Il senatore Maurizio Sacconi sceglie Macerata per presentare il suo ultimo libro “Ai liberi e forti. Valori, visione e forma politica di un popolo in cammino” (ed. Mondadori), giovedì 1 dicembre alle 18 presso l’antica biblioteca della facoltà di Giurisprudenza. Il titolo del volume rimanda al celebre appello del Partito Popolare di Don Luigi Sturzo datato 1919, quanto mai attuale in uno scenario storico e politico così incerto e in rapido cambiamento, che spronava gli italiani a “cooperare ai fini superiori della Patria senza pregiudizi né preconcetti”. Ma chi sono oggi i “liberi e forti”?
“Sono gli umili costruttori del benessere -spiega l’ex ministro- un popolo ancorato ai valori della tradizione nazionale che ha saputo resistere al fascino delle ideologie totalitarie, che diffida degli interessi particolari che pretendono di farsi bene comune ed è responsabilmente orientato a non attendere con passività dallo Stato le risposte ai propri bisogni, perché intento a costruirle attraverso forme comunitarie”. Questo popolo “umile e laborioso” diventa così la guida per portare il Paese verso una nuova stagione di sviluppo. Nel libro viene valorizzata la vocazione all’accoglienza e all’integrazione della società italiana, l’antica attitudine all’universalismo e al rispetto delle altre culture. Tra gli esempi citati anche il missionario maceratese Padre Matteo Ricci, fautore di un proficuo processo di integrazione tra popoli e religioni (quella occidentale e quella cinese) profondamente diverse tra loro. “Ai liberi e forti” è un manifesto politico e culturale che si propone di “ancorare il futuro ai valori della tradizione”, un appello a tutti i moderati e ai cattolici che non attendono con passività dallo Stato le risposte ai propri bisogni, perché intenti a costruirle attraverso forme comunitarie. Il dibattito è organizzato dall’Associazione Culturale Idea Macerata e dal Circolo Luigi Sturzo di Tolentino.
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……visione e forma politica di un popolo in cammino….
Certo che è un cammino assai coerente passare dal PSI al PdL…
Non è questo certamente il caso ma sorge il dubbio che persumibilmente si sta parlando di cammino, da una poltrona all’altra o da un incarico all’altro, da perfetto politiculo nostrano…
Partito Popolare Italiano
A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le enrgie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della “Società delle Nazioni”.
E come non è giusto compromettere i vantaggi della vittoria conquistata con immensi sacrifici fatti per la difesa dei diritti dei popoli e per le più elevate idealità civili, così è imprescindibile dovere di sane democrazie e di governi popolari trovare il reale equilibrio dei diritti nazionali con i supremi interessi internazionali e le perenni ragioni del pacifico progresso della società.
Perciò sosteniamo il programma politico-morale patrimonio delle genti cristiane, ricordato prima da parola angusta e oggi propugnato da Wilson come elemento fondamentale del futuro assetto mondiale, e rigettiamo gli imperialismi che creano i popoli dominatori e maturano le violente riscosse: perciò domandiamo che la Società delle Nazioni riconosca le giuste aspirazioni nazionali, affretti l’avvento del disarmo universale, abolisca il segreto dei trattati, attui la libertà dei mari, propugni nei rapporti internazionali la legislazione sociale, la uguaglianza del lavoro, le libertà religiose contro ogni oppressione di setta, abbia la forza della sanzione e i mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro le tendenze sopraffatrici dei forti.
Al migliore avvenire della nostra Italia – sicura nei suoi confini e nei mari che la circondano – che per virtù dei suoi figli, nei sacrifici della guerra ha con la vittoria compiuta la sua unità e rinsaldta la coscienza nazionale, dedichiamo ogni nostra attività con fervore d’entusiasmi e con fermezza di illuminati propositi.
Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i Comuni – che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private. E perché lo Stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell’Istituto Parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto delle donne, e il Senato elettivo, come rappresentanza direttiva degli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali: vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l’autonomia comunale, la riforma degli Enti Provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali.
Ma sarebbero queste vane riforme senza il contenuto se non reclamassimo, come anima della nuova Società, il vero senso di libertà, rispondente alla maturità civile del nostro popolo e al più alto sviluppo delle sue energie: libertà religiosa, non solo agl’individui ma anche alla Chiesa, per la esplicazione della sua missione spirituale nel mondo; libertà di insegnamento, senza monopoli statali; libertà alle organizzazioni di classe, senza preferenze e privilegi di parte; libertà comunale e locale secondo le gloriose tradizioni italiche.
Questo ideale di libertà non tende a disorganizzare lo Stato ma è essenzialmente organico nel rinnovamento delle energie e delle attività, che debbono trovare al centro la coordinazione, la valorizzazione, la difesa e lo sviluppo progressivo. Energie, che debbono comporsi a nuclei vitali che potranno fermare o modificare le correnti disgregatrici, le agitazioni promosse in nome di una sistematica lotta di classe e della rivoluzione anarchica e attingere dall’anima popolare gli elementi di conservazione e di progresso, dando valore all’autorità come forza ed esponente insieme della sovranità popolare e della collaborazione sociale.
Le necessarie e urgenti rifrome nel campo della previdenza e della assistenza sociale, nella legislazione del lavoro, nella formazione e tutela della piccola proprietà devono tendere alla elevazione delle classi lavoratrici, mentre l’incremento delle forze economiche del Paese, l’aumento della produzione, la salda ed equa sistemazione dei regimi doganali, la riforma tributaria, lo sviluppo della marina mercantile, la soluzione del problema del Mezzogiorno, la colonizzazione interna del latifondo, la riorganizzazione scolastica e la lotta contro l’analfabetismo varranno a far superare la crisi del dopo-guerra e a tesoreggiare i frutti legittimi e auspicati della vittoria.
Ci presentiamo nella vita politica con la nostra bandiera morale e sociale, inspirandoci ai saldi principii del Cristianesimo che consacrò la grande missione civilizzatrice dell’Italia; missione che anche oggi, nel nuovo assetto dei popoli, deve rifulgere di fronte ai tentativi di nuovi imperialismi di fronte a sconvolgimenti anarchici di grandi Imperi caduti, di fronte a democrazie socialiste che tentano la materializzazione di ogni identità, di fronte a vecchi liberalismi settari, che nella forza dell’organismo statale centralizzato resistono alle nuove correnti affrancatrici.
A tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell’amore alla patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degl’interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano e rispettano le virtù morali del nostro popolo, a nome del Partito Popolare Italiano facciamo appello e domandiamo l’adesione al nostro Programma.
Roma, lì 18 gennaio 1919
LA COMMISSIONE PROVVISORIA
On. Avv. Giovanni Bertini – Avv. Giovanni Bertone – Stefano Gavazzoni – Rag. Achille Grandi – Conte Giovanni Grosoli – On. Dr. Giovanni Longinotti – On. Avv. Prof. Angelo Mauri – Avv. Umberto Merlin – On. Avv. Giulio Rodinò – Conte Avv. Carlo Santucci – Prof. D. Luigi Sturzo, Segretario Politico.
Leggendo l’appello di cui sopra credo che molti politici dovrebbero togliersi il cappello in segno di rispetto e pochi,veramente pochi, potrebbero avere l’onore di parlarne.
@Giuseppe, hai fatto benissimo a pubblicare l’Appello di Sturzo. Però non capisco il tuo giudiio di chiusura.
Don Sturzo sarebbe contrario a visioni manichee secondo cui ” pochissimi potrebbero parlarne” No, meglio che se ne parli da chicchessia. Di questi tempi la cura deve essere propinata a tutti.
@ mus rugens
Si, mi hai fatto riflettere e devo dire che hai ragione.
Hai ragione pero’ purchè chi ne parla lo faccia per convinzione e non per crearsi un’immagine che non corrisponde al suo agire.
Ma davvero ci “meritiamo” tutti……questi signori?
Nel breve tempo di poche settimane i Maceratesi hanno avuto l’onore di ospitare:
Scilipoti (ha presentato il suo libro a Civitanova);
Belpietro (lezione sull’economia);
Sacconi (presenterà il suo capolavoro oggi). E’ poi lo stesso Maurizio Sacconi
che insieme agli altri vari fedelissimi di Craxi (Cicchitto,Brunetta,Tremonti,
De Michelis,Frattini) oggi è nel PdL del Cavaliere.
Nessun commento, basterebbe usare la memoria…..sempre troppo corta in Italia.
Chi saranno……i prossimi? Ipotizzo: Dell’Utri, Calderoli, Cesa, Giovanardi e perchè no…lo stesso Berlusconi.
Ma è possibile che ci tocchino sempre i……peggiori?
Buona visione.
Cordialmente.
Antonio Oro.