di Beatrice Cammertoni
Può Macerata considerarsi una “Città della Cultura”? Nel tentativo di dare una risposta a questo interrogativo si è svolto ieri un convegno promosso dalla Camera di Commercio di Macerata che ha coinvolto molti dei rappresentanti delle istituzioni economiche, culturali e religiose della nostra provincia.
Sull’onda di altri interventi per la previsione di un piano di sviluppo che sfrutti le potenzialità del patrimonio artistico e culturale del territorio già suggeriti per Pievebovigliana e Civitanova Marche, anche a Macerata la Camera di Commercio in collaborazione con la Fondazione Carima propone al Comune e alle istituzioni locali una revisione della propria economia con maggiore consapevolezza di quelli che sono i suoi monumenti, i luoghi in cui si produce sapere e le iniziative accattivanti sotto il profilo culturale.
Una città con un enorme patrimonio storico-artistico, con un ambiente cullturale di buon livello, forte sul versante della produzione culturale, grazie soprattutto all’alta formazione nonché alle produzioni teatrali e musicali, ma penalizzata dalla mancanza di collegamenti adeguati.
Relatori dell’occasione Giuliano Bianchi, presidente della Camera di Commercio di Macerata, Franco Gazzani, presidente della Fondazione Carima, il professor Antonio G. Calafati dell’Università Politecnica delle Marche, il sindaco Meschini, il Vescovo Monsignor Claudio Giuliodori, Luigi Lacchè, Pro-Rettore dell’Università di Macerata e Pierino Bellesi, imprenditore.
“Il nostro compito”, ha specificato Bianchi, “è quello di promuovere proposte senza sovrapporci ai compiti dell’amministrazione e della politica. Ragioneremo su Macerata e le nostre riflessioni potranno essere fatte proprie dalle istituzioni. Speriamo nello stesso interesse dell’opinione pubblica che si è riscontrato nei giornali a Civitanova”. Il presidente Gazzani, che rinnova l’impegno della Fondazione a partecipare ad iniziative che valorizzino il territorio, ha definito Macerata come la città che ha la leadership in provincia quanto a cultura e si è impegnato a continuare ad investire risorse non solo economiche per questa sinergia che negli ultimi anni si creata con la Camera del commercio: “Mi auguro che ci siano sempre manifestazioni di interesse a cui la Fondazione possa rispondere distribuendo le sue risorse”.
Il professor Calafati ha illustrato una relazione sui beni culturali e sulle differenze tra il produrre ed il consumare la cultura, ricostruendo l’attuale situazione della nostra provincia e di tutto il suo patrimonio sotto-utilizzato. In questo periodo di crisi, le istituzioni debbono essere a suo avviso in grado di riconvertire la propria economia anche verso l’ambito culturale, attirando risorse degli abitanti del territorio ma anche in un bacino di utenza più largo, fino addirittura ad “esportare” cultura. “Chi se ne occupa deve tener conto dell’impatto economico effettivo, senza gonfiarsi il petto per eventi che non sono significativi”: così il professore ha apostrofato il Sindaco Meschini che ha presentato il prossimo appuntamento di Giugno in Corea promosso dallo Sferisterio. “Gran parte della produzione culturale si è spostata da Macerata per diluirsi nelle altre città della Provincia. Pur essendo aumentati in modo assoluto, i beni culturali sono in termini relativi diminuiti rispetto agli altri centri”.
Nell’intervenire a sua volta, Meschini ha dichiarato che Macerata non parte da zero in questo ambito, ma che pur investendo risente dei lunghi tempi di restauro delle opere pubbliche e della necessità di finanziamenti, come nel caso dei “Grandi Contenitori”. Egli si è unito al Vescovo Giuliodori nell’affermare che sono in programma nuovi progetti che contribuiranno a promuovere il valore artistico del territorio. Il Sindaco inoltre ha ricordato il grande prestigio che Macerata ottiene grazie allo Sferisterio, oggetto di numerosi finanziamenti dell’amministrazione comunale e ha annunciato che il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha approvato lo stanziamento dei Fondi Fas per il restauro della Chiesa di San Filippo.
Significativi anche gli interventi del Vescovo, che ha ricordato le abbadia di Fiastra e quella di Rambona e nonché le chiese della provincia, di Pierino Bellesi, definito da Bianchi come un “innamorato di Macerata” e del Pro-rettore Lacchè, che ha esortato le istituzioni a valorizzare le idee e le intelligenze di coloro che vivono l’Università in quanto “opinion makers”.
Nella foto (Calavita): da sinistra, Franco Gazzani, il vescovo Claudio Giuliodori, Giuliano Bianchi e Giorgio Meschini.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Di seguito il comunicato stampa di Franco Capponi in merito al convegno:
Ho partecipato ieri ad un incontro sul tema di Macerata città della Cultura, organizzato dalla Camera di Commercio e dalla fondazione Carima con il patrocinio del Comune. Ho trovato molto interessanti le relazioni dei diversi relatori (dal professor Calafati, al vescovo Giuliodori, al pro rettore Lacchè e all’imprenditore Pierino Bellesi). Ma a mio avviso più che parlare in senso univoco di una prospettiva di Macerata come città della cultura il discorso dovrebbe svilupparsi sul ruolo del capoluogo di Provincia che, tra l’altro, è una delle principale questioni attorno a cui ruota il programma elettorale del centro destra. A mio avviso oggi noi dobbiamo riavviare un discorso sulle funzioni complessive che ogni territorio dovrà svolgere in questa Provincia, ma mettendole in relazione al contesto regionale. Certamente Macerata ha uno stock culturale adeguato per essere considerata una città a prevalente funzione culturale, data anche la sinergia possibile con l’alta formazione universitaria. In pratica il policentrismo della nostra provincia deve essere coniugato con delle strategie che possano rappresentare una diversificazione delle specificità dell’intera aera vasta.
Se Macerata vuole essere la città della cultura, su questo dobbiamo concentrare le relazioni anche degli altri territori che hanno valenze culturali. Il riferimento inoltre ai valori della tradizione e del passato ma anche delle opere contemporanee deve essere armonico con gli altri progetti di sviluppo della città. A me non sembra congrua, invece, la qualità della sviluppo urbanistico della città di Macerata con i Comuni limitrofi, non appaiono adeguate le infrastrutture viarie che potrebbero mettere Macerata al centro di questo grande ‘raccordo anulare’ creato con il progetto quadrilatero nel cuore delle Marche. Mi riferisco alla viabilità di collegamento Ancona-Fabriano Perugia-Civitanova-Tolentino-Foligno. Proprio Macerata deve collegarsi agevolmente a questo anello. Una città della cultura, dell’architettura rinascimentale deve mostrare lungo queste vie d’accesso il rispetto della sobrietà urbanistica in modo da non renderla un’isola irraggiungibile agli occhi dei cultori, vale a dire di chi è appassionato di cultura.
E’ per questo che da tempo ci battiamo per una diversa impostazione del necessario adeguamento della Valpotenza . Siamo contro un ulteriore degrado in nome di una malcelata speculazione della trasformazione del centro fiere in un mega centro commerciale. Ci battiamo invece perché venga creata una porta, un ulteriore biglietto da visita (ad esempio un outlet delle qualità artistiche e artigianali) proprio per la città di Macerata. E’ oggettivamente importante inoltre rivedere una funzione territoriale dello Sferisterio, cioè, il più grande contenitore culturale a cui vengono destinate risorse della provincia per far riconoscere Macerata come capitale della cultura regionale. Occorre che anche questo diventi un evento a servizio del territorio. E’ vero che oggi ci sono altri territori che aspirano a ottenere il primato di ‘città culturale’ e che in questi ultimi anni hanno investito molte risorse nel settore, come è avvenuto a Civitanova, dove è stato realizzato un vero progetto culturale che valorizza la vivacità produttiva di un territorio, coniugando contenitori tradizionali a eventi costruiti ma con una grande attenzione. Un progetto, quello civitanovese, che si misura anche nel ritorno economico in termini di turismo o di visibilità del proprio modello produttivo. Concordiamo quindi con alcune considerazioni conclusive tirate nel convegno di ieri. Macerata per riacquistare il proprio ruolo di capoluogo di Provincia deve puntare sulla cultura ma dobbiamo anche constatare, purtroppo, un generale disinteresse degli enti proposti, in primis la Regione Marche, che oggi risulta penultima in Italia per investimenti nella cultura e penultima in un settore ad essa collegato qual è quello del turismo.
Ufficio elettorale
FRANCO CAPPONI
Candidato alla Presidenza della Provincia di Macerata