Il confronto a distanza continua. La scorsa settimana abbiamo pubblicato le risposte dei candidati sindaci alle domande dei cittadini. Di seguito riportiamo le risposte alle restanti domande da parte di Giorgio Ballesi (Comitato Diapason), Romano Carancini (coalizione di centronistra), Anna Menghi (Comitato Menghi ed Essere Macerata), Fabio Pistarelli (coalizione di centrodestra) e Paolo Ranzuglia (Maceratiamo)
6) Quali sono le strade da seguire per rilanciare il centro storico?
Ballesi: Le abbiamo indicate nel nostro programma, pubblicato nell’ottobre scorso. Nella fattispecie:
a) parcheggio a Rampa Zara e relativi collegamenti con il centro;
b) ripopolamento residenziale stabile anche mediante incentivi economici per giovani, giovani coppie e famiglie monoreddito o comunque in difficoltà;
c) rifacimento dell’arredo urbano e abbattimento delle barriere, l’apertura domenicale e nei festivi degli ascensori;
d) riorganizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti;
e) rilancio di commercio e artigianato mediante pacchetti completi turistico-culturali, liberalizzazione degli orari di apertura, incentivi agli esercizi commerciali.
Carancini: Nel progetto di internazionalizzazione di Macerata, il Centro Storico ampliato a Corso Cavour e Corso Cairoli sarà il luogo nevralgico delle relazioni, degli incroci e degli incontri culturali. Fondamentale attenzione sarà riservata ad interventi migliorativi delle vie del centro storico con la manutenzione di alcune strade e tra esse, in primo luogo, di Via Gramsci, oltre alla volontà di realizzare un progetto complessivo di arredo urbano delle principali vie e piazze e di proseguire nell’azione di ristrutturazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e dei palazzi di proprietà pubblica. Altri fattori contribuiranno ad accrescere il fascino del luogo, tra cui come detto, la facilità di accesso al Centro, agevolata dagli attracchi meccanizzati previsti, ed insieme un progetto culturale che trova nella zona storica la propria naturale location. In esso, tra le altre iniziative vi sarà: Macerata Musei, La Fiera del Turismo Culturale dei Comuni, Macerata Estate anche d’Inverno, Macerata Grandi Mostre, Non solo Lirica, Certe Notti. Ma il punto nodale del progetto Centro Storico può partire solo da un ritrovato senso di Comunità, uno spirito di squadra tra gli attori ivi compresi dunque residenti e commercianti che, 365 giorni all’anno, ogni anno, vivono e si misurano nel tessuto sociale di questa bella Città.
Menghi: Il centro storico è un problema, come è un problema tutta la città, frazioni comprese. Occorre partire dalla viabilità affinché la città torni ad essere attrattiva e sia in grado di catalizzare attività commerciali e produttive. Una situazione in questo momento non possibile per lo stato di isolamento in cui è stata tenuta finora Macerata. Il centro storico è il segnale della decadenza della città. Quindi, è certo che va perseguita la completa pedonalizzazione, favorendo il ritorno dei residenti nel centro storico, attraverso servizi che garantiscano una reale accessibilità nel cuore della città, come il parcheggio di Rampa Zara. Altra strada sarà quella di rendere concretamente fruibili i gioielli architettonici e museali di cui il centro dispone, in modo di favorire anche l’afflusso turistico.
Pistarelli: Bisogna riportare “la vita” in centro: abitare o frequentare questo luogo deve rappresentare un vanto per il maceratese o il visitatore, basato finalmente su concetti di vivibilità, di decoro e di accessibilità. Ciò sarà possibile se solo tutta la città farà sistema: oggi il centro non c’è perché si è fatta scivolare la città verso valle, peraltro slegando e privando d’identità anche i quartieri e le periferie, senza le quali non c’è più il concetto di “centro”.
Prima di tutto bisogna intervenire sui collegamenti infrastrutturali, e cioè i parcheggi con attracchi meccanizzati, collegati alla viabilità esterna. Bisognerà poi agevolare la presenza o in alcuni casi il ritorno di residenze,commercio e uffici in centro, perduti colpevolmente. Si pensi alla chiusura della Banca d’Italia, nel silenzio delle Istituzioni cittadine. Tutto ciò anche attraverso progetti incentivanti e fiscalità di vantaggio, ripensando anche alla destinazione di “contenitori” che attualmente non hanno utilizzo o l’hanno insufficiente (gli esempi sono moltissimi dall’ex upim al cinema corso, allo stesso palazzo degli studi o a quello dei carabinieri, e molti altri). Inoltre, la riqualificazione e l’abbellimento del centro vanno di pari passo con il puntare su un’offerta turistica qualificata, in grado di far permanere i visitatori in città (percorsi museali e storico artistici ragionati, attrattivi e fruibili, enogastronomia e produzioni tipiche ecc.)
Ranzuglia: Innanzitutto ridefiniamone il nome. “Quartiere storico” sembra più appropriato per una città in “rete”, in cui le parti hanno tutte la stessa importanza e dignità e i centri sono assenti. Per mettere il cittadino nelle migliori condizioni di fruire dei suoi tesori riteniamo sia fondamentale la sua pedonalizzazione per restituirlo alla sua funzione “civile” e per ridargli la sua dimensione ”umana”, senza ovviamente tralasciare i servizi per i commercianti ed i residenti: orari chiari per la consegna di merci, parcheggi per la sosta notturna dei residenti. Con la concessione gratuita degli spazi aperti ai tanti gruppi musicali, teatrali, etc. si potranno attivare ulteriori strategie possibili per avviare una sua fruizione allargata. Ovviamente la proposta definitiva dovrà essere il risultato dei lavori di un tavolo aperto a tutte le componenti che vi agiscono, dai residenti ai commercianti, compresa l’Università.
7) Cosa intendete fare per costruire il palas a Macerata e come intendete agire per convincere chi non è d’accordo a farlo?
Carancini: Non dobbiamo convincere nessuno. Questa Città, se aspira, come vuole effettivamente, ad un ruolo centrale e di valore assoluto su scala nazionale ed internazionale, oltre al Centro Storico, deve cercare risorse, progettare e realizzare un nuovo contenitore per eventi in grado di ospitare spettacoli musicali, sportivi, convegnistici, e dunque anche per competizione sportive di grande livello. Essa dovrà avere linee architettoniche in grado di caratterizzare l’opera ed eccellenti caratteristiche di acustica. Pensiamo a questa opera, che abbiamo chiamato Parco dello Spettacolo, nel contesto del più ampio piano di riqualificazione dell’area del Centro Fiere di Villa Potenza, peraltro inserita in un progetto complessivo della frazione di Villa Potenza la quale troverà una propria identità di alto valore ambientale, definibile sinteticamente come il Borgo dei Parchi, ed imperniata oltrechè sul Parco dello Spettacolo, anche sul Parco Archeologico (esistente e da ampliare), sul Parco Fluviale, da realizzare con la riqualificazione dell’area del Centro Fiere, ed infine sul Parco ipotizzato nella zona dell’Acquedotto che si ricollegherà al Parco di Montalbano.
Menghi: Il Palas non è la priorità in questo momento, ma solo perché il Comune non ha le risorse necessarie per realizzarlo da solo. La localizzazione, ormai comunemente decisa nell’area di Villa Potenza, deve essere un’occasione per valorizzare il centro fiere secondo un progetto che non vada a distruggere, dal punto di vista urbanistico, quell’area. Il Palas può e dovrebbe essere fatto a Macerata con una collaborazione sinergica del Comune unitamente all’imprenditoria privata ed ad altri enti pubblici economici.
Pistarelli: Non si può non rilevare come i gravissimi errori ed i molteplici formali impegni totalmente disattesi dal centrosinistra (vi ricordate l’annuncio del Sindaco Meschini pochi giorni dopo la vittoria dello scudetto della Lube del 2006 circa l’ormai imminente inizio dei lavori?) abbiano generato la paradossale situazione attuale. Due palazzetti nel raggio di 5 km? Certamente una città che torni a ragionare da capoluogo non può fare a meno di una moderna struttura, sicuramente polifunzionale, costruita anche pensando a forme pubblico- privato, o a strumenti di finanziamento che pur vi sono ma non sono stati seriamente approfonditi. Non so chi è che non vuole la struttura, ma dico agli eventuali scettici che anche su questo, se non ci diamo una mossa, faremo la fine di “tutto in gioco”: farà prima Civitanova Marche di noi!
Ranzuglia: Per il Palas proponiamo l’ampliamento dell’impianto esistente tramite la realizzazione del quarto lato delle gradinate e la sopraelevazione della copertura esistente al fine di raggiungere gli standard minimi richiesti per le competizioni internazionali e per le finali scudetto del campionato italiano. Più in generale, le strutture sportive di un certo livello vanno pianificate e realizzate coinvolgendo i comuni limitrofi e altri enti o soggetti presenti sul territorio, in modo da realizzare sinergie che garantiscano risparmi economici, di costruzione e di gestione, e un utilizzo che sia il più ampio possibile. Non siamo contrari pertanto a soluzioni concordate tra più attori pubblici e privati anche fuori dai perimetri comunali.
Ballesi: Sicuramente, la prima cosa da fare è interpellare le Società interessate ad avere in città un Palazzetto dello Sport per capirne le esigenze e le intenzioni. Poi, è evidente che un capoluogo di provincia, che per di più vanta pure una squadra di volley campione d’Italia, non possa non dotarsi di una struttura sportiva adeguata (laddove per adeguata intendo pure costruita secondo le norme regolamentari). Infine, come per altri ambiti previsti nel nostro programma, si può avviare un concorso di idee per lo studio di un progetto originale il cui rapporto qualità/prezzo risulti il migliore, sia per il Comune che per i diretti fruitori.
8) Visto che ogni giorno spunta un’antenna nuova, ne mettiamo qualcuna anche per coprire la città col segnale WI-FI? Il WIFI cittadino sarebbe un ottimo investimento se fatto bene, un’ottima opportunità per tutta la città.
Menghi: Sono passati dieci anni nei quali non è stato fatto nessun passo in avanti sul tanto promesso cablaggio della città, che è sicuramente una priorità per Macerata tenendo conto anche della presenza dell’Università e in quanto la rete rappresenta una risorsa per una migliore conoscenza da parte dei cittadini.
Pistarelli: Investire anche sulla rete e le infrastrutture immateriali è senza dubbio fondamentale e in questo senso la ridotta estensione territoriale del tessuto urbano, nonché l’elevata presenza di giovani, studenti o professionisti rappresentano una necessità. “WI FI zone” in tutto il centro è sicuro stimolo all’attrattività da recuperare. Ci sono anche finanziamenti e progettualità molto interessanti da sfruttare in questo settore.Fino ad oggi non si è fatto nulla o quasi, ed anzi vi sono zone della città non raggiunte neppure dall’adsl!!
Ranzuglia: Il collegamento wireless verrà realizzato a partire dalle zone più frequentate della città, in modo da offrire un servizio di connettività sicuro e di qualità. Sarà comunque necessario verificare le possibilità di integrazione con l’Università, in quanto alcune delle sue sedi sono già coperte da questo servizio.
Ballesi: È scritto nel nostro programma. Sì, intendiamo coprire l’intera area del centro storico col segnale WI-FI, previa valutazione che escluda ogni possibile conseguenza nociva sulla salute.
Carancini: Abbiamo espressamente previsto quale obiettivo la realizzazione di una rete wi-fi free a Macerata (molteplici aree hotspots) che consente l’accesso e la navigazione ad internet senza fili e gratuitamente, a partire contestualmente dal centro storico e dalle 3 frazioni, per poi allargarla all’intero territorio comunale.
9) E’ intenzionato a coprire lo Sferisterio? La cosa è fattibile? Quali vantaggi comporterebbe?
Pistarelli: So che vi sono progetti di massima ma vorrei approfondirli nel dettaglio. La fattibilità tecnica certo esiste, ma in questo caso la scelta è più “culturale”: è giusto o no intervenire su un monumento della città, per certi non secondari aspetti trasformandolo? Il dibattito è aperto. Teniamo presente che il nuovo Palas polifunzionale potrà comunque costituire un importantissimo contenitore per ogni tipo di manifestazione e dare almeno in parte quelle risposte che si possono ottenere da uno Sferisterio “coperto”. Siamo comunque pienamente consapevoli del fatto che lo Sferisterio dovrà essere fruibile non soltanto per poche serate estive ma per tutto l’anno, studiandone forme diverse di utilizzo e fruibilità. E’ infatti in possesso di caratteristiche strutturali (spazi al chiuso) che permettono comunque ciò.
Ranzuglia: Abbandonata l’idea di una copertura stabile della struttura per una serie interminabili di difficoltà oggettive sia tecniche che economiche, proponiamo la realizzazione di una copertura leggera amovibile una volta verificata la fattibilità economica con un’analisi costi benefici sulle attività che si potranno svolgeranno sfruttando le opportunità offerte dalla copertura stessa. Appare utile precisare che gli spazi dello Sferisterio, soprattutto quelli tecnici del retropalco, sono assolutamente insufficienti rispetto a quelli richiesti da un teatro contemporaneo e, una volta posta in opera la copertura, potrebbero ospitare solo manifestazioni il cui allestimento non richieda strutture particolarmente voluminose, tipo concerti o sfilate. Il Palas ampliato potrebbe diventare la sede ideale per altre manifestazioni, anche musicali, nel periodo invernale.
Ballesi: E’ nostra intenzione avviare un concorso di idee al fine di verificarne la fattibilità a garanzia anche del pregio artistico e architettonico, non solo funzionale. I vantaggi sarebbero quelli di un possibile utilizzo durante tutto l’anno solare, con il clou estivo della Stagione lirica. E inoltre non ci sarebbe più, d’estate, il rischio di annullamento degli spettacoli per maltempo. Ricordo a tutti che i Romani avevano munito il Colosseo di un Velarium.
Carancini: La copertura dello Sferisterio è una scelta sbagliata sotto molteplici motivi. Qui basta dire che è incompatibile con il progetto che abbiamo spiegato alla risposta 7.
Menghi: Da sindaco mi è stato regalato un progetto preliminare per realizzare quella che per anni è stata solo un’idea dei maceratesi. C’era anche chi era pronto a sponsorizzare il progetto, che dieci anni fa costava circa 9 miliardi. Abbiamo continuato a riparlarne e la maggioranza tre anni fa ha anche votato una nostra mozione in questo senso, l’imprenditore Faggiolati ha presentato un suo progetto, ma l’amministrazione Meschini non ha fattivamente lavorato su questo. La possibilità di utilizzare lo Sferisterio per un periodo più lungo e il ritorno di immagine a livello europeo farebbe diventare realmente la cultura un volano per la nostra economia creando reali possibilità lavorative per i nostri giovani.
10) L’acqua è un bene primario che deve restare pubblico oppure può essere data ai privati? Specificatamente per Macerata: farà in modo che resti in mani pubbliche o no?
Ranzuglia: L’acqua è un diritto umano e quindi un bene comune tra i più importanti. Il Comune deve fare ogni possibile sforzo per garantire che l’acqua rimanga un servizio sotto il diretto controllo pubblico, a cominciare da un’apposita delibera che dichiari la gestione idrica un “servizio senza rilevanza economica”. Si propone anche la realizzazione, ove possibile, di “case dell’acqua” per agevolare e facilitare l’erogazione di acqua pubblica liscia e gassata ed una intensa campagna di informazione e di sensibilizzazione sul corretto uso dell’acqua: promuovere un uso responsabile fin dai primi anni di scuola.
Ballesi: L’acqua è il bene pubblico per eccellenza. E tale deve rimanere.
Carancini: Affermiamo espressamente che l’acqua è fonte insostituibile di vita, patrimonio dell’Umanità, diritto inalienabile ed universale. Dunque l’accesso all’acqua è diritto fondamentale e va garantito a tutti. Dichiariamo che siamo contrari a qualsiasi forma diretta o indiretta di privatizzazione dell’acqua, sia rispetto alla gestione sia in relazione alla proprietà delle reti idriche, manifestando a questo proposito la necessità di una precisa scelta per riconoscere l’insostituibilità della presenza pubblica per il bene acqua. Per questo c’è l’impegno di tutti noi nel prossimo mandato a proporre l’inserimento di tale principio nello Statuto Comunale.
Menghi: L’acqua è un bene primario e deve essere buona e avere anche costi contenuti per i cittadini. La prima legge che ha parlato di privatizzazione è la Legge Galli, prodotta dal centro sinistra. Quindi non è un problema né di destra né di sinistra. Il problema è che la politica deve controllare il servizio , l’efficienza del servizio e i costi che chiede ai cittadini. Purtroppo, al di là delle speculazioni da parte di alcuni partiti politici sulla questione, la gestione pubblica non sempre ha garantito il vero interesse dei cittadini. Il vero problema, oltre a quello della qualità, è di ridurre i costi che i cittadini pagano per questo servizio essenziale, come per altri, ridimensionando gli oneri della politica.
Pistarelli: L’acqua è indubbiamente un bene pubblico. La gestione del servizio è altra cosa. Io personalmente ritengo che nei servizi essenziali (acqua energia rifiuti) il controllo pubblico anche della gestione sia buona cosa. L’Europa e le normative ricordano che le forme debbono essere libere e non vincolate ad un modello unico. La cosa fondamentale è comunque l’efficienza della gestione e la difesa del concetto di socialità del servizio.
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Le prime cinque risposte:
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Vorrei dire la mia sul Palas. Personalmente penso che la questione vada vista in questi termini:
secondo me sarebbe poco lungimirante ed anche antieconomico continuare a pensare ad un palazzetto solamente per la Lube, cioè fruibile dai cittadini una volta ogni due settimane quando la Lube gioca, e basta. Queste cose non vanno più, non funzionano: di esempi ne abbiamo tanti. Per esempio la Juventus, a Torino, che si sta costruendo il suo stadio privato (cioè coi soldi suoi e quelli trovati dagli sponsor, 105 milioni di € se non erro) lo ha pensato come fruibile 7 giorni su 7 ed ha previsto un parco, diversi negozi, ristoranti, un museo, proprio perché era impensabile continuare a costruire cattedrali di cemento che vengono riempite (riempite?) due-tre volte al mese al massimo.
Fra l’altro, come cittadino, non mi sono piaciute alcune esternazioni del management Lube (pur capendo le ragioni che li hanno spinti ad usare certi toni). Mi spiego meglio; non ho molta simpatia per chi, con cadenza regolare, ha minacciato
di spostarsi a Civitanova
di spostarsi nel treiese
di porre continuamente (non ho tenuto il conto, magari i bravi giornalisti di cm sono preparati) degli ultimatum (si era arrivati, un po’ come nella love story lario-berlusconi a discutere sui giornali, chiedendo superstrade sulla valle del potenza con uscita su fabbrica Lube e la mediazione dell’allora presidente della provincia Silenzi, trattato come una sorta di Bruno Vespa, tra società sportiva e comune di Macerata. Come se fosse stato uno dei compiti istituzionali della provincia costruire il palazzetto!).
Insomma, Macerata mi è sembrata trattata con poca considerazione alcune volte, ma ripeto, comprensibile l’impazienza dopo anni di tira-e-molla da parte dei vertici della squadra.
PROPOSTA:
Io propongo una cosa semplice da capire: invece di incaponirsi su palazzetto sì/palazzetto no/ facciamolo grosso, facciamolo strano, facciamolo su, facciamolo giù, eccetera…
si potrebbe creare una vera struttura polifunzionale, attrezzata, fruibile anche e soprattutto dai CITTADINI. Non è difficile, l’ho visto fatto coi miei occhi qui a Reykjavik dove vivo al momento; c’è la sede del Valur, che è una squadra di calcio che ha fatto anche la Coppa UEFA in passato. Un grosso palazzo a più piani dove;
in alcuni insegnano ballo
in altri giocano a pallamano
in altri ci sono campi da basket/pallavolo, le poltroncine sono “estraibili” dai muri: quando giocano le squadre vengono completamente tirate fuori e la capienza aumenta: quando non ci sono partite ufficiali, chiunque può andare lì, affittare il campo, giocare.
Ci sono enormi stanzone con parquet che possono essere allo stesso tempo un campo di calcio a 11 o molteplici campi da calcio a 5: le porte girano su rotelle, degli enormi tendoni scendono dal soffitto e dividono la sezione rettangolare del campo coperto in almeno 4-5 campi dove si gioca a calcetto con gli amici.
C’è spazio per tutti, la struttura ricava soldi grazie all’affitto, la Lube avrebbe strutture di allenamento all’avanguardia ed un campo di gioco di tutto rispetto.
Considerato lo spazio che c’è al Centro Fiere di Villa Potenza, si potrebbe fare lì (mi pare più conveniente che rifare ex novo il palazzetto a Fontescodella). Di certo meglio che fare i chilometri per arrivare a Treia, no? Dovrebbero guadagnarci tutti.
Non solo Lube, quindi: mettiamoci un paio di canestri, porte per il calcetto, biliardini, attrezzi ginnici, spazio per chi vuole fare balli latino americani, non lo so: a me piacerebbe un sacco una struttura del genere a Macerata.
tanto per rimanere in tema sportivo: e pensare che in una città come Macerata ci sono solo due campi da calcetto al coperto (quelli del Cus) in condizioni pietose…se non è uno scandalo questo…
Con tutto il rispetto che posso aver da sportivo nei confronti del palas e degli altri spazi credo che l’elemento principale che emerge da questa intervista è che a Pistarelli non è per l’acqua pubblica, fa un bel giro di parole per dirlo ma è chiaro che è in linea con il suo partito che a livello nazionale vuole privatizzare l’acqua (o la sua gestione come si dice per cercare di confondere le…. acque 🙂 )
Mi sembra che su diverse cose, nonostante sottili pleonastici distinguo, i candidati Sindaci sono pressochè d’accordo.
Allora non capisco 5 candidati Sindaci e 500 candidati Consigleri in corsa….
Tutto sta nella credibilità e affidabilità dei candidati sindaci, perché ricordo che si vota il Sindaco e su tale aspetto fondamentale credo che quanto dichiarato da Anna Menghi, se dovesse essere eletta sarà fatto, l’ha già dimostrato a sue spese.
Io mi stupisco della volubilità dell’opinione comune e delle affermazioni.
Ora, non riesco ad accettare che la politica di destra incoraggi e difenda l’acqua privata quando, e basta un minimo di cultura, fu proprio la destra a affermare che “l’acqua è un diritto di tutti e non può essere controllata da pochi”
Fu proprio grazie alla liberalizzazione dell’acqua, togliendola dal controllo di pochi e riportandola al controllo dello stato, che il Prefetto Mori riuscì a dare un colpo fortissimo alla Mafia siciliana intuendo che proprio chi ha il controllo dell’acqua ha il controllo del popolo.
Riportando allo stato la distribuzione dell’acqua, gli acquedotti, le fontane ed i vari approvigionamenti riuscì a scardinare l’omertà del popolo verso i “fornitori di vita” (così chiamati dal prefetto stesso) invertendo i ruoli di controllo e annovernado quella che, a mio parere, fu l’unica vera Vittoria dello stato sulla mafia permettendo, con l’arresto delle bande, lo scioglimento dei fasci e la presenza sul territorio, di esiliare sullo stato americano quella realtà che aveva controllato la sicilia fino a quel momento.
Da qui l’assurdità di poter concepire l’acqua come bene privato, assurdità che diviene quasi blasfemia se incoraggiata da chi l’ha osteggiata sin dagli anni ’20 !
Magari erano altri tempi; famiglia, legalità, onore, correttezza e bene del cittadino sembrano aspetti anacronistici e, forse, non va incolpata una “fazione”… in fondo ognuno fa quello che fa perchè gli altri lo permettono, ed in questo caso, forse sono i tempi che chiedono questo.
Ciò, tuttavia, è solo una mia opinione
Condivido totalmente quanto affermato dal Signor Mamo. La precisa analisi storica è incontrovertibile. Vorrei aggiungere, a proposito delle petrarchesche “chiare e fresche e dolci acque”, se l’acqua “in Sicilia”, dovrà essere privatizzata e se la privatizzazioine può passare, ad esempio, atrraverso una ditta con sede in Albania…
Credo che la questione dell’acqua, così come quella dei servizi erogati in generale e per quanto riguarda l’amministrazione comunale, si traduce sul fatto, non tanto su chi gestisce i servizi, ma se l’amministrazione comunale abbia la volontà e la capacità di controllarne la gestione al fine che essa sia efficiente e a minor costo per i cittadini. Altro un’amministrazione comunale non può fare, per cui le chiacchiere sono chiacchiere e i fatti sono fatti.
vorei fare io una domanda a i candidati sindaci:per il turismo nessuno dice niente,eppure abbiamo una citta meravigliosa(cosa che dicono i pochi tuisti che vengono qui per sbaglio)ma è pur vero che tutti i musei,lo sferisterio,la torre civica rimangono perennemente chiusi al pubblico.
è cosi difficile invitare scolaresche fuori regione a macerata?
è cosi difficile reperire 5 o6 persone che domenicalmente tengono aperti i vari luoghi sopracitati?
quanti di noi maceratesi ultimamente hanno visitato il museo della carrozza fatto visita alla torre civica?bisogna aspettare san giuliano?
portiamo gente a macerata che come citta’ non abbiamo niente da invidiare a nessuno
@ Guido Garufi
il tema sollevato del turismo ,mi fa pensare a quanto oggi dobbiamo ingegnarci a inventare politiche mirate e per farlo, o valorizzi il presente , o guardi avanti o ti rvolgi all’indietro, Nel passato Macerata ad esempio godeva di essere sulla via del Giubileo, la via del pellegrino che partiva da Loreto e finiva a San Pietro. i pellegrini lungo questa via , trovavano ristoro nelle osterie locali, con tavole imbandite di quei prodotti culinari della tradizione, che in parte abbiamo rinnegato, col cambiamento del gusto forzato dai consumi.
prof. Garufi la chiamo in causa…può raccontarci di più al riguardo? ..oppure del più recente e poetico ” treno di mezzanotte”?
almeno prendiamo una boccata d’aria tra un problema e l’altro e chissà poi che parlando parlando…le nostre idee non si accendano una con l’altra come scintille elettriche …Engels!
lancio un’iniziativa sul turismo: A MACERATA IN CARROZZA
premesso che come ho scritto altrove, non si può fare una politica se non ne attui un’altra a sotegno della prima e così via, pena il fallimento, riguardo la rivitalizzazione del centro storico che risente della sua pedonalzzazione, si potrebbero avviare per esempio due strategie incrociate , a costo assai ridotto, per favorire sia il primo obiettivo, creare attrazione per la piazza e le vie del centro, sia la promozione turistica ad ampio raggio, passando per le risorse e il patrimonio culturale di Macerata.
In centro oltre le bellezze architettoniche civili e religiose, cè il Museo d’arte Contemporanea, Palazzo Buonaccorsi e il Museo della carrozza che come sopra evidenziato dal nick – macerata granne- è semisconosciuto. Il museo della carrozza potrebbe fare da volano invece a tutto il resto. come?
Si pensi che nel 2007, nel centenario dello storico Raid Pechino-Parigi in cui trionfò l’equipaggio italiano a bordo della mitica Isotta Fraschini battezzata per l’occasione” Italia”, l’auto originale attraverso l’iniziativa di Overland, è uscita dal Museo di Torino per ripercorrere sulle strade moderne per cui non era stata certo progettata., la stessa avventura..
Non è dunque ipotizzabile creare un circuito di interesse generale per i Muesei e i Palazzi proponendo un giro in carrozza festivo e domenicale per il centro, supportato da eventi collaterali come mostre fotografiche, artistiche , mercatini, spettacoli e quant’altro? per ovvie ragioni si dovrebbe fare nei festivi, per non intralciare le normali attività quotidiane. Però intanto creerebbe curiosità e interesse per Macerata. Se poi si volessero tenere aperte alcune attività commerciali, meglio. Che io sappia, non c’è altro centro qui vicino che faccia una cosa analoga. Se poi , durante la stagione lirica si vorrà farne godere anche gli spettatori che vengono da lontano….
Ma ci sarebbe nel caso una carrozza disponibile e il personale entusiasta di tenere aperti i musei nei festivi o per ripulire le vie del centro da altro …genere di rifuti sui sanpietrini?