Il collettivo universitario S.P.A.M. ha organizzato oggi una mattinata di mobilitazione, durante la quale, studenti e precari, partendo dall’auditorium del San Paolo, si sono mossi attraverso il mercato in direzione delle varie facoltà maceratesi, distribuendo volantini e materiale informativo, per sensibilizzare la cittadinanza in merito alla questione del ddl Gelmini e sulla necessità di organizzare una protesta generalizzata che ne richieda il ritiro.
Il disegno di legge per la riforma universitaria proposto dal governo è attualmente fermo alla camera dei deputati per questioni di bilancio, ma, stando alle intenzioni del ministero, sarà discusso e votato subito dopo l’approvazione della prossima finanziaria.
Questi i punti sottolineati in una nota dal collettivo S.P.A.M.
– RIFORMA DELLA GOVERNANCE E ACCENTRAMENTO DEL POTERE NELLE MANI DEL RETTORE E DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Il senato accademico perderà gran parte del suo potere decisionale per divenire un organo quasi ed esclusivamente consultivo. Ciò corrisponde ad una messa in discussione dello stesso principio di democrazia universitaria.
– PARTECIPAZIONE DI ENTI PRIVATI AI LAVORI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Provvedimento che scavalca l’idea di un’università pubblica e libera delineando una propensione a gestire in termini aziendalistici (e quindi privatistici) il sistema di istruzione e di ricerca.
– IL RICERCATORE A TEMPO DETERMINATO: Il ricercatore non sarà più incorporato all’interno dell’organico d’ateneo ma diverrà una figura precaria che alla scadenza di due contratti a tempo determinato di 3 anni ciascuno dovrà vedersi confermare la possibilità di collaborazione con l’università.
– MERITOCRAZIA: Agli studenti meritevoli, rilevati in base a test nazionali standard, viene promessa una borsa di studio che dovrà però essere restituita integralmente successivamente alla laurea. Ciò comporta un indebitamento dello studente che, con ogni probabilità, non si troverà nelle condizioni di poter restituire il prestito, data anche la difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro. Il ddl Gelmini rappresenta la fase conclusiva di un’operazione politica tesa all’affossamento dell’università pubblica, operazione di cui la legge 133 del 2008 (la quale prevedeva ingenti tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario) è stata una tappa determinante.
“A livello nazionale si è sollevata, in queste ultime settimane, una mobilitazione che chiede l’immediato ritiro del ddl e una vera riforma volta ad invertire il processo di dequalificazione che da almeno un decennio sta investendo il sistema universitario e scolastico italiano. E’ chiara inoltre la necessità di generalizzare la protesta aprendola alle istanze degli operai che stanno lottando contro la soppressione dei loro diritti fondamentali, dei lavoratori precari della scuola, e dei movimenti
che lottano contro la privatizzazione di altri beni comuni come l’acqua e l’ambiente o per i diritti dei migranti.
A Macerata, all’interno di un ateneo che sta già facendo pesantemente i conti con i tagli imposti dalla legge 133 e che si è trovato a dover ridurre significativamente l’offerta formativa, giovedì scorso si è svolta un’assemblea generale dalla quale sono uscite le seguenti proposte: – Costituire un’assemblea aperta e liberamente partecipata che riunendosi periodicamente si faccia promotrice della protesta ma al contempo elabori proposte alternative all’attuale disegno di legge.
Promozione di incontri e giornate di mobilitazione al cui interno coinvolgere e sensibilizzare tutte le realtà territoriali oltre che universitarie al fine di individuare intenti comuni e comuni forme di lotta”.
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DA EX UNIVERSITARIA RIBADISCO CHE NON SONO I SOLDI A MANCARE MA ONESTI AMMINISTRATORI DI ESSI! è GIUSTO CHE VENGANO TAGLIATI I FONDI PERCHè I SOLDI A DISPOSIZIONE DI OGNI SINGOLA FACOLTà VENGONO IMPIEGATI PER I CAVOLI PROPRI DI DIPENDENTI, SEGRETARI, PROFESSORI E QUANT’ALTRO (ED è COSì VE LO ASSICURO), ANZICHè PER GLI STUDENTI, CHE SONO IL VERO MOTORE DELL’UNIVERSITà NONCHè FUTURO DELL’ITALIA! IN 3 ANNI DI UNIVERSITà NON MI è STATA CONCESSA NEANCHE UNA FOTOCOPIA PERCHè NON C’ERANO I FONDI MA C’è CHI CON I SOLDI DELLE “MIE” FOTOCOPIE HA ACQUISTATO CELLULARI PER I FIGLI, PC, MOBILI PER CASA….
cara el 1985, scusami ma hai letto l’articolo? no perchè di tagli ai fondi si parla solo marginalmente, il problema è perchè questi tagli vengono effettuati e che tipo di politica si sta attuando per quella cosa che chiamavamo università…
preoccupati, perchè chi mangiava continuerà a mangiare ancor di più, i tagli non li sfioreranno nemmeno
Non capisco chi parla del nesso taglio dei fondi, fine degli sprechi. Non viene mai chiarito, si dice che c’è punto.
Ma è una linea difensiva della Gelmini e di chi la sostiene che mi sembra alquanto disonesta e goffamente populista. Si tagliano i fondi si introducono privati, interessati ai propri comodi, nei consigli di amministrazione, mentre si indeboliscono i poteri del senato e questo come potrebbe fermare chi ci mangia. Anzi, si apparecchiano meno piatti che saranno ben spolverati dai nuovi grassi commensali.
Il pericolo vero è che sta passando un messaggio che reale non è: 1) Si taglia, ma non si dice dove, poi nel frattempo si danno più poteri ai Rettori che ovviamente taglieranno dove pare a loro (servizi agli studenti, didattica)
2) Si tagliano i corsi di laurea inutili, dicono da destra. Però, come viene stabilito l’utile e l’inutile? E soprattutto in quale comma del DDL 1905 si parla dei criteri di scelta sulle classi di laurea inutili? E ancora, vengono presi in considerazione gli interessi politici di destra e sinistra sulle sedi decentrate?
3) In base a quale principio questa riforma sconfigge il potere baronale?