(Fonte: ilsole24ore.com)
Sei luglio 2008: Nadal, il supremo terricolo, espugna il prato di Wimbledon. Undici mesi più tardi, Federer (nella foto), il “grande giardiniere”, trionfa sul polveroso Philippe Chatrier di Parigi. Diventa, così, uno dei sei giocatori ad avere vinto tutti e quattro i tornei dello Slam. L’eterna sfida tra i due, a questo punto, sembra pronta per un nuovo capitolo sui tappeti erbosi di Londra. Le premesse per un’altra finale da brivido ci sono tutte. Un Federer, caricato dal successo francese può lanciarsi alla riconquista dell’antico feudo, nonché del trono che Rafael gli aveva usurpato. Dall’altra parte, un Nadal in cerca di riscatto dopo la prematura uscita di scena nel “suo” Roland Garros, dovrebbe essere pronto a tutto per confermare la splendida vittoria di 12 mesi fa. E invece, a rovinare la festa, ci hanno pensato le scricchiolanti ginocchia del maiorchino. La tendinite e l’edema osseo ad entrambe le rotule hanno costretto Rafa a dare forfait a due soli giorni dall’inizio delle gare. Fino all’ultimo aveva sperato, Nadal, di riuscire a recuperare in tempo per i Championships. La difficoltà a piegare le gambe riscontrata nei due match giocati (e persi entrambi) contro Hewitt e Wawrinka all’esibizione di Hurlingham, tuttavia, lo hanno definitivamente convinto a lasciar perdere. Un brutto colpo per lo spagnolo che in tre tornei, due dei quali del Grande Slam e che aveva vinto lo scorso anno, ha rimediato un’uscita agli ottavi e due ritiri. L’ultimo numero uno del mondo a non presentarsi a Wimbledon era stato Guga Kuerten e questo non è certo di buon auspicio. La speranza di tifosi e appassionati è, naturalmente, che l’infortunio di Nadal non sia altrettanto grave e che l’iberico possa al più presto tornare al massimo della forma. Mentre Rafa, subito dopo la consacrazione, si trova ad affrontare il momento più difficile della sua carriera, Federer, finalmente risorto, pare lanciato verso l’ennesimo successo. A Wimbledon, dove ha già vinto cinque volte di fila, eguagliando il record di Borg, va a caccia del quindicesimo Slam, impresa mai riuscita a nessuno nella storia. Un risultato che lo consegnerebbe alla leggenda e avrebbe, oltretutto, come corollario il recupero della prima posizione in classifica. Il Federer capace di vincere sulla terra parigina può forse avere qualche problema sull’amata erba londinese? In realtà, un rischio c’è ed è che il campione si presenti magari svuotato e spento, dopo il dispendio di energie, soprattutto psichiche, e a corto di motivazione. Un’eventualità, comunque, poco probabile perché tra il ritorno sul trono e la possibilità di guadagnarsi un palmares unico nella storia, gli stimoli a Roger non dovrebbero davvero mancare.
A cercare di sbarrargli la strada ci dovranno provare il redivivo Tommy Haas, o l’esplosivo, per quanto discontinuo, Jo-Wilfried Tsonga anche se, almeno sulla carta, l’avversario più ostico dalla sua parte del tabellone dovrebbe essere Novak Djokovic. Il serbo, fino ad oggi, sull’erba non ha mai del tutto convinto ma, con una finale al Queen’s, una la scorsa settimana ad Halle e una semifinale giocata due anni fa proprio a Wimbledon, ha dimostrato di poter diventare pericoloso anche qui. Ultimo big a sfidare Federer per prenotare un posto sul centrale per domenica 5 luglio potrebbe essere, infine, Juan Martin Del Potro, finora poco erbivoro ma in grande crescita. Ma il vero avversario dell’elvetico rimane, alla vigilia del torneo, l’idolo di casa Andy Murray. Di fatto numero due del seeding, con l’uscita di scena di Rafa, lo scozzese parte con un pronostico favorevole come mai era accaduto nemmeno a Tim Henman, ribattezzato Timbledon dagli adoranti connazionali. E questa volta il beniamino del pubblico si presenta all’appuntamento fresco vincitore del Queen’s, primo britannico ad alzare la coppa delle Regine da ben 71 anni. Allora, la “Murray mania”, che già serpeggia tra i campi di Wimbeldon, è pronta ad esplodere durante il torneo.
Se guardiamo al tabellone femminile, invece, i prati di Londra sono territorio quasi esclusivo di caccia delle due Williams. Se le Sisters si presenteranno appena un po’ in forma all’appuntamento, non sarà difficile prevedere ancora una finale sorellicida, dopo lo splendido match dello scorso anno. Qualche outsider come l’australiana Stosur, dotata di un gioco perfetto per l’erba, potrebbe inserirsi a sorpresa nella lotta ma, forse, le più accreditate rivali delle Williams rimangono la Dementieva, se riesce a ritrovare continuità e serenità, oppure Maria Sharapova. Anche se la russa non sembra ancora aver recuperato la forma migliore dopo il lungo stop per l’infortunio alla spalla.
Il capitolo azzurri, sull’erba inglese è, invece, ancora più desolante che sulle altre superfici. Storicamente il tennis italiano raccoglie poco o niente sui verdi campi di Londra. Una sola semifinale (giocata da Pietrangeli) in tutta la storia del torneo. Dai cinque giocatori in tabellone è difficile aspettarsi grandi exploit mentre la compagine femminile, sette tenniste capitanate da Pennetta e Schiavone, come sempre offre maggiori garanzie, anche se l’erba di Wimbledon, negli anni, si è spesso rivelata traditrice anche per loro.
fonte: ilsole24ore.com
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