Etichetta d’origine per i formaggi,
da domani in vigore l’obbligo

Coldiretti: "Buona notizia per i consumatori e per gli agricoltori marchigiani"

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formaggiScatta domani, mercoledì 19 aprile, l’obbligo dell’etichetta d’origine per latte, formaggi, yogurt e altri derivati. Ad annunciarlo è la Coldiretti regionale, sottolineando che il provvedimento rappresenta una buona notizia per il 15 per cento di cittadini marchigiani che, secondo Istat, mangiano formaggi tutti i giorni, ma anche per i nostri allevatori a cui oggi arrivano compensi oscillanti tra i 30 e i 40 centesimi, spesso al di sotto dei costi di produzione, e che ora potranno veder meglio valorizzato il proprio lavoro rispetto a una situazione che nel giro di dieci anni ha visto chiudere una stalla su tre. Secondo un primo monitoraggio condotto dalla Coldiretti a livello nazionale due confezioni di latte a lunga conservazione su tre sono già in regola con la nuova etichetta di origine mentre è più variegata la situazione per yogurt e formaggi anche perché il provvedimento prevede che sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte con il sistema di etichettatura precedente anche per tenere conto della stagionatura. Il provvedimento è scaturito dalla guerra del latte scatenata lo scorso anno dalla Coldiretti contro le speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla e riguarda, l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale e prevede l’utilizzo in etichetta delle seguenti diciture: “Paese di mungitura” (nome del Paese nel quale è stato munto il latte), “Paese di confezionamento e trasformazione” (nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasforma).

Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte”: nome del Paese. Se invece le operazioni indicate avvengono nel territorio di più Paesi membri dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate – precisa la Coldiretti – le seguenti diciture: “latte di Paesi Ue” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi Ue” per l’operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni avvengano nel territorio di piu’ Paesi situati al di fuori dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: «latte di Paesi non Ue» per l’operazione di mungitura, «latte condizionato o trasformato in Paesi non Ue» per l’operazione di condizionamento o di trasformazione.



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