ al riguardo
e’ dipeso dalla buona volontà dei
sacerdoti della parrocchia in questione – di qualche illustre articolista della testata che ci ospita
e di tanti uomini di buona volontà –
Le rammento che anche il Colosseo necessita di interventi manutentivi
–
Ciò detto cmq la mia stima per lei
rimane inalterata .
@gaborarch
Buon sangue non mente!
Alessandro Gabrielli oggi sarebbe più che orgoglioso di tale nipote.
@claudio sellone
Alessandro Gabrielli, mio nonno materno, faceva il marmista e quindi era più portato all’utilizzo di materiali tradizionali anche per interessi di bottega. Tuttavia il cemento risulta di difficile restauro e consolidamento per via della polverizzazione e soprattutto a causa dei ferri scoperti che arrugginiscono e dei vari additivi impiegati in maniera sperimentale. La stessa cosa vale per il Palazzo degli Studi che continua a perdere pezzi.