Le Poste condannate per discriminazione sindacale, la soddisfazione della Cisl

Illustrato in conferenza stampa il caso di Elisabetta Fossaroli: "Sono caduta in una profonda depressione, a livello psicologico non è stata una bella esperienza"
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Elisabetta Fossaroli

di Lucia Paciaroni

“Una sanzione irrogata esclusivamente in quanto il mittente del messaggio era un rappresentante sindacale, con altrettanto evidente violazione del divieto per il datore di lavoro di comportamenti discriminatori”. E’ quanto si legge nella sentenza, definita “esemplare” da Marco Ferracuti, segretario generale della Cisl, emessa dal giudice del lavoro del Tribunale di Macerata con la quale ha dichiarato illegittima una sanzione disciplinare inflitta dalle Poste Italiane ad una sua impiegata, dipendente dell’azienda dal 1982. A raccontare l’accaduto, questa mattina in conferenza stampa, la stessa impiegata, Elisabetta Fossaroli, rappresentante RSU, insieme a Saverio Mauriello, segretario provinciale Slp – Cisl, Dario Dominici, segretario regionale Slp – Cisl e l’avvocato Diomede Pantaleoni, legale della Cisl. “La vicenda inizia nel 2004, quando Elisabetta invia un messaggio di auguri per Natale tramite la rete aziendale agli uffici postali – spiega Ferracuti – L’azienda ha comminato nei suoi confronti un provvedimento disciplinare giustificandolo, come riportato dallo stesso ricorso, con il fatto che quel messaggio augurale avrebbe potuto prestarsi ad interpretazioni che vanno al di là del contenuto stesso, vista la conosciuta rappresentanza sindacale”. E aggiunge: “Non abbiamo accettato quanto accaduto, quel provvedimento è stato un ulteriore strumento per colpirla in quanto sindacalista Cisl”. Dopo sei anni è arrivata la sentenza con la quale quel provvedimento è stato dichiarato illegittimo. “Siamo soddisfatti, in particolare per la motivazione, il giudice ha infatti riconosciuto che Elisabetta è stata discriminata in quanto sindacalista. Inoltre, non è stata l’unica azione contro di lei, infatti è stata rimossa da precedenti incarichi senza un motivo oggettivo. Questa sentenza deve essere un monito per le altre aziende che sono tentate dall’utilizzare scorciatoie per eliminare i sindacati al loro interno”. “Non è l’unico caso – sottolinea Dominici – Altre Rsu o dirigenti sindacali hanno visto i loro ruoli svuotati”.mauriello_dominici_ferracuti_fossaroli_pantaleoni_8750-300x199

La Fossaroli, che prima era addetta al servizio risorse umane della Filiale di Macerata, da un anno gestisce i movimenti fondi degli uffici postali e racconta di quanto l’accaduto l’abbia segnata: “Sono caduta in una profonda depressione, a livello psicologico non è stata una bella esperienza e sono stata cinque mesi in malattia, poi sono rientrata piano piano in servizio e ho cercato di reagire. Sono tornata a lavoro, ma mi hanno assegnato mansioni diverse da quelle di prima”.

L’avvocato Pantaleoni dice: “Le sono stati revocati tutti gli incarichi”. Ferracuti accenna anche ad altri situazioni di cui la Cisl si è occupata, come un collega della Fossaroli che “per un anno e mezzo ha avuto un ufficio dietro un armadietto, davanti ad un muro bianco”. Ora c’è la possibilità di andare avanti, come spiega l’avvocato Pantaleoni, “per la richiesta dei danni e per lo svuotamento delle mansioni subito dal 2004 in poi”.



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