di Monia Orazi
La grande “deportazione” verso il mare è ormai compiuta, la nuova Monte Cavallo, sindaco compreso, sta riprendendo fiato negli alberghi di Alba Adriatica, ogni giorno chi vuole ritornare si fa due ore di autobus sino al piccolo paese, devastato dalle scosse. A presidiare il borgo ferito restano una decina di persone. Simile la situazione a Pieve Torina, anche qui tantissimi se ne sono andati, sul pullman della Contram, al sicuro verso gli alberghi di Civitanova e Porto Sant’Elpidio, sotto la tenda diventata sede comunale, resiste il sindaco Alessandro Gentilucci.
Così sintetizza la situazione il sindaco di Monte Cavallo, Pietro Cecoli: “La situazione è gravissima, ci sono stati dei crolli, è il terremoto più grave dall’80. Navighiamo a vista perché molte strutture che dovrebbero dare supporto non rispondono per la burocrazia che esiste al loro interno. Vogliamo salvaguardare gli allevatori, non abbiamo avuto risposta. Monte Cavallo sta ad Alba Adriatica, ho cercato di telefonare con il Soup regionale per riavvicinare a Porto Potenza, avevo trovato sette camere, per tenere la comunità unita, non ho ricevuto risposta”.
Difficilissima la situazione a Pieve Torina con il centro storico dichiarato zona rossa, quasi tutte le attività commerciali chiuse e la quasi totalità delle case inagibili. Afferma il sindaco Alessandro Gentilucci: “Dopo un sisma così devastante la priorità era mettere in sicurezza la popolazione. Ci sono stati crolli, oggi siamo al 98 per cento di inagibilità comprese le abitazioni antisismiche che si trovano nella zona nuova. Questo ci rattrista, abbiamo mandato la popolazione al mare, una sorta di deportazione. Sono stato ieri sera a trovarli, li ho visti tranquilli, ma vedere la mia gente lì mi ha colpito. Vedere la sera Pieve Torina senza rumore, è una cosa strana, dà la sensazione di quello che è successo. Tanti hanno perso casa e lavoro, il grido di appello dei sindaci in prima linea, io tra questi, tentiamo di dare risposte con le nostre poche forze, le istituzioni devono aiutare chi ha perso il lavoro, perché altrimenti vedono davanti a loro un mondo nero senza futuro. Occorre una risposta per poter sopravvivere, a questi territori, ho proposto di organizzare la scuola sotto tensostrutture, come Arquata”.
I consiglieri regionali Marzia Malaigia. Sandro Bisonni. Elena Leonardi e la parlamentare Serenella Fuksia a Montecavallo
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