Sia pure con un po’ di fatica per il malpancismo dell’Idv e dei Comunisti italiani, è stato superato lo scoglio della pesante censura giuridica ed etica presentata dal Pdl contro Romano Carancini, colpevole, secondo tale mozione, di avere indebitamente assunto la difesa – in un processo penale – di un dipendente dell’Apm (leggi l’articolo). Il Pd, stavolta, si è tutto schierato a favore del sindaco e la censura è stata respinta con motivazioni non infondate sul piano del diritto e piene di sana ragionevolezza sul piano politico (se la maggioranza avesse condiviso quelle durissime accuse, non so in che modo si sarebbero potute evitare le dimissioni del sindaco, la nomina del commissario prefettizio e, fra almeno un anno, nuove elezioni, con quali vantaggi per la città – ecco l’unica cosa che m’importa – è facile immaginare).
Si apre ora il sereno nel cielo dell’amministrazione comunale? Prematuro dirlo. Anzi, imprudente. Anche perché, poche ore prima del voto sulla censura, un altro voto, quello contro le sanzioni per la sosta nelle zone blu, ha dimostrato che la maggioranza continua a non essere affatto compatta, tanto che la relativa mozione del consigliere Riccardo Sacchi (Pdl) è stata approvata grazie alla determinante astensione di ben undici consiglieri del centrosinistra, fra i quali ben sette del Pd. Insomma, come sta accadendo per il malmesso governo Berlusconi, una cosiddetta fiducia di facciata non manca mai, ma questo non impedisce che prosegua lo stillicidio di grane più o meno logoranti sulle singole delibere di giunta. E l’ha fatto capire David Favia, coordinatore regionale dell’Idv, che si è dichiarato deluso della verifica appena conclusa (“Non è servita a nulla!”) e ha insistito sul nodo – cruciale? – delle zone blu. Staremo a vedere. Ma credo che la circolazione delle insidie per sindaco e giunta non si sia affatto fermata. Niente sosta, quindi, per questo tipo di traffico, né in zona blu, né in zona libera, né in zona disco orario.
La storia del parcheggio, dunque, va avanti. E mi offre l’occasione di tornarci sopra, non senza sottolineare il linguaggio assai pittoresco che in proposito è stato usato in consiglio (si pensi all’aggettivo “abominevole” con cui la bellicosa Deborah Pantana ha bollato il comportamento dell’assessore Urbani e si pensi all’ardito parallelo fra le zone blu e il bilancio rosso dello Sferiterio fatto da Guido Garufi, con allusioni – udite udite – a immaginari interventi della Guardia di Finanza. La qual cosa mi spinge a chiedermi, con sincera e attonita simpatia, se Garufi è proprio così oppure ci fa.
Ma veniamo alla sostanza. Come scrissi due mesi fa, il problema della sosta esiste e riguarda tutte le città italiane e forse del mondo, perché gli spazi urbani sono, per loro natura, limitati e, al contrario, il numero delle auto non fa che crescere. E cosa accade quando l’offerta di un bene non è infinita e la domanda di quel bene, invece, lo sta diventando? L’unica risposta per noi pur fallibili esseri umani è che il consumo di quel bene va razionato. In che modo? Distribuendolo equamente. E anche facendolo pagare. Un colpo – o un colpetto – ai bilanci familiari, certo. Ma non c’è altro sistema per far sì che quel bene sia fruibile per il maggior numero possibile di persone e per evitare che l’astuzia o la fortuna di pochi si risolva in un danno per molti o moltissimi. E qui non dovrebbero essere del tutto peregrine – ma qualcuno si ostina a non capirlo – alcune parole come “democrazia”, “socialità” e “solidarietà”.
Si dirà che per limitare le soste esiste pure un altro sistema: il disco orario. Ridurre le zone blu e aumentare quelle a disco orario? D’accordo, se ne può discutere. Comunque il disco orario consente soste piuttosto brevi nel tempo (si può aver bisogno di parcheggiare per più di un’ora, no?) e resta il fatto che, se non viene esposto, esso presuppone anch’esso la sanzione di cui all’articolo 157. Il quale stabilisce che “nei luoghi ove la sosta è permessa per un tempo limitato è fatto obbligo di segnalare, in modo visibile, l’orario in cui la sosta ha avuto inizio e, “ove esiste il dispositivo della durata della sosta, di porlo in funzione”. Aggiungendo che chiunque viola tale disposizione “è soggetto al pagamento di una somma da euro 38 a euro 155”. Ciò si riferisce sia alle zone blu che a quelle a disco orario. E’ legge dello Stato e nessun Comune è autorizzato a disapplicarla. Quindi la delibera dell’assessore Urbani è, come si dice, “atto dovuto”. E per le zone blu essa riguarda quegli sciocchi, quei distratti o quei furbi che si astengono dall’esibire il ticket dell’avvenuto pagamento. Ossia i cosiddetti “portoghesi”, come si definivano un tempo coloro che entravano allo stadio o a teatro senza pagare il biglietto.
Ora, per giustificare la revoca o la sospensione di tale delibera, il consigliere Sacchi (e parecchi anche della maggioranza) si appella all’articolo 7 del codice che dice: 1) I “proventi dei parcheggi a pagamento sono destinati alla installazione di nuovi parcheggi o al miglioramento di quelli esistenti”; 2) Su “parte della stessa area” in cui esistono i parcheggi a pagamento – o su “altra parte nelle immediate vicinanze” – il Comune “deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio senza dispositivi di controllo della durata della sosta”. Cioè un’area del tutto libera, dove non sia previsto neanche il disco orario. E siccome, a giudizio di Sacchi, i proventi dei parcheggi verrebbero impiegati per altri scopi e il numero delle aree libere non sarebbe “adeguato”, ecco che, secondo lui, il Comune non può sanzionare chi sosta nelle strisce blu senza avere sborsato il dovuto pedaggio.
Argomenti suggestivi, questi, ma che non c’entrano nulla col pagamento per quelle strisce. Ammesso e non concesso che la giunta comunale non rispetti l’articolo 7, le s’imponga di rispettarlo. Ma ciò non significa che l’articolo 157 possa essere disatteso. Un conto – sacrosanto – è affermare che tutte le norme del codice vanno sempre applicate. Un conto – assurdo – è sostenere che se una norma non viene applicata, allora è giusto disapplicare pure le altre. Sarebbe come se i vigili urbani, accertata la loro colpevole noncuranza per gli eccessi di velocità, fossero per ciò stesso esonerati dal multare chi passa col semaforo rosso. Se la logica della legalità fosse questa, la nostra società diventerebbe una giungla.
Vediamo ora qual è la situazione reale degli spazi urbani dedicabili alla sosta. La città di Macerata ha circa 23 chilometri da destinare a parcheggio: 12 (51 per cento) sono a sosta libera, 4 (18 per cento) a disco orario e 7 (28 per cento) a pagamento. Questi ultimi, ovviamente, riguardano le zone meno periferiche e a traffico più intenso, dove l’afflusso delle auto – e il bisogno di sosta – risulta maggiore (in corso Cavour e in corso Cairoli, per esempio, erano, fino a ieri, tutte zone blu, e adesso la giunta, parzialmente – e in fretta – precedendo la volontà del Consiglio, ne ha create una ventina a disco orario limitato a mezz’ora). Tutto questo risponde a criteri di “adeguatezza”? Forse sì, forse no. Ma, ripeto, con le norme tassative dell’articolo 157 non c’entra per niente.
E veniamo ai parcheggi liberi, una materia – questa sì, non l’altra – che il Comune può gestire secondo margini di discrezionalità, e lo dimostra l’aggettivo “adeguato” previsto dal codice, che dunque non impone percentuali precise. A mio avviso, proprio per le considerazioni che ho fatto finora, il concetto stesso di parcheggio libero contrasta con una visione ragionevole ed equilibrata dell’attuale traffico urbano. Che significa parcheggio libero? Detto in soldoni significa che una sola persona ne può disporre a suo piacimento per intere giornate, così impedendo ad altre dieci, venti, trenta persone di usufruirne a turno. Poniamo un tale che abiti in corso Cavour e poniamo che si istituisca un posto libero proprio davanti a casa sua. Questo posto, da lui sfruttato secondo i propri comodi, diverrebbe, in pratica, un garage a cielo aperto di sua proprietà.
Lo si ritiene giusto? Chi, con un pizzico di facile demagogia, invoca l’aumento dei posti liberi non considera che a Macerata circolano oltre ventimila auto – una ogni due residenti – e che, tenendo presente la limitatezza degli spazi, l’eventuale proliferazione dei posti liberi significherebbe intaccare evidenti princìpi di eguaglianza fra i cittadini e di coesione sociale, princìpi che dovrebbero essere prevalenti per qualunque forza politica ma soprattutto per il centrosinistra. E’ questo che si vuole? Si crede davvero che il pagamento di trenta centesimi – è la tariffa minima – per aggiudicarsi il diritto di sostare per venti minuti (il tempo di sbrigare una commissione) sia una “vessazione” a danno dei non abbienti? E chi sarebbero questi “non abbienti” – però proprietari di auto e in grado di sostenere le spese del carburante, della tassa di circolazione e dell’assicurazione – per i quali pagare la sosta è un “iniquo balzello” o, peggio, una “vessazione” che incide, peggiorandolo, sul loro gramo tenore di vita? Via, siamo seri.
Mi rendo conto di remare controcorrente, ma insisto nel dichiararmi contrario, proprio da un punto di vista diciamo concettuale, alla sosta libera. E figuriamoci all’eventualità di una sua moltiplicazione. Una posizione discutibile, la mia? Certamente sì. E oltretutto non conforme alla legge vigente, la quale, finché esiste, non ho alcun dubbio che vada rispettata. Ma sono convinto che se la circolazione delle auto continuerà a crescere sarà indispensabile, prima o poi, abolire gli spazi liberi o ridurli di molto. Ma adesso basta con questa storia. Sapete che faccio? Esco, prendo la macchina, mi fermo in corso Cairoli, pago trenta centesimi per il parcheggio, entro in un bar e prendo un caffè. Che mi costa molto più della sosta.
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La questione strisce blu e’ stata un pretesto per l’opposizione di dimostrare che la sinistra e’ divisa e per la maggioranza consiliare che l’assessore Urbani non e’ gradito …scopo raggiunto da entrambi.
Ad un anno e mezzo di governo, pero’, non interessa più a nessuno capire se la Giunta e’ buona ed i Gruppi di maggioranza scellerati o viceversa…ottobre, novembre e dicembre sono i mesi in cui l’affare Smea deve trovare una soluzione adeguata che non penalizzi il bilancio comunale per i prossimi quattro anni di “sospensiva”;
mesi in cui la gestione Sferistereo deve scegliere un indirizzo che, anch’esso non mortifichi ancora il bilancio del Comune;
mesi in cui si dovrà decide una volta per tutte quale opera pubblica sia la priorità delle priorità.
Se a gennaio gli argomenti di fondo saranno ancora le strisce blu allora sara’ meglio per tutti voltare pagina.
Caro Giancarlo,
potrei farti compagnia con una calda briosche, ma non col caffè – che continuo a preferire fatto dalla mia ormai pensionabile moka (le voglio così bene che – pensa – l’ho eternata pure in una mia poesia di alcuni anni fa!).
Dunque: spulciando il famoso codice evocato per l’argomento di oggi, ho scoperto che la multa per chi non espone il biglietto dell’avvenuto pagamento ammonta a € 24,00; mentre la multa dei famosi € 39,00 riguarda le auto che infrangono il limite imposto dal disco orario. Già da qui si assiste ad una curiosità interpretativa che certamente farà la gioia degli esegeti giuridici e non.
Per i poveri diaristi come me, spunta invece da dentro un altro rovello: dove starebbero – per esempio in centro storico – i posti a disco orario (e dunque a striscia bianca non a tempo indeterminato)? E dove starebbero in Corso Cavour o in Corso Cairoli, o in Viale Don Bosco, o nei pressi dell’Ospedale?
Sono stato proprio ieri pomeriggio a rifare gli occhiali, perché la vista mi è calata e dunque il mio quesito è reale, forse non riesco più a distinguere nemmeno le strisce dei parcheggi. Ma a me pare che non vi siano proprio!
Ora, io non capisco perché una Legge che si ritiene di “dovuta” applicazione, lo possa essere in alcuni suoi passaggi e non in altri. Anche qui il diarista – limitato nelle proprie conoscenze giuridiche – si domanda quale sia il cavillo interpretativo che consente una cernita tra i commi applicabili obbligatoriamente e quelli opinabili.
Forse questa ormai celeberrima quota di posti a striscia bianca (ancorché a disco orario) è disposta all’estrema periferia, dove sì, fa la gioia di qualche residente pigro che non vuol riporre l’auto in garage.
Sta di fatto che ad esempio in centro storico – per la sosta nel quale noi residenti paghiamo una dignitosa tassa annua (senza che l’ApM si vergogni di incassarla, pur sapendo che i posti disponibili sono un terzo sì e no dei permessi rilasciati) – nel giro di pochi anni i posti sono anche diminuiti (quelli di Piazza San Giovanni non ci sono più; quelli della ventosa Piazza Strambi non ci sono più e quelli che vi permangono son disposti in una maniera tale da ridurre ulteriormente il numero delle soste possibili). Ovviamente – manco a dirsi… – del parcheggio a Rampa Zara manco l’ombra di uno straccetto risibilie di progetto; non ti dico poi la spinosa faccenda degli ascensori chiusi di domenica e dopo le 21 (perché Fermo è riuscita a realizzarli tenendoli aperti 24 ore su 24 per sette giorni su sette?): vuoi che un anziano residente del centro vada a parcheggiare sul troncone morto dell’allora costruenda Strada Nord e poi si avventuri tra Mattonate varie per tornare a casa?
A me pare, sinceramente, che l’obiettivo numero uno sia quello di spennarci quanto più e quanto meglio, senza creare i presupposti che giustificherebbero – e pienamente, qui concordo con te! – lo spennamento.
Io ricordo ancora – tragicamente… – quando i vigili urbani riuscirono nell’impresa di andare a multare pure le auto dei familiari che seguivano il feretro al cimitero, regnante Maulo.
Ma anche al cimitero: dalla parte nuova un parcheggino triste e angusto, con un accesso vergognoso. Dalla parte principale, avanti tutta coi gazebo dei fiori che tolgono altri posti. Dice: c’è il parcheggio dalla parte opposta della strada. Ottimo: vai a parcheggiare fin sotto lo Sferisterio per poi tornare a piedi al Cimitero! Praticamente, lasci la macchina a casa e vai a piedi direttamente. Che potrebbe essere una bella soluzione per mantenersi in forma, solo che non tutti riescono a camminare agevolmente. E siccome bus navetta in città non ne esistono… ci risiamo.
Tuttavia, per me lo scandalo numero uno rimane il sistema di parcheggi intorno all’ospedale: nemmeno lì è pensabile una quota “adeguata” di posti a striscia bianca, ancorché a disco orario? Perché se vuoi il parcheggio a pagamento come soluzione proletaria, paritetica e democratica, allora anche le tariffe le devi proletarizzare! Sennò è una beffa.
In definitiva, dunque, concordo con chi sostiene che, essendo tu amministrazione inadempiente, non puoi pretendere alcunché dai tuoi amministrati sin quando non risolvi ragionevolmente i tuoi gap. E se nel frattempo che li risolvi, ci fai vedere anche i bilanci dettagliati (non sintetici) dello Sferisterio, forse anche Garufi evita di evocare lo spettro della Guardia di Finanza.
Dott. Liuti,
sarei fortemente stupito se dovessi pensarLa vittima della “sindrome di Stoccolma”. Da qualche tempo, abbandonati i bellissimi pezzi d’altre stagioni, mi sembra, infatti, più incline a trastullarsi in complicate esegesi giuridico- politiche dell’azione amministrativa, come, ad esempio, il valore portante del “disco orario” o quello delle “strisce blu” o delle “zone di sosta franca”. Se questi sono i temi strategici dell’azione amministrativa, a cui possiamo aggiungere le “incompatibilità” del nuovo Presidente dell’APM, piuttosto che le tante nottate spese in continue verifiche politico-amministrative, o la opportunità di incarichi professionali assunti dal Sindaco per la difesa di dipendenti di aziende partecipate, siano stati essi conferiti “sua sponte” da parte del dipendente, che conferiti, per così dire, “di sponda” per affinità partitica, siamo veramente ridotti maluccio. Certo, non posso prendermela con Lei se questo è il menù che passa il convento, ma da qui a dire che il brodo è passabile, ce ne passa! D’altronde il fatto stesso che si continui a parlare di “SOSTA” piuttosto di “MOVIMENTO”, significa pure qualcosa! Perchè non proporre una bella verifica anche sullo “STALLO” amministrativo?
Messa così che, tra parcheggi liberi – disco orario – sosta a pagamento, il prevalere della scelta pro uno o l’ altro operata da una data amministrazione, assurga nientemeno ad asticella che misura il livello di democraticità di un Comune verso i suoi cittadini e frequentatori, mi pare che ci sia poco effettivamente da obiettare. Trattasi di democrazia ” a tempo determinato” , ma pur sempre democrazia. Chissà se anche i contratti di lavoro precari, rispondano allo stesso principo democratico :” il bene lavoro” per tutti non c’è, quindi si fa rotazione annuale/ semestrale . Diritto al parcheggio equiparato al diritto al lavoro in termini di equa distribuzione di risorse limitate, forse è un azzardo, ma i principi sono principi, e ovunque indossati stanno bene dappertutto, come il nero.
Io non voglio infilarmi minimamente nel discorso legislativo in materia di sosta, a parte lo sforamento appena fatto per sola associazione di idee, tra “beni finiti”-democrazia, nè tanto meno voler comprendere quell’algebra nel ragionamento, secondo cui se fai pagare un bene molto molto scarso, soli 30 centesimi per una breve sosta, aumentano i posti disponibili , ma apporre a tutto quanto si possa dire a favore del nuovo regolamento sulle strisce blu, altri termini di discorso, da cui deriva a monte la circolazione di quelle ventimila auto che transitano giornalmente per Macerata.
Tra queste, quanti siano i veicoli dei residenti, quanti quelli degli occasionali, dei turisti per caso, degli universitari, degli impiegati, dei docenti e quant’altro, non è dato sapere. Ma se torno indietro di qualche pagina di questo giornale, io non residente posso anche farne a meno d’ora in poi, perchè trovo l’intervista rilasciata dalll’Avv. Pambianchi, esponente di spicco del PD locale, il quale all’insegna più dell’applicazione di una regola monastica di clausura che amministrativa, ha concluso con un lungo elenco di cose che non si possono fare da qui a tot. anni , per ristrettezze di bilancio, bilanci disastrati, appalti lievitati, patto di stabilità e via dicendo. Un no bello deciso su tutto, eccetto una grande opera infrastrutturale viaria da porre in essere, da qui a quando sarà,
Unica strada anche, per ritardare la constatazione di rigor mortis cittadino.
E allora , io sa che faccio invece? Come Filippo, il caffè me lo prendo a casa o per strada, per non rischiare; Dio non voglia , quando di passaggio, che venga a costarmi 40 euro per qualsiasi disguido non riesca a infilare i 30 cent. in un parchimetro di Via Cavour . Per la lavanderia ,il calzolaio, la farmacia , il giornale, mi arrangerò poi altrove appena fuori Macerata, . Dopotutto, se la mia intenzione di parcheggiare era limitata alla sosta caffè,o per lasciare il piumone nella solita lavanderia, più per abitudine che per altro, esistono le 4 frecce, anch’esse segnale – debole – di democrazia , come dire a tutti quelli nelle mie condizioni di sosta caffè ….un attimo, lo prendo e scappo.
Però capisco, sono 30 centesimi in meno che entrano nelle casse comunali, contro 1 euro in quelle del barista, giornalaio e su a crescere, a seconda del bene o servizio per cui mi sarei fermata 5 minuti in più a Macerata, e questo “è ingiusto.”
TUTTI BENI E SERVIZI, CHE A DIFFERENZA DEL BENE PARCHEGGI LIMITATI IN CITTA’, SONO DISPONIBILI I DA TANTE ALTRE PARTI:
Solo per la zona ospedale non si ha alternativa di servirsi altrove ; non fosse altro per il Pronto Soccorso. Ma qui per trovare quel diritto al parcheggio che dicevo impropriamente, dovremmo risalire a molte e molte più pagine indietro nei giornali e nella storia amministrativa locale, per capire perchè non lo si volle decentrare verso Piediripa. Insomma un’altra storia ancora.
L’unica cosa su cui convengo è sui ” portoghesi”. A condizione però che anche qui venga applicato lo stesso principio democratico e quindi la nostra casta locale, non abbia privilegi di sorta come il pass dei Giardini Diaz , o come , visto che lo cita al termine dell’articolo, i biglietti gratis per lo Sferisterio, o anche il Teatro, lo Stadio , etc. etc. altrimenti, addio democrazia!
Dott. Liuti,
noi maceratesi Le dovremmo essere grati perchè è una delle poche persone che per una difesa (diverse per la verità) non presenta la notula!
In una prossima “domenica del villaggio” perchè non approfondisce (con la stessa precisione dei Km dei parcheggi) la problematica delle nomine (legittime o illegittime?). In questi giorni si parla tanto di quella del Dott. Pallotta all’APM e dell’altra, effettuata a suo tempo, del Dott. Ciurlanti (ex APM – che strano intreccio quest’ultima non crede?).
Un altro aspetto che merita di essere approfondito, a mio parere, è anche quello delle consulenze! In un momento in cui si risparmia su tutto (????), quest’ultime, invece, sembrano essere in aumento. Sarebbe interessante sapere a chi vengano assegnate e, soprattutto, a che importi.
Va a finire che solo Lei s’impegna gratis per l’Amministrazione.
Sono d’accordo con la posizione di Liuti che afferma che i parcheggi , beni scarsi in confronto alla domanda potenziale, devono avere un prezzo. Prezzo che a mio parere è necessario non tanto come afferma Liuti per un problema di eguaglianza (potrebbe anche esserlo ma non è rilevante in questo caso) quanto invece per permettere un efficente uso della risorsa . Per evitare il suo spreco (macchine ferme troppo a lungo)e per invogliare l’impiego di soluzioni alternative. Questo è, e nessuno è mai stato in grado di dimostrare il contrario, il modo migliore per far funzionare le cose. Se una risorsa è scarsa aumenta il suo prezzo per invogliare il mercato ad utilizzarla più saggiamente, e a trovare altre soluzione, magari innovative . A Macerata l’uso della automobile privata (per di più quasi sempre con una sola persona dentro) copre più dell’80% delle tratte percorse. Andiamo tutti in macchina per fare tutto ! E non affronto qui i problemi altri (inquinamento atmosferico etc). In realtà senza perdersi nelle difficoltà di interpretazione della legge il vero problema, a mio parere, è che questa iniziativa del comune sia stata determinata più da una esigenza di fare cassa che da un politica complessiva relativa a modificare il “prodotto” mobilità del nostro comune. Se avessimo visto l’aumento delle multe o delle tariffe dei parcheggi all’interno di un piano di azione che includeva (cito a caso) la maggiore offerta di mezzi pubblici, la promozione di soluzioni come l’uso condiviso dell’automobile ( si chiama car pooling) magari anche l’uso della bici dove possibile.Tutto inquadrato in una campagna di informazione che spiega ai cittadino dove si vuole arrivare, perchè ed in che modo; allora forse anche l’odiosa multa sarebbe di nuovo apparsa più comprensibile e ragionevole alla maggioranza. O no ?
la sosta libera non è democratica, quindi bisogna pagare: ma poi si dà ragione agli indignadoso che protestano perchè si paga….. (?)
mah qui di non democratico c’è solo chi non rispetta il voto del consiglio dicendo “me ne frego”… ma a Macerata anche questo può passare in sordina pur di rimanere sullo scranno.
Purtroppo quasi sempre la politica, ed i cosiddetti esperti urbanisti che ci girano attorno, risulta essere sempre 20 passi indietro rispetto alla società che cambia e si trasforma…
Che le auto (qui a MC ma in tutto il Mondo Occidentale) tendessero ad aumentare in maniera quasi esponenziale è “novità” di almeno 20 ani fa…
Eppure a Macerata si sono persi oltre 20 anni senza riuscire a trovare una soluzione accettabile in fatto di mobilità urbana e parcheggi.
Sempre soluzioni presudoprovvisorie, sempre scelte tampone, sempre decisioni che alla lunga non sembravano quasi mai fossero il frutto di una scelta intelligente…
e che 1 ora di sosta nel centro di roma costi meno di 1 ora di sosta a macerata?
@angelica.pernia
Cioè…. Dico…. Ma vuoi mettere…..
Paragoni Roma a Macerata???? Stai scherzando vero??? 🙂
Il dovere di un soggetto pubblico, che dovrebbe avere come fine ultimo la massimizzazione del beneficio collettivo, riguardo ad un bene e servizio pubblico divisibile, ovvero utilizzabile in maniera distinguibile da parte del soggetto privato a cui è rivolto, è quello di renderlo usufruibile dal maggior numero possibile di utenti.
Per questo motivo si applicano le tariffe, dobbiamo sopportare code all’anagrafe causa politiche di razionamento, si agevolano misure di deterrenza all’ abuso degli stessi.
A mio avviso, i rilievi di una opposizione intransigente ma propositiva o di una maggioranza critica e non appiattita su logiche di bottega, dovrebbero vertere su una corretta applicazione delle politiche che regolano questi meccanismi e su una adeguata taratura degli strumenti che permettono di governarli.
Quindi ben venga una critica, di qualsiasi colore essa sia, ad un aumento sproporzionato ed ingiustificato del prezzo del biglietto dell’autobus o alla inadeguatezza di un ufficio comunale causa di file chilometriche, perchè l’interesse che si vuole tutelare è quello collettivo e il beneficio che si vuole ottenere è rivolto al cittadino/contribuente.
Altra cosa è assistere ad una pretestuosa crociata contro l’inasprimento di una sanzione amministrativa che è legge dello Stato, è trasparente per chi rispetta le regole e forse può rappresentare un monito per l’incivile di turno.
Ma al dott. Liuti gli hanno mai detto che esistono parcheggi liberi con il disco orario (in altre città)?
In quei parcheggi se uno non rispetta il disco orario viene punito con una sanzione e anche sonoramente! Quindi la difesa dei parcheggi a pagamento è una barzelletta o siamo su scherzi a parte? Ma pensate di far rinascere il turismo a Macerata vessando tutto e tutti?
Ora capisco perchè la mia amata città è così decaduta!!!
Saluti
La posizione di Giancarlo Liuti, pur legittima, è totalmente fuori dalla realtà.
Appartiene a quella forma di autolesionismo tutta maceratese, sintetizzabile nel motto di Nanni Moretti, “continuiamo a farci del male”, che è un po’ il motto di chi, non rendendosi conto della sua pietosa situazione (parlo di Macerata, non di Liuti, sia chiaro), non solo non cerca dei rimedi, ma addirittura si crogiola soddisfatto in essa.
La città di Macerata soffre una crisi mostruosa; il centro storico è oramai abbandonato da tutti: uffici, banche, studi professionali, negozi, tutti scappano in periferia dove …. guardacaso, non si paga il parcheggio, e c’è ancora qualcuno che, non vedendo l’evidente, pontifica in merito all’opportunità di far pagare il parcheggio e salassare di 39 euri (39!!!!) un povero cristo che magari è a corto di monetine e ciononostante ha urgenza di parcheggiare!
Perchè poi, a Macerata si fa presto a buttare via 3-4 euro al giorno, io personalmente non faccio altro che cambiare soldi, riempire un cassettino che ho in macchina per il parcheggio, e vederlo svuotare in un attimo.
Certo, siamo tutti d’accordo che una rotazione debba essere in qualche modo favorita, ma a quelli che vanno in centro per lavoro non pensiamo? a quelli che devono stare mezza giornata in centro non pensiamo? vogliamo per forza mandarli a parcheggiare a Villa Potenza e poi farli venire sul cucuzzolo della montagna con le navette che passano ogni due ore e con degli autobus che, semplicemente, a Macerata non ci sono?
Dobbiamo per forza farla pagare questa rotazione? non si può usare il disco orario?
Ecco: Macerata sta morendo …. lasciamola morire in pace, così, fra isola pedonale, strisce blu e parcheggi GRATUITI che non ci sono …… ma come dice la canzone “Va tutto bene madama la marchesa”, che poi è la traduzione francese del nostro “continuiamo a farci del male”.
complimenti sig. Golini, sottoscrivo ogni singola parola; ora Le dico il seguito: i maceratesi semplicemente negano tutto ciò. è più facile nascondere la testa sotto terra e dire va tutto bene piuttosto che tentare di risolvere qualcosa…