La Scuola di lingue dell’Esercito
chiede collaborazione all’Ateneo
Parla il generale Staccioli

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di Maurizio Verdenelli

“La lingua è un ponte per andare sani e salvi da un posto all’altro”. E’ l’idea forza della Scuola di Lingue estere dell’Esercito (SLEE) che, fondata il 18 agosto 1963 a Roma, ha sede a Perugia dal 15 febbraio 1993 nello storico complesso di Santa Giuliana.
Peacekeeping insegnando “tutte” le lingue del mondo, anche quelle rare e perfino i dialetti. Ci sono tecnologie modernissime, multimediali, infrastrutture hardware e software avanzate, laboratori linguistici e perfino studios di registrazione tv. Vengono pure tenuti corsi a distanza, rivolti a studenti universitari, delle Superiori e perfino agli insegnanti stessi, per opportuni aggiornamenti.
Comandante della Scuola da sei anni è il generale di Brigata, Augusto Staccioli, un marchigiano doc (nato ad Urbino ma anconetano da sempre) con una fortissima propensione per le relazioni esterne ed anche per lo sturm und drang: lo si capisce bene non solo perchè è paracadutista ma anche dalla foto ufficiale nell’Ufficio di Comando dove il suo ritratto (accanto a quelli degli altri comandanti che si sono succeduti) lo ritrae come Lawrence d’Arabia in uno dei tanti deserti appartenenti ai Teatri operativi del mondo dove lui è stato ed è, si può dire, “di casa”.
Lei è marchigiano con solide radici: Perugia è tuttavia da qualche anno la sua città, dopo Urbino ed Ancona…
“Atteso preliminarmente che il ‘marchigiano’ si adatta a tutto, devo ammettere che in Umbria mi sono ambientato subito e mi trovo benissimo per molte positive affinità con le Marche: gente semplice, schietta ed ospitale, bellissimi paesaggi (manca solo il mare ma vado in canoa al lago Trasimeno), ottima cucina ed ottimi vini, arte e cultura a profusione”.
L’apprendimento delle lingue resta strategico anche e soprattutto per l’Esercito?
“In un momento di crisi per tutti i settori e anche per le Forze Armate, la componente dell’addestramento linguistico gode tutt’ora di ottima salute e le prospettive rimangono rosee. La conoscenza linguistica è la condizione indispensabile per poter operare efficacemente in contesti internazionali. Quindi l’apprendimento dell’Inglese e di per sé un vero e proprio strumento operativo e come tale è parte integrante della capacità operativa dei singoli e dei Comandi. A questo si aggiunge la necessità di conoscere la lingua e la cultura dei Paesi nei quali si svolgono le nostre principali operazioni all’estero. In tal senso lavoriamo a pieno ritmo nell’insegnamento della lingua araba per la zona di operazioni libanese e del persiano-farsi per il teatro afgano. In particolare, tale attività è rivolta principalmente alla truppa che quotidianamente si trova a contatto con la popolazione civile e con questa deve convivere”.
Un episodio cui è particolarmente legato?
“Ricordo con vero piacere e commozione l’incontro in Somalia a Mogadiscio, in un contesto operativo ed ambientale veramente difficile e pericoloso, con due ufficiali somali (peraltro schierati politicamente e militarmente in parti avverse) con i quali avevo vissuto nello stesso plotone, vent’anni prima all’Accademia Militare di Modena. Un momento veramente toccante di sincera amicizia e cameratismo mai sopito che ci ha fatto meditare e su cui in generale sarebbe bene riflettere”.
Chi avrebbe voluto essere in alternativa alla sua vocazione militare?
“Forse un medico, ma d’assalto del tipo Medici senza frontiere per intenderci”.
I suoi rapporti con la terra marchigiana e maceratese in particolare?
“Ottimi. Mio padre era nato a Sarnano nel 1919 e resto sentimentalmente legato alla provincia di Macerata. Approfitto intanto di questa occasione per lanciare come Comandante della Scuola di Lingue estere dell’Esercito Italiano una proposta formale al Rettore dell’Università degli Studi di Macerata. Mi piacerebbe infatti poter instaurare una fattiva collaborazione fra la SLEE e l’Università di Macerata…”.
A quale livello potrebbe avvenire la collaborazione con l’Ateneo maceratese?
“Naturalmente nel campo dell’insegnamento delle lingue cosiddette rare (arabo – persiano – farsi – cinese etc.) delle quali siamo noi della SLEE specialisti. E la collaborazione potrebbe essere estesa anche al ‘testing’. Chissà che questo articolo non rappresenti un buon viatico per un accordo prossimo venturo Slee-Unimc: sarebbe bellissimo!”.
Speriamo dunque che il Rettore Sani risponda e si apra per il tramite di Cronache Maceratesi una linea di comunicazione per un progetto culturale tanto alto…
Tornando alle Marche, lo scorso anno, Lei fu uno degli ospiti d’onore alla commemorazione della Battaglia di Filottrano (30 giugno-9 luglio 1944): ritornerà per il 65° anniversario, quest’anno, che verrà celebrato sembra alla presenza stessa del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano…

“In effetti si ventila da qualche parte che il Signor Presidente della Repubblica debba presenziare alla commemorazione del 65° anniversario della Battaglia di Filottrano che nel 2008 ha visto una partecipazione internazionale di altissimo livello; c’era perfino un ex Presidente della Repubblica di Polonia. Naturalmente non mancherò, da militare e da marchigiano ad un appuntamento di tale importanza”.
Altri rapporti con il Maceratese?
“In questa terra meravigliosa ho tantissimi amici paracadutisti con i quali sono costantemente in contatto. Ho ottimi rapporti in particolare con il Gruppo di Volontari On Action presso il quale alla fine del 2008 ho tenuto una conferenza a Sant’Angelo in Pontano e ritengo che collaborerò anche nel 2009 con questi ragazzi in gamba per le loro esigenze linguistiche visto che operano spesso all’estero. Infine, da marchigiano vorrei concludere ricordando che sono molto orgogliosamente vicepresidente del Club Ufficiali marchigiani. Il presidente, per inciso, è l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen.C.A. Filiberto Cecchi”.

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Il Generale Augusto Staccioli/Chi è

Cinquantanove anni, sposato con la signora Rossella, ha un figlio, Diego. Dopo l’Accademia di Modena, dov’è entrato nel 1969, si è laureato in “Scienze strategiche” alla Scuola d’applicazione d’Arma di Torino. Generale paracadutista ha comandato il 5° Battaglione par. El Alamein dal 90 al 92 partecipando all’operazione “Provide Comfort” nel Nord Iraq. Capo di Stato maggiore della Brigata par. Folgore ha partecipato in Somalia dal ’92 al ’93 all’operazione “Restore Hope –Ibis 1”. Dopo altri incarichi di prestigio in Italia, il generale Staccioli dal ’98 al ’99 è stato vicecomandante della Brigata multinazionale Nord a Sarajevo nel quadro dell’operazione “Costant Forge” della Nato. Rientrato in Italia è stato assegnato alla Scuola Lingue estere dell’esercito, a Perugia, dove ha assolto l’incarico di coordinatore, di direttore accademico e di vice comandante. Dal settembre 2002 ha assunto il comando della Scuola. E’ in possesso di numerosi brevetti di paracadutista: tra gli altri quelli dell’Esercito e dei Marines degli Stati Uniti d’America, e degli eserciti portoghese, francese, danese e canadese.. E’ insignito, tra le altre, di due croci d’argento e di una croce di bronzo al merito dell’Esercito e della medaglia d’argento al merito di Lungo Comando.

Nelle foto: Il gen. Augusto Staccioli all’interno della SLEE a Perugia… e da paracadutista, colto dall’obiettivo in volo sui cieli italiani.



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