di Alessandra Pierini
Un tappeto di coriandoli e muri coperti di manifestini con foto e scritte ironiche all’esterno della facoltà di giurisprudenza sono il segno evidente che all’interno molti si stanno laureando. Uno striscione bianco con una scritta rossa a caratteri cubitali richiama l’attenzione sulla protesta di Officina Universitaria contro il Ddl Gelmini. Una giovane, appena laureata, con la sua corona di alloro e le braccia piene di fiori, viene accolta dai cori degli amici che la salutano goliardicamente. Intanto all’interno dell’auditorium San Paolo gremito di una folla composta e silenziosa, alla presenza delle autorità cittadine tra le quali il prefetto Vittorio Piscitelli, il questore Giuseppe Oddo e il sindaco di Macerata Romano Carancini e del corpo docente dell’Università, accorso in massa, Stefano Rodotà, ex presidente dell’autorità Garante della privacy, è stato insignito di una laurea honoris causa in Scienze politiche.
“Il rigore degli studi, la forza dell’argomentazione, il profondo convincimento democratico, l’approccio laico degli interventi fanno di Stefano Rodotà uno dei protagonisti della storia civile del nostro Paese. La sua profonda e acuta sensibilità alle tematiche politologiche, che si manifesta sia negli scritti giuridici sia in quelli di più generale portata, offre specifico e motivato fondamento alla concessione della laurea honoris causa.” E’ stato il vice preside Luca Scuccimarra, a leggere il dispositivo con il quale al noto giurista e politico, in passato docente anche dell’ateneo cittadino, è stata conferita la Laurea.
Roberto Sani ha dato inizio alla cerimonia, ultima da Rettore, salutando con stima Rodotà ed esternando la piena condivisione della scelta fatta dalla facoltà di Scienze Politiche: «Questa sarà l’ultima laurea del mio mandato rettorale e approfitto di questa importante occasione per fare gli auguri a Luigi Lacchè, neo rettore e per promettergli il mio sostegno costante e la piena condivisione di tutte quelle che saranno le sue scelte di governo.» E’ stato Francesco Adornato, preside della facoltà di Scienze Politiche a pronunciare un discorso di laudatio da lui stesso definito “orrendamente sintetico” rispetto all’importanza del laureando: «Non è certo semplice in un’occasione significativa e solenne e davanti a presenze autorevoli ricostruire con compiutezza e approfondimenti opportuni il pensiero di Rodotà». Ha poi iniziato col passare in rassegna le opere più importanti, la sua capacità di aprire nuove strade, il suo continuo confronto con la più alta dottrina di civil e common law, il dialogo con il passato, le finissime doti di esegeta mostrate nell’interpretazione delle norme. L’attenzione di Adornato si è poi focalizzata su alcuni dei temi affrontati dal giurista quali la responsabilità civile, la proprietà e l’interesse sociale.
«Qui è iniziata la mia carriera accademica, che si è sempre intrecciata con Macerata: l’Aula Magna, la prolusione che tenni in questo Ateneo 44 anni fa rappresentano momenti significativi di una riflessione proseguita fino ad oggi”. E con lo stesso spirito di allora Stefano Rodotà, giurista di fama internazionale, ha tenuto la sua lectio doctoralis sul tema “L’antropologia dell’homo dignus” : «Se la rivoluzione dell’eguaglianza – ha spiegato – era stato il connotato della modernità, la rivoluzione della dignità è figlia del Novecento tragico, apre l’era del rapporto tra persona, scienza, tecnologia”. E proprio il principio della dignità consente al diritto di seguire le continue mutazioni del mondo. “La dignità – ha concluso – non è un diritto fondamentale fra gli altri, ma è venuta ad integrare principi fondamentali già consolidati: libertà, eguaglianza, solidarietà. Dall’intrecciarsi continuo di questi principi, questo homo riceve maggiore pienezza di vita e, quindi, più intensa dignità umana».
(Foto di Valentino Paoletti)
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Bellissima cerimonia soprattutto per uno che se la merita tutta. Forse gli interventi degli oratori sono stati un pò lunghi e farraginosi.Il Prof. Adornato per es. se voleva farci una lezione particolarmente elevata di diritto privato e nello specifico di diritto civile, soffermandosi sulla responsabilità aquiliana e sul diritto di propietà alla luce delle varie argomentazioni sviluppate ed elaborate dal Prof. Rodotà nella sua brillante carriera di studi accademici su tali tematiche, c’è riuscito perfettamente. Però ai prof,soprattutto in simili circostanze,bisogna far presente che ad ascoltare non ci sono solo avvocati e dotti di diritto ma anche studenti al primo anno di facoltà che ancora non hanno fatto l’esame di diritto privato che è propedeutico ai vari capitoli del diritto civile o magari gente comune che vuole conoscere più semplicemente argomenti inerenti il diritto privato in genere, partendo magari su cenni dell’esegesi del dirito medesimo.