Da Fabrizio Nascimbeni, capogruppo di “Macerata è nel cuore”:
“Parlare della “monnezza” non è piacevole, nemmeno differenziare materiali vari per conferirli ognuno nel proprio sacchetto. Ma non è più pensabile continuare a buttare tutto indistintamente nelle discariche, non solo per i problemi che queste comportano, ma perché la salvaguardia dell’ambiente, della nostra città, del nostro quartiere, della nostra casa dipendono dai nostri comportamenti. E le istituzioni devono dare l’esempio. Una buona amministrazione si vede anche da come gestisce il problema dei rifiuti e il Comune di Macerata non brilla certo per virtù. Per questo – scrive Nascimbeni – qualche giorno fa ho presentato al Consiglio Comunale un’interrogazione:
– Perché il Comune di Macerata è quello che differenzia meno rispetto agli altri Comuni?
-A causa del basso livello di differenziata, il Comune di Macerata si trova ora a dovere pagare al COS.MA.Ri una maggiorazione dei costi di 700.000 Euro, con la conseguenza che l’Amministrazione è stata costretta ad operare una variazione di bilancio incrementando di 700 mila euro l’impegno di spesa per coprire questo aumento. Alla luce di questi risultati desolanti, quali sono le misure che questa Amministrazione intende perseguire?
Il Comune di Macerata ha risposto con quella che sembra essere ormai una costante della linea politica intrapresa dall’Amministrazione del Sindaco Carancini: decidere di non decidere. E’ sconcertante la noncuranza e la superficialità con cui si sta affrontando il problema dei rifiuti: la mancata chiarezza delle risposte lascia intendere che si temporeggia su un problema che si presenterà presto in tutta la sua gravità. Non solo, il Comune sostiene addirittura che non ce la passiamo così male rispetto ad altri Comuni. Ma quali? Quelli ancora poco propensi a differenziare? Il parametro di misura dovrebbe invece essere rappresentato da quei Comuni che ottengono i risultati migliori. E la maggior parte dei Comuni del centro-nord, compresi quelli della nostra Provincia, fanno tutti meglio di noi. Senza considerare i Comuni che hanno pianificato di arrivare entro qualche anno all’obiettivo “rifiuti zero”. Il fatto paradossale è che in città si è deciso di sperimentare la raccolta differenziata nella zona “produttiva” di Sforzacosta e nella frazione di Piediripa; che senso ha sperimentare una pratica avviata e ben collaudata dalla maggior parte di Comuni? Va anche ricordato che la raccolta differenziata funziona bene su aree vaste e non su singoli quartieri dove il cittadino ha la possibilità di buttare i rifiuti nei cassonetti poco distanti dove la raccolta differenziata non è prevista. Non solo non funziona se effettuata solo in un singolo quartiere, ma la raccolta differenziata senza una previa attività di sensibilizzazione nei cittadini sui vantaggi economici e ambientali che questo tipo di raccolta comporta, non conduce a risultati soddisfacenti. Senza una giusta informazione, la raccolta differenziata diventa per il cittadino solo una complicazione quotidiana. Perché differenziare è prima di tutto una questione etica e culturale: una gestione sbagliata dei rifiuti non solo grava economicamente sulle spalle dei cittadini ma danneggia l’ambiente. Per questo la sperimentazione proposta dal Comune è solo un modo per perdere tempo perché quello che manca realmente è una vera strategia per la raccolta dei rifiuti. Dobbiamo arrivare a situazioni di emergenza per renderci conto che è una scelta obbligata avviare la differenziata? Aspettiamo l’indignazione dei cittadini per operare una scelta concreta in tal senso? Per quanto tempo ancora si vogliono utilizzare le discariche? Un Comune, non diciamo virtuoso, ma almeno attento e lungimirante deve prevedere che una discarica arriva prima o poi a saturazione. E, nonostante la Provincia sin dal 2001 abbia rilevato oltre 10 potenziali siti per nuove discariche, tra cui quella di Cingoli, in concreto però non ne ha attivata nessuna. Perché il problema vero è che queste discariche nessuno le vuole nel proprio territorio.
Con la Provincia commissariata, anche volendo, la soluzione di una discarica non sarà risolta a breve. Le discariche inoltre servono a raccogliere l’immondizia indifferenziata, ma con l’avvio della raccolta differenziata dove molto si ricicla, assumerebbero un ruolo marginale (discarica d’appoggio). Oltretutto il fenomeno delle discariche è difficile da controllare, per cui si arriva al conferimento di materiali di ogni genere, compresi quelli inquinanti. Basta leggere le notizie di questi giorni. A questo punto c’è quasi da augurarsi che il COS.MA.RI acquisti la SMEA, forse l’unico modo per avviare seriamente la raccolta differenziata, questione che il Comune non può più permettersi di ignorare ma che non si decide ad affrontare”.
***
I NUMERI
45%
percentuale minima di raccolta differenziata obbligatoria per legge
37%
percentuale di raccolta differenziata del Comune di Macerata raggiunta fino al primo semestre 2010
700 mila Euro
maggiore importo richiesto dal COS.MA.RI al Comune di Macerata per lo scarso livello di differenziata effettuato
57,54%
la media della raccolta differenziata effettuata dagli altri Comuni della Provincia nel primo semestre 2010. Qualche esempio:
Civitanova 64,71%
Tolentino 70,09%
Recanati 74,57
Montelupone 77,85
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Fabrizio da sabato ad oggi nessun commento, pensa che sensibilità ecologica hanno i maceratesi!!!