A seguito degli articoli di stampa che hanno visto coinvolti alcuni suoi parenti (leggi), da Luigi Gentilucci, sindaco di Pievetorina e candidato alla presidenza della Provincia, riceviamo:
Nella mia vita ho sempre risposto per le situazioni che mi riguardano in prima persona, e per quelle della mia famiglia, che comprende mia moglie e i miei figli.
Non voglio essere accomunato con persone con le quali non ho rapporti da anni, perché da allora stigmatizzo i comportamenti e nulla ho in comune.
Ritengo vile accomunare il mio nome, il mio percorso di vita, a quello di persone che delinquono, in nome di una campagna elettorale che di politico non ha nulla: alle aggressioni fisiche oggi se ne aggiungono altre più gravi, mediatiche.
Invito tutti voi che leggete a trovare un appunto alla mia non breve vita, alla mia carriera politica, alla mia persona.
Nelle sedi opportune mi tutelerò nei confronti di quanti stanno tentando di infangare la mia figura.
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La nostra risposta:
Cronache Maceratesi ha semplicemente diffuso una notizia, resa nota dalle autorità competetenti e riportata dai vari organi di stampa. Nessuno, come si evince chiaramente dall’articolo pubblicato ieri, ha mai voluto accumunare la figura di Luigi Gentilucci alle ipotesi di reato che sono state formulate ai danni del fratello e del nipote. E’ chiaro che la figura di Luigi Gentilucci, in particolar modo negli ultimi tempi, ha assunto una rilevanza pubblica che non poteva esimere alcuno dall’evidenziare il rapporto di parentela che esiste ed è incontestabile. I rapporti all’interno della famiglia Gentilucci non riguardano e non possono riguardare la stampa. Per il resto Luigi Gentilucci è sempre stato trattato dalla nostra testata in maniera equa, corretta e con il massimo rispetto della figura di uomo, politico e amministratore. Comprendiamo la sua reazione e la sua amarezza, ma siamo certi di aver operato nel rispetto delle regole deontologiche che la nostra professione impone non avendo accumunato in alcun modo la figura di Gentilucci ai fatti contestati dai carabinieri di Camerino se non nel rapporto di parentela che lo stesso Gentilucci non può negare.
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