Addio a Compagnucci,
un grande del calcio

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COMPAGNUCCI GIOVANNI ALL

di Roberto Scorcella

E’ scomparso di domenica, giornata sacra non solo per la religione ma anche per gli appassionati della dea Eupalla, quasi che il destino gli abbia voluto far giocare anche l’ultima partita. Giovanni Compagnucci è morto all’età di 92 anni, buona parte dei quali dedicati alla sua grande passione: il gioco del calcio. Non è un caso che i familiari nei manifesti funebri lo abbiano voluto qualificare proprio come “allenatore di calcio”. Da diverso tempo era uscito di scena, ma il suo nome entra di diritto nella storia dell’Unione Sportiva Tolentino e dello sport maceratese. E’ stato anche fra i fondatori e gli allenatori del settore giovanile dello Juventus Club. Nel 1936, da giocatore, si laurea campione marchigiano di  II Divisione marchigiana con il Tolentino che chiude la stagione imbattuto. Poi viene ceduto alla Maceratese. Nel Dopoguerra inizia la sua carriera da allenatore, sempre attentissimo ai giovani. A più riprese viene chiamato sulla panchina del Tolentino come “salvatore della Patria”. Succede nella stagione 1951-52 e in quella 1973-74 con una parentesi da dirigente negli anni Sessanta. Memorabile la stagione 1979-80. A febbraio l’allenatore Rosati viene esonerato dalla società. E qui entra in scena Pietro Durastanti, secondo di Rosati, al quale viene affidata la squadra proprio insieme all’esperto Giovanni Compagnucci, tecnico del settore giovanile. La scelta della società è vincente: i due nuovi allenatori del Tolentino inanellano una serie positiva impressionante fatta di otto vittorie e un pareggio in nove partite. Ma non è sufficiente per vincere il campionato, malgrado la rimonta sul Corridonia, raggiunto ma non superato in classifica. Per decidere chi poteva continuare a sognare la categoria superiore era necessario uno spareggio. Viene scelto il campo neutro dell’Helvia Recina di Macerata. E’ il 4 maggio 1980 e i tempi regolamentari si chiudono con il risultato di parità, zero a zero che rimanda tutto ai supplementari. Anche i due tempi da quindici minuti si chiudono in pareggio, uno a uno, e per decretare la squadra vincitrice ci si affida alla lotteria dei calci di rigore. Catasta fallisce quello decisivo e a vincere è il Corridonia. Durastanti e Compagnucci piangono per la delusione insieme ai loro giocatori.  Durastanti ci ha lasciato da quasi un anno, da quando l’8 novembre del 2008 un infarto lo ha stroncato, neanche a dirlo, su un campo di calcio. E ci piace immaginarli adesso, mentre chissà dove parlottano ancora di calcio, del loro calcio.

Compagnucci Giovanni 1952



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