di Mauro Nardi
“Prima o poi verrà il mio turno, non ho fretta”. Alessandro Sbaffo (nella foto) si era espresso così non molto tempo fa in una intervista concessa ad un magazine sportivo marchigiano. Domenica l’attesa è terminata, esattamente al terzo minuto di recupero di Chievo Verona – Parma, valevole per la 31esima giornata del campionato di serie A. Il talento portorecanatese che da quattro stagioni veste la casacca scaligera della formazione primavera, è entrato in campo al posto di Ariatti bagnando l’esordio assoluto nel massimo campionato italiano. Pochi secondi ma piu che sufficienti per timbrare un passaggio importante, accolto senza ombra di dubbio con entusiasmo nella sua Porto Recanati. Una città che lo ha visto crescere con la mitica casacca arancione delle giovanili, prima del passaggio alla società giallo blu avvenuto nel 2007, dove ha messo immediatamente in luce tutte le sue qualità di trequartista iniziando dalla categoria allievi. Alessandro Sbaffo, classe 1990, ha iniziato a tirare calci al pallone nell’oratorio dei Salesiani come tanti suoi illustri concittadini quali Beniamino Di Giacomo, Luciano Panetti, Massimo Palanca, Luigi Piangerelli e il nonno Fabio Ballarini, estremo difensore a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta in Serie A con il Foggia. “Chissà, forse mi ha trasmesso qualcosa attraverso il Dna – racconta Sbaffo, vent’anni il prossimo 27 agosto –. Mio nonno era un uomo di grande sport che oltre al calcio ha praticato anche il ciclismo, la box e il tennis. Gli sportivi portorecanatesi di lunga data ne sottolineano ancora le sue enormi qualità. Questo mi dà lo slancio per dare il massimo ed onorare il suo ricordo e la lunga tradizione di un’intera città che ha dato natali a grandi calciatori”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati