di Laura Boccanera
Se non fosse successo veramente sembrerebbe la sceneggiatura drammatica di un film thriller, invece protagoniste e vittime di questa storia di violenza sono due giovani donne di Porto Recanati, derubate, aggredite e sequestrate da un conoscente che le aveva invitate a cena.
L’aveva ricontattata dopo un anno di silenzio, lei era una ragazza frequentata solo per un paio di volte e chissà cos’è che ha scatenato il raptus violento in Martin Mezquita, un 36enne di Civitanova che ieri sera ha sequestrato, picchiato, tentato di stuprare due ragazze di Porto Recanati.
Tutto comincia nel pomeriggio quanto il Mezquita, un omone di un metro e novanta aspetta sotto casa una ragazza di Porto Recanati, di circa 30 anni. Inizia a parlarle del più e del meno, dei suoi problemi, delle sue angosce e propone alla giovane di continuare a cena la chiacchierata. La ragazza, forse per non irritare l’uomo e per non sembrare scortese accetta, a patto però che possa venire anche una sua amica. I tre si dirigono allora in un ristorante di Osimo, a bordo della macchina della vittima, dove si uniranno ad un’altra comitiva di amici. Quasi tutto tranquillo se non fosse che la comitiva inizia a bere abbondantemente, tanto che le due ragazze, un po’ infastidite dal comportamento decidono di tornarsene a casa. Mezquita però non le lascia andare via da sole e propone di andare con loro, un’altra volta. Giunti al parcheggio però il raptus, l’uomo strappa con forza dalle mani della donna le chiavi dell’auto, le sbatte all’interno dell’autovettura e si mette alla guida (non ha la patente perchè già ritirata in precedenza) correndo pericolosamente lungo la strada, facendo sorpassi azzardati e imboccando strade contro senso.
All’interno le due donne sono terrorizzate perchè credono che quell’uomo potrebbe anche ucciderle e lo implorano di fermarsi, di tornare calmo. Lui risponde con schiaffi e ceffoni. <<Se non ti fermi chiamo i carabinieri – fa la giovane vittima>> lui le scaraventa sotto il sedile il telefonino ed è solo grazie allo straordinario coraggio e alla fortuna se la ragazza riesce nonostante tutto a comporre con il piede il numero dei Carabinieri della stazione di Porto Recanati che teneva memorizzato sul cellulare. Alle 23 però la stazione è chiusa e la chiamata viene smistata e dirottata al 112. L’operatore che risponde inizialmente non sente bene cosa sta succedendo, percepisce grida e lamenti, poi capta un <<per favore fermati alla Q8>>. Tanto gli basta per dare la segnalazione alla gazzella che dopo altri due riferimenti (la ragazza riesce a dire anche il modello dell’auto e l’indicazione casa del materasso) ferma il malvivente che è già noto alle forze dell’ordine per stupro e maltrattamenti. <<Un altro episodio di violenza – commenta il capitano Domenico Candelli – purtroppo anche se ripetiamo spesso che le Marche sono una regione tranquilla, non dobbiamo abbassare la guardia. Questo episodio fortunatamente non ha avuto conseguenze peggiori grazie all’abilità e all’attenzione dell’operatore del 112, ma grazie soprattutto al fatto che la giovane aveva memorizzato tra i numeri utili quello dei carabinieri>>.
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Il servizio di questa mattina:
https://www.cronachemaceratesi.it/?p=35810
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…queste bande nere sugli occhi…sarà mica un bambino a rischio pedofili…
infatti non riesco a capire perche non lo si faccia vedere bene in faccia a sto pezzo di m….
il caldo dà alla testa!
Per la legge del contrappasso spero tanto che in prigione diventi l’amichetta di qualche detenuto