di Lucia Paciaroni
(fotoservizio di Guido Picchio)
Determinatezza e decisione non lasciano mai il discorso di Emma Marcegaglia, interrotto diverse volte dagli applausi dei partecipanti. E’ stata una due giorni tutta marchigiana per il Presidente Nazionale di Confindustria, che questa mattina ha parlato all’assemblea annuale dei soci all’Abbadia di Fiastra, dopo aver incontrato gli imprenditori di Ascoli e Fermo.
Tantissimi i temi trattati in un intervento chiaro sul difficile momento vissuto dalle imprese, puntando il dito contro alcuni aspetti della politica. “I due problemi principali sono l’altissimo debito pubblico e il tasso di crescita troppo basso – ha detto – Sta per essere approvata una manovra pesante che porta tutti a fare dei sacrifici ed è inaccettabile non intervenire sui costi della politica. Dobbiamo fare la voce alta e dire che siamo arrabbiati, un pezzo d’Italia fa sacrifici, mentre gli altri si tirano indietro”. Altro punto toccato quello delle privatizzazioni e liberalizzazioni: “Chiediamo più liberalizzazioni, se ci fossero, il nostro tasso di crescita potrebbe aumentare. Speravo che tutti dimostrassero il senso del bene comune, ma non sta succedendo. A pagare sono sempre i soliti noti”.
E ancora, parla di internalizzazione: “Ho parlato con molti imprenditori che non vendono più in Italia perché non paga nessuno ed esportano al settanta-ottanta per cento. Non esiste un sistema di promozione che funzioni, né un coordinamento. Abbiamo proposto una rete unica, mettendo un pezzo di promozione sotto l’ambasciata, ma non è stato approvato. Prevalgono le logiche di protezione e di clientele”.
La Marcegaglia ha espresso tutta la sua delusione: “Ci siamo stufati di un Paese che va a rotoli per cattive decisioni e con un gruppo di persone che continua a tutelare solo se stesse”. Qualcosa di positivo c’è, come “l’approvazione della delega fiscale, ma chiediamo al Governo di accelerare i tempi”. “La riforma fiscale è stata annunciata nel 1994, poi nel 2001 e ancora nel 2008, ma non è stata mai fatta. Prima che la legislatura finisca, deve essere attuata” ha continuato.
E ancora, ha parlato della situazione a livello europeo “in cui alcuni paesi crescono, come la Germania, ma nell’insieme vediamo che non è stata mai costruita una politica economica fiscale comune e non c’è capacità decisionale” e della semplificazione della burocrazia. “C’è una legge sulla semplificazione, ma alla fine è di difficile applicazione. Anche a livello locale bisogna fare di più per questo”.
Un riferimento anche alla carenza di infrastrutture, “di cui soffrono le Marche e anche se la spesa pubblica va tagliata, cerchiamo di far partire gli interventi finanziati dai fondi pubblici e privati”. “Basta dare spazio alle minoranze rumorose, ma diamolo alle maggioranze silenziose. E’ il momento di far vedere che c’è un’Italia che crede negli investimenti” ha detto, sottolineando anche l’importanza di “un rapporto che deve essere sempre più forte con le università e con gli istituti tecnici superiori” e del “nuovo accordo con Cgil, Cisl e Uil”, definendolo “una lezione per la politica, dimostrando che in un momento difficile lavoriamo insieme”. I cambiamenti, ha affermato, devono riguardare anche “una riforma all’interno di Confindustria, che deve partire dal basso, per essere più efficienti e migliorare la qualità e le Marche possono essere un grande esempio da portare in tutto il territorio”.
L’incontro ha affrontato il tema “Orgoglio imprenditoriale: bene comune” ed era stato aperto dal Presidente di Confindustria Macerata Nando Ottavi, che ha parlato di una “situazione in lento recupero” e della necessità di “un investimento costante sulla scuola e sulla formazione, dell’abbattimento dei tempi della burocrazia e della creazione di reti d’impresa”.
Assente il Governatore delle Marche Gian Mario Spacca per motivi di salute, è intervenuta l’assessore Sara Giannini, che ha ribadito l’importanza “della connessione tra imprese” e ha parlato di “un piano industriale che non c’è, abbiamo bisogno di una visione strategica nazionale”. Intervenuti anche Marco Cucculelli , professore di economia applicata all’Università Politecnica delle Marche, che ha tracciato un dettagliato quadro sull’andamento di Macerata, che si “distingue per l’industria culturale, trovandosi ai vertici nazionale” e Paolo Andreani, presidente Confindustria Marche: “Non possiamo attendere ciò che la politica non riesce a fare nei tempi che ci occorrono, quindi rimbocchiamoci le maniche e facciamo da soli”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Certo che se lei e i suoi colleghi “delocalizzassero” molto meno le imprese, scommettiamno che il paese improvvisamente ha uno scossone positivo?
noi invece siamo stufi di te!
Grillo molto spesso esagera, ma la signora va presa con le pinze…
http://www.youtube.com/watch?v=XxV4a7s5Lnc