Dall’avvocato Andrea Marchiori riceviamo:
La “manovra Monti”, nota anche come “salva Italia”, introduce una innovativa ed apprezzabile normativa in tema di tributi comunali sui rifiuti.
Dal primo gennaio 2013 entrerà in vigore il nuovo sistema di imposizione che prevederà un tributo unico interamente remunerativo del costo di raccolta, smaltimento e servizi assimilati. La struttura del provvedimento è abbastanza tecnica ma si possono esaminare alcune differenze con l’attuale sistema e soprattutto immaginare cosa può cambiare realmente per il nostro Comune.
Anzitutto la copertura integrale del costo, che era obbligatoria per i soli comuni in dissesto finanziario. Il comune di Macerata pur non ricorrendone il presupposto, ne aveva fatto proprio il principio con la nota delibera della Giunta 62/2011 e, pertanto, non dovrebbero essere prevedibili aumenti, a meno che i costi sostenuti nel 2011 siano ulteriormente aumentati. In effetti la richiamata delibera si chiudeva con una enigmatica aspettativa “salvo verificare poi a fine anno l’effettivo indice di copertura e procedere ai necessari aggiustamenti per il 2012″. Qualcuno ha sostenuto che la fallimentare operazione Smea e la mancanza di una discarica in provincia, in effetti, potrebbe determinare un maggior onere per in nostro comune.
Il Tributo, comunque divenuto assai gravoso per i cittadini maceratesi, è stato sempre ritenuto iniquo in quanto calcolato unicamente sulla superficie degli immobili senza alcun criterio legato all’effettiva produzione di rifiuti da parte del contribuente e proprio su tale questione l’Assessore Blunno aveva spiegato che, a legislazione allora vigente, non si poteva fare diversamente. La nuova tassa consente, invece, di modularne l’entità in funzione di parametri quali la qualità e quantità dei rifiuti prodotti su più tipologie di superficie, la composizione del nucleo familiare, la saltuaria occupazione dei locali, ecc. Inoltre i comuni possono prevedere riduzioni ed esenzioni per categorie reddituali purché vengano iscritti in bilancio i relativi oneri così da non gravare sugli altri contribuenti.
In sostanza una tassa realmente commisurata al servizio reso (tanto minore la spesa quanto maggiore sarà l’efficienza del sistema di raccolta e smaltimento), un tributo personalizzato all’effettiva produzione di rifiuti ed alla tipologia di attività svolta.
Il regolamento attuativo dei criteri sopra indicati verrà adottato dal Governo per la parte generale e dal Consiglio Comunale per gli aspetti particolari (ci sono ben quattro richiami espliciti alle facoltà del Consiglio Comunale).
La novità non e’ di poco conto perché impegnerà tutti i Consiglieri nella predisposizione di un regime di contribuzione veramente federale ed equo. Dobbiamo quindi aspettarci che tutti i Consiglieri di maggioranza ed opposizione si preparino accuratamente sugli aspetti tecnici e dimostrino di saper cogliere l’importanza della responsabilità che il legislatore gli ha attribuito.
L’attuale problema di casa nostra è, come da più parti lamentato, legato alla modesta quantità di raccolta differenziata, fenomeno che non pare superabile nel breve periodo per l’assenza di un incisivo programma razionalizzato rispetto ai quartieri. Su tale questione il comma 17 dell’art. 14 recita “Nella modulazione della tariffa sono assicurate riduzioni per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche” e, ancora, al comma 29 “I comuni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico possono, con regolamento, prevedere l’applicazione di una tariffa avente natura corrispettiva, in luogo del tributo”. E’ evidente che tali previsioni, per quanto innovative, potranno trovare scarsa applicazione per noi maceratesi se non verranno raggiunte performance migliori.
Inutile negare che dagli amministratori ci aspettiamo una risposta concreta alle esigenze vecchie e nuove in tema di raccolta ma le critiche sono giustificate se accompagnate ad una crescente consapevolezza del fatto che dedicare un pò più di attenzione alla raccolta differenziata significa ottenere un risparmio di spesa.
In occasione di una assemblea di giunta itinerante l’Assessore Valentini disse che, purtroppo, in centro storico era stata avviata la raccolta “porta a porta” che non era però “differenziata” ed una risentita residente replicò che lei e molti altri, autonomamente, facevano ugualmente la differenziata con il comprensibile sacrificio di portare i rifiuti fuori dalle mura! Ecco, questo aneddoto rende bene l’idea di come i cittadini maceratesi siano stati sino ad ora più responsabili degli amministratori sul tema rifiuti.
Sempre l’Assessore Valentini aveva detto che l’amministrazione voleva attendere l’esito della trattativa Smea-Cosmari prima di avviare il nuovo progetto sulla differenziata e che al 2011 era stata introdotta solo una sperimentazione a campione.
Ora non vi sono più ostacoli che possano giustificare altrettanta inerzia da parte del Comune, il tempo della sperimentazione appare ormai superato e la scadenza di fine anno non deve sembrare lontana se si vuole attuare quanto disciplinato dalla riforma.
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“..e proprio su tale questione l’Assessore Blunno aveva spiegato che, a legislazione allora vigente, non si poteva fare diversamente”
Non si poteva fare diversamente perchè non c’era la volontà politica di farlo in quanto a Macerata ci sono tante seconde e terze case sfitte.
A me risulta che nella vicina Corridonia è da diversi anni che la TARSU si paga in base ai componenti del nucleo familiare, ma magari mi sbaglio.