di Filippo Ciccarelli
(foto di Guido Picchio)
Si chiama “Incubatoio d’impresa – Rotary per le nuove generazioni” l’ultimo progetto del Rotary Club a favore dei giovani che vogliano sviluppare un’idea per l’impresa o avviare in prima persona una nuova realtà imprenditoriale. Il progetto ha avuto il sostegno incondizionato non solo da tutti i 6 club della provincia (Camerino, Civitanova, Macerata, Macerata “Matteo Ricci”, Recanati e Tolentino), ma pure da quello di Loreto; molti anche i partner istituzionali, a partire dalle Università di Macerata e Camerino, la Camera di Commercio di Macerata, il Comune di Loreto, Confindustria Macerata e la Fondazione Carilo.
E proprio l’importanza di unire la formazione accademica all’esperienza lavorativa è stato uno dei punti sottolineati dal Rettore dell’Ateneo maceratese, Luigi Lacchè: “questo progetto vuole indicare un percorso preciso, e viene realizzato in un territorio che fa della cultura d’impresa uno strumento strategico. Non possiamo quindi che dare il nostro massimo appoggio, come Università di Macerata. Per quella che è la mia esperienza, vedo che i ragazzi vogliono sperimentare il mondo del lavoro già durante gli anni della formazione accademica, e penso che questa iniziative come questa presentata dal Rotary siano solamente positive, perché solo così i laureati possono ricevere una preparazione completa. I giovani hanno molte energie da spendere, noi dobbiamo sapere come attivarle”.
Anche il Rettore dell’Università di Camerino, Flavio Corradini, ha elogiato il progetto voluto dal Rotary: “la nostra Università offre un’immediata disponibilità e collaborazione, un’iniziativa del genere è importantissima. Noi abbiamo iniziato da 5 anni un percorso di orientamento per laureandi e laureati indirizzato all’autoimprenditoria ed all’imprenditoria giovanile, e lavoriamo anche nel contesto dell’impresa creativa. Come Unicam abbiamo attivato 9 spin-off, l’ultimo con il Camerun, e siamo consapevoli della necessità di saper comunicare coi giovani e di saper gestire l’innovazione. Negli spin-off incubatori d’impresa, in ogni caso, non ci sono solo ragazzi, ma anche imprenditori già affermati che hanno bisogno di aggiornarsi costantemente, perché i giovani sono un serbatoio continuo di idee e proposte nuove. Nelle Marche c’è molto bisogno di fare massa critica, e per far ciò bisogna essere a contatto con i giovani. Possiamo contribuire grazie alle nuove professionalità, visto che oggi le Università hanno uffici che si occupano del trasferimento tecnologico, e pure sull’importante tema della gestione della proprietà intellettuale; un’idea, per quanto possa essere buona, ha bisogno di essere “incassettata” e tutelata per essere immessa sul mercato”.
Attenzione ai giovani e alle loro idee, dunque, perché i ragazzi “non sono tutti bamboccioni o sfigati”, come sottolinea con una certa arguzia Stefano Clementoni, riferendosi alle esternazioni del compianto ministro Tommaso Padoa-Schioppa e dell’attuale viceministro al Welfare, Michel Martone. “Ci rivolgiamo non solo ai giovani che cercano lavoro, ma anche a coloro che lo vogliono creare: vogliamo aiutarli avvalendoci delle nostre professionalità. Il bando, che scadrà il 15 aprile, è rivolto a tutti ed è consultabile su internet, ma è preferibile che a partecipare siano persone di età compresa tra i 18 ed i 35 anni. Questo è solo l’inizio di un percorso che cominciamo quest’anno, ma che è idealmente collegato a quanto fatto dal Rotary lombardo col progetto Virgilio, al quale ci ispiriamo”. E per spiegare il progetto Virgilio, è stato invitato il presidente del Rotary Club Milano Ovest, Italo Ferrante. “Ricordo” spiega Ferrante “che siamo partiti nel 1997, prima di costituirci come associazione nel 2001. Decidemmo di attivarci perché avevamo capito già allora che in Lombardia il mercato del lavoro cominciava a perdere colpi, e che c’era bisogno di sostegno per i neoimprenditori. Da allora abbiamo preso in esame 560 casi, che sono una cifra considerevole per quel che sono le nostre possibilità.
Abbiamo coinvolto le realtà e le istituzioni locali, come le Università, le camere di commercio, le associazioni di categoria, che sono partner fondamentali attraverso i quali abbiamo fatto conoscere al pubblico l’esistenza del nostro programma d’aiuto. Un programma rivolto a tutti i cittadini, italiani ed immigrati, non solo di giovane età; visto il contesto di profonda crisi in cui viviamo, molti uomini e donne di mezza età che hanno perso il lavoro ed hanno deciso di ricominciare mettendosi in proprio, si sono rivolti ai nostri professionisti. Credo che il tema del lavoro sia la sfida che il Rotary International debba affrontare a livello planetario: il mio obiettivo è quello di lasciare ai miei figli e ai miei nipoti un Paese che non sia decrepito, da buttar via, ma un’Italia che abbia ancora un futuro”.
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