di Fabio Macedoni
Nuova puntata della nostra rubrica sul dialetto.
Lu juidì grassu tutte le padelle fa fracassu.
(Una vecchia tradizione voleva che in quel giorno si debba mangiare almeno 14 volte; ma significa anche che il giovedì grasso anche nella casa del povero la padella viene usata!)
Ecco Carnuà che ce la coje: oggi maccarù, domà le foje.
(A Carnevale si mangia di grasso; ma, subito dopo, erbe cotte e digiuno: con il mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima)
Carnuà béllu, se magna lu lardéllu,
Quaresima vecchiaccia, se magna la fojaccia.
(A Carnevale si mangia di grasso, di quaresima erbe cotte e male condite)
Carnevale bon compagno, pòzzi venì tre vòte l’anno.
(Carnevale buon compagno, potessi venire tre volte l’anno!)
Finitu Carnuà, finitu amore; finitu de staccià farina e fiore.
(A Carnevale terminano le feste, i balli, l’amore: è imminente la Quaresima; ma finisce anche il mangiare di grasso ed abbondante: fritture dolci e salate, notoriamente!)
San Flavià, la neve pei pià.
(S. Flaviano, protettore di Recanati il 21 febbraio, la neve per la pianura)
El giorn d’san Mattia, tutt’ le donn vann in pazzia.
(Il giorno di S. Mattia, il 24 febbraio, tutte le donne vanno in pazzia: pazzia=Mattia.
A San Mattia la neve va via.
(Per il giorno di San Mattia la neve scompare definitivamente)
Chi fa la bona quaresima fa la bona Pasqua.
(Chi fa una buona quaresima farà una buona Pasqua: chi si prepara bene avrà successo)
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