Con l’introduzione del Cup regionale, è entrato in vigore l’obbligo per il cittadino di disdire le prenotazioni laddove non potrà usufruirne. Lo stesso non vale per i medici secondo quanto ci ha raccontato in una lettera la nostra lettrice Claudia Guzzini:
«L’obbligo di disdire gli appuntamenti al CUP Regionale vale solo per il contribuente mentre il medico…
Pur fermamente convinta della validità del sistema sanitario nazionale e di quello regionale, mi trovo costretta a segnalare un piccolo abuso con la speranza che chi di dovere possa adoperarsi per evitare che questi piccoli soprusi danneggino l’immagine di una intera struttura sanitaria nonché l’operato di coloro che con professionalità e dedizione tutti i giorni svolgono le loro mansioni.
Alcuni giorni fa prenoto una visita dermatologica per mia figlia tramite CUP regionale. Ci sono state alcune attese perché le linee erano occupate, ma la gentilezza e la disponibilità dell’operatrice ha pienamente compensato il disagio. La visita, naturalmente a pagamento al costo di 50 euro (in libera professione), è con un medico che opera all’Ospedale di Civitanova Marche ( la signora Guzzini nella sua lettera cita il nome del dottore, n.d.r.). Tramite CUP mi vengono addirittura fornite indicazioni sul piano e sulla stanza dove il dottore effettua le visite. Ringrazio, sinceramente soddisfatta del servizio.
Mercoledì 17 novembre, giorno dell’appuntamento, prendo un permesso dal lavoro e da Macerata mi reco all’Ospedale di Civitanova Marche.
Puntuale davanti l’ambulatorio, dopo una buona mezz’ora di vana attesa, mi reco dal portiere dell’ospedale, per chiedere informazioni e…….. con una alzata di spalle, molto candidamente mi dice “Il dottore lo abbiamo cercato ma la moglie ci ha detto che è ad un convegno, per oggi niente visite!”
Resto senza parole, chiedendo perché gli appuntamenti presi non fossero stati disdetti, perché non fossi stata avvisata dato che avevo lasciato un recapito e, infine, se il dottore avesse dato disposizione per una sua sostituzione.
Come prevedibile il portiere non sa darmi alcuna risposta e mi invita a recarmi presso l’URP.
Dopo alcuni giri finalmente raggiungo gli uffici dell’URP ma ahimè non c’è un responsabile, non c’è un impiegato e… gli uffici sono chiusi a chiave!
Torno alla portineria esigendo questa volta di parlare almeno con un responsabile della struttura. “Ora non c’è nessuno (erano le 17 di pomeriggio!) torni domani mattina!”. Spiego abbastanza alterata che un altro giorno di ferie non lo prendo per riuscire a parlare con qualcuno!
Allora il portiere mi indica genericamente un impiegato che si trova “nell’ufficio prima porta a destra” !
L’impiegato della prima porta a destra, mi fa prima attendere sulla porta perché è al telefono, poi mi fa attendere perché deve verificare se quanto da me asserito corrispondeva al vero… (!).
Accertato che l’appuntamento era stato preso tramite CUP e che nessuno lo aveva disdetto, che il dottore per un convegno, non era all’Ospedale, mi invita di nuovo a recarmi presso gli uffici dell’URP per fare una rimostranza poiché lui essendo un amministrativo non ci poteva fare niente trattandosi di prestazione a pagamento cosiddette “ in libera professione”, al di fuori quindi della responsabilità dell’Ospedale!
A questo punto ho perso la pazienza e visibilmente irritata ho manifestato tutta il mio disappunto dicendo che gli uffici dell’Urp erano chiusi a chiave, che un convegno non è un impegno imprevisto, che i pazienti potevano e dovevano essere avvisati, tuttavia sembra che né il CUP né lo stesso dottore né la struttura avevano il dovere di avvisarci, che ho perso inutilmente mezza giornata di lavoro che dovrò evidentemente recuperare, che non è assolutamente ammissibile che il contribuente sia obbligato (aggiungo giustamente) a disdire le prenotazioni mentre il medico non ha alcun obbligo…
Finale: l’impiegato, mi ha invitato ad “andarmene dal suo ufficio!!!”
Lascio al giudizio personale ogni valutazione in merito.»
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In “libera professione” non equivale a : “mi faccio i c@xxi miei dove e come mi pare”
La prossima volta invece, che discutere con il muro di gomma della burocrazia, si chiami il 112 e si faccia intervenire i Carabinieri per redigere un verbale.
Il medico, al convegno, aveva il dovere di avvertire che era assente e comunque è stato creato un danno alla signora che ha dovuto inutilmente utilizzare un permesso ed ha perso mezza giornata.
Il nome del medico convegnista lo si poteva mettere poichè non credo vi sia nessuna violazione della privacy.
Sono d’accordo . la situazione non esiste! Putroppo , come molti avrebbero fatto d’altronde , la Sig.ra non si è rivolta ai Carabinieri per far redigere un verbale. Credo che da questa storia dobbiamo imparare tutti per casi analoghi (che purtroppo succederanno) e magari sarebbe bello se , anche grazie a Cronache maceratesi, qualcuno della struttura sanitaria si prendesse la briga di spiegare come possa succedere un comportamento talmente inaccettabile (l’invito a ritornare per protestare …. è una perla!!)