Da Marco Guzzini, consigliere comunale del Pdl Macerata, denuncia lo stato di sporcizia e degrado delle zone di Fontemaggiore e contrada Santo Stefano:
“In questi ultimi mesi abbiamo denunciato più volte il pericoloso aumento di quartieri e vie cittadine abbandonate nel degrado. Dal centro storico alle frazioni.
Abbiamo più volte chiesto all’amministrazione comunale di intervenire con forza , non solo sollecitando gli organi preposti alla pulizia cittadina, ma principalamente disponendo atti e regolamenti comunali volti a migliorare la vivibilità e la convivenza civile delle stesse vie e degli stessi quartieri.
Passeggiando in Via Fontemaggiore e C.da S.Stefano ho potuto verificare di persona il clamoroso stato di abbandono e di degrado presente.
Le foto scattate valgono più di molte parole.
CAPITOLO DECORO PUBBLICO – Sporcizia, rifiuti abbandonati in strada, verde pubblico non curato, muri imbrattati.
Sono rimasto molto colpito per come, di fatto, è stata totalmente lasciata nel degrado e nell’incuria del tempo un luogo come la Fonte, storia della città ed ancora oggi meta di visite turistiche.
E’ DAVVERO VERGOGNOSO! Il piazzale della Fonte è divenuto una discarica a cielo aperto. Si trova di tutto. Cartacce. Vetri.Fogli di giornali.Addirittura all’interno delle vasche si trovano bottigile di birra.. INCREDIBILE!!
Verde pubblico non curato ed escrementi di animali fanno da cornice a quanto già detto e rendono di fatto difficoltoso il cammino all’interno del piazzale. Le mura della fonte sono ormai diventate spazio libero per scrivere qualsiasi cosa. Per fortuna che stiamo parlando di un monumento storico!!! Anche in questo caso, le foto parlano chiaro.
E’ davvero inspiegabile come la mancanza di controlli e di manutenzioni da parte dell’amministrazione possano ridurre in questo stato un gioiello artistico e storico della città.
Invierò le foto in Comune e ne farò tema di un ordine del giorno in occasione del prossimo Consiglio comunale.
CAPITOLO VIABILITA’ – in via Fontemaggiore e nella vicina C.da S.stefano il problema appare principalmente uno: la sosta dei veicoli. In via Fontemaggiore la strada è molto stretta ed il parcheggio dei veicoli su entrambi i lati rende spesso difficoltoso il transito. Transito che aumenta ogni giorno di più, principalmente dopo l’apertura della strada che collega Villa Potenza a Macerata e che di fatto permette, proprio attervarso via Fontemaggiore e C.da S.Stefano, di raggiungere il centro cittadino. La segnaletica veriticale di divieto di sosta è poco visibile e tutt’ora è difficilmente definibile dove si può parcheggiare e dove invece no. La poca chiarezza della situazione e la straordinaria celerità delle multe che vengono comminate nella zona rendono immediato un passaggio consiliare per approfondire la questione.
In contrada S.Stefano cambia la segnaletica. Il parcheggio è libero. Il problema, però è l’assoluta mancanza di strisce BIANCHE!!!!! che dovrebbero regolare le zone di sosta. Si parcheggia ovunque anche dove non si dovrebbe. Spesso si crea , nel piazzale, una colonna di auto centrale che rende molto pericoloso il transito. Nel punto dove si restringe la carreggiata, parcheggiare su entrambi i lati, fa sì che si possa procedere solo un veicolo alla volta con tutti i rischi che ne conseguono. Anche in questo caso le foto sono molto esplicative.
Prendendo atto di tutto ciò, interrogherò l’amministrazione e la inviterò , di fatto, a migliorare il piano di sosta nella zona.
Si tratterebbe di un’assunzione di responsabilità fondamentale.
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Come mai il consigliere ha dimenticato di fotografare quell’incompiuta che sovrasta e recinge Fonte di Ciambrione detta anche delle Trippe?
@Gabor
Credo che non sia stata fatografata semplicemente perchè le rampicanti intrecciate sulla impalcatura sono diventate talmente fitte da nasconderla, a pensare che era in ristruttturazione!!!!
Questa è l’amministrazione Carancini e purtroppo ce la dobbiamo tenere.
Macerata dei carini: Angelo Ciaffichetti di Montirozzo e la sua fantastica amica Giulia Sofia.
E che dire di Fonte Agliana? Probabilmente non se la ricorda più nessuno o, addirittura, in molti non ne hanno mai sentito parlare. Ora al suo posto c’è un “bosco”. Verosimilmente ne resta memoria solo attraverso una pubblicazione del Signor Bonifazi scritta negli anni Ottanta.
Mi piacerebbe conoscere, a tal proposito, il pensiero degli attuali amministratori!
@ Francesca Rossi
Grazie per l’intervento! Tuttavia dubito che il consigliere Indiana Jonnes delle foglie secche riesca a trovare Fonte Agliana. Inoltre questi interventi superficiali lasciano il tempo che trovano come pure le solite interrogazioni autoreferenziali che si piegano come canne al vento. E’ vero comunque che la zona di Fonte Maggiore è stata devastata da nuove costruzioni che probabilmente hanno inciso in maniera determinante sulle falde riuscendo a cambiare il corso delle acque di vena. Non vorrei che le infiltrazioni della galleria, chiamata per ironia della sorte “delle fonti” sia in parte dovuto proprio ad un dissesto idrogeologico. Eppure la saggezza popolare avvertiva: “Solo li sordi manda l’acqua per l’insù”.
Assolutamente d’accordo Signor Bonifazi! Ciò che mi lascia letteralmente interdetta è che sul finire degli anni Novanta (prenda la data con le pinze che potrebbe essere stato anche il 2001, o 2002, non ricordo esattamente!), nell’ambito del progetto “La scuola adotta un monumento”, l’Istituto Tecnico per Geometri di Macerata promosse un’attività di rilievo topografico-geometrico di alcune tra le più importanti fonti maceratesi, al fine di promuovere il loro restauro. Mi sembra ancora di ricordare che fu l’Amministrazione di allora a incentivare questi progetti. Ricordo precisamente che vennero fatti i rilievi di Fonte Maggiore, di Fonte Agliana (numerosi furono i novelli Indiana Jones, ma qualcuno provvedette addirittura a tagliare arbusti ed alberelli!), di Fonte della Quercia (l’unica forse a non essere stata abbandonata), e anche di Fonte delle Trippe (o Fonte di Ciambrione). Nella stessa occasione venne studiata “l’Ammattonata”, antichissimo percorso che nel giro di pochi anni è stato cementificato con quegli orribili garage-parcheggi.
Insomma, come abbiamo fatto, nel giro di pochi anni, a dimenticarci di tutto questo? Perchè nessuno si ricorda più che dove ora sorge il parcheggio dei Giardini Diaz una volta vi era un’antichissima fonte e quel cartello appeso agli ascensori “PRESENZA DI ACQUA IN FOSSA” ci ricorda ogni giorno cosa abbiamo fatto a favore della comodità dell’attracco meccanizzato? Perchè quando si parla di “Fonte Scodella” pensiamo solo alla Lube e alle future piscine e nessuno ricorda che il luogo prende il nome da una fonte?
@ Francesca Rossi
Lei mi invita a nozze! La sua polemica è figlia della letteratura e dell’impegno civile. Tuttavia Lei gira il coltello in una piaga mai rimarginata quando cita l’Ammattonata fatta costruire da Alessandro Pallantieri nel 1565 e Fonte Scodella. Lei mi riporta indietro di trent’anni, cioè al periodo in cui sollevai il problema delle fonti. Eppure quando non esisteva ancora il concetto di cultura immateriale molti comuni si adoperarono al recupero delle fontane intese come luoghi del lavoro delle lavandaia. Non c’è dubbio che alcune associazioni anconetane accolsero il mio grido d’allarme e provvidero al restauro della Fonte del Calamo detta anche delle Tredici cannelle. Il metodo Fonte Agliana ebbe un successo tale da essere riportato in S. Anselmi, “Marche”, Giulio Einaudi Editore, 1987.
Purtroppo a Macerata la cultura si nutre di melassa all’interno di quella casamatta gramsciana chiamata “stati generali”.
Ora la domanda: Sa dove si trova Fonte Scodella?
sono vicino casa mia da piccola ci andavo sempre a giocare mi dispiace che le abbiano lasciate abbandonate a se stesse 🙁
La mia polemica è, prima di tutto, figlia di un amore non corrisposto (o comunque molto poco ricambiato) per la mia Macerata! La cosa iniziò anni fa, proprio con un piccolo libricino fucsia trovato per caso: <>! E’ quindi con estremo piacere che oggi contravvengo ad una delle mie regole auree, ovvero intervenire nei dibattiti di CM, dato l’interlocutore privilegiato (Lei, caro Gabor), con cui posso intrattenermi. Ricordo che lessi con avidità il testo, e che con ancora maggiore interesse cercai di approfondire l’argomento studiando tutta l letteratura disponibile.
Ahimè, il risveglio fu amaro! Iniziai una trepidante e affannosa ricerca di tutte le circa 30 fonti citate, partendo proprio da Fonte Agliana. Non ho il coraggio di dire quanto rimasi sconvolta trovandomi di fronte un bosco e qualcosa che vagamente somigliava ad un muro abbondantemente fuori piombo e malamente appoggiato a precari puntelli lignei.
Il passaggio successivo fu FonteScodella. Mi aspettavo una fonte maestosa, seconda per dimensioni solo a Fonte Maggiore. Uno choc. Non credo che Macerata meriti questo. Non credo che l’Ammattonata meritasse ciò che le è stato fatto. Non credo che Fonte delle Trippe meriti di essere stata inglobata in un cantiere.
Credo che sia giunto il momento di fare qualcosa, di destare qualche animo “nobile” ancora disponibile sul mercato. Confido in Lei, Signor Gabor, confido nella Sua sensibilità, nella Sua attenzione, oggi come allora, nei NOSTRI monumenti!
@ eva
Visto che Lei usa il plurale potrebbe confondere Fonte Scodella con Fonte di S. Maria Maddalena.
@ Francesca Rossi
E dire che il recupero di alcune fontane rientrava in un piano triennale:
http://www.comune.macerata.it/download/scheda2dcc22.pdf
P.S. Se mi fa avere l’indirizzo le invierò l’ultimo libricino: “L’Osteria del Marangoni” . (gabor.bonifazi@gmail.com)
@ Marco Guzzini
Al fine di evitare il solito O.d.g. superficiale mi permetto di consigliarLe la lettura del seguente libro: L. PACI, “La pieve di Santo Stefano in Macerata”, Grafiche Fioroni S.r.l., Casette d’Ete, s.d., (1994?).