(Fonte:il restodelcarlino)
La crisi economica si fa ancora sentire nonostante piccoli segnali di ripresa, il mondo del lavoro si deve barcamenare tra aumento della cassa integrazione, mobilità e licenziamenti, e allora ai marchigiani non è rimasto altro che consolarsi col… ‘Bil’. Questa sigla non è altro che l’acronimo di ‘Benessere interno lordo’, una ricostruzione della situazione di vita dei cittadini in base a otto criteri, proposti da una Commissione guidata da Joseph Stiglitz e incaricata dal presidente francese Nicolas
Sarkozy.
E, secondo uno studio condotto dal Sole 24 Ore insieme al Centro studi sintesi e basato proprio su questi criteri, la 4 storiche province marchigiane (la neonata provincia di Fermo non è considerata) sarebbero tra le prime 10 in classifica. Se la provincia al top della graduatoria del ‘Bil’ è Forli’-Cesena (170,4 punti), seguita da Ravenna e Firenze, al sesto posto c’è Pesaro Urbino, con 164,3 punti. Al settimo compare Ascoli Piceno (164,3), al nono Ancona (162,1) e al decimo Macerata, con un punteggio di 153,5.
Una classifica rivoluzionata rispetto a quella tradizionale, basata sul Pil, ovvero il prodotto interno lordo, dove le nostre province si trovano decine di posizioni indietro. Poco male, dunque, visto che il fine di questo studio, che vede le Marche ai primi posti, è quello di ricercare il “benessere pluridimensionale”, una sorta di formula della felicità.
Oltre alle condizioni materiali di vita, ossia il valore aggiunto a prezzi correnti per ogni abitante, valuta l’incidenza delle attività personali (la spesa pro capite per gli spettacoli), la partecipazione alla vita politica (misurata sull’affluenza alle urne per le Europee 2009), l’ambiente, l’insicurezza (numero di furti, rapine e omicidi per ogni 100 mila abitanti). E da ultimo i rapporti sociali, cioè quante organizzazioni di volontariato operano ogni mille abitanti. Una griglia che piazza Milano, “regina del Pil”, al 37mo posto. Meglio felici che ricchi quindi? Ai cittadini l’ardua sentenza.
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