Cerimonia per la morte di Mattei,
ma la famiglia non apre la cappellina

MATELICA - In tanti hanno portato corone sulla tomba del presidente dell'Eni. Forse in forma di protesta le porte del sepolcro sono rimaste chiuse. Il sindaco Delpriori: "Mattei non è soltanto uno dei figli illustri della nostra città, ma un simbolo, come la piazza e la torre"

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di Monia Orazi

Non hanno potuto pregare sulla tomba di Enrico Mattei i veterani e i dipendenti della raffineria di Sannazzaro De Burgondi (Pavia) giunti oggi pomeriggio a Matelica per la cerimonia in ricordo del 53esimo anniversario della morte dell’illustre matelicese. Le porte della cappellina di famiglia, nel cimitero di Matelica, sono rimaste chiuse per protesta, secondo la volontà di Rosangela Mattei, probabilmente in disaccordo con alcuni componenti dell’amministrazione comunale. La cerimonia si è tenuta lo stesso, sono state deposte una grande corona d’alloro e due più piccole di fiori, dopo il corteo con le autorità civili e militari locali, di fronte al grande portale scuro con incisi dei bassorilievi, sormontato dallo stemma della famiglia Mattei. Ad aprire la celebrazione è stato il sindaco Alessandro Delpriori: “Ringrazio la delegazione di Sannazzaro De Burgondi, siamo contenti che siate qui, è uno dei tanti posti dove Mattei ha lasciato traccia. Enrico Mattei non è soltanto uno dei figli illustri di Matelica, ma un simbolo della città come la piazza e la torre – ha detto il primo cittadino – è un pezzo della storia della nostra città, uno degli uomini più influenti del Novecento italiano, ma oggi non voglio ricordarlo in modo retorico, voglio sottolineare qualcosa che noi abbiamo perso e che lui aveva, la fiducia nei giovani ed in un futuro migliore”.

enrico mattei 2Il giovane sindaco ha aggiunto: “Noi i quarantenni li chiamiamo ragazzi, lui avrebbe dato loro le chiavi delle aziende e la possibilità di farsi valere sul campo”. La presidente della Fondazione Enrico Mattei di Matelica, Giusi Foglia ha annunciato che nei prossimi giorni alcuni componenti dell’Apve (Associazione pionieri e veterani Eni) che hanno conosciuto il grande Enrico, racconteranno ai ragazzi delle medie di Matelica chi fosse il loro illustre concittadino: “Noi vogliamo mantenere alto il suo nome per farlo conoscere alle nuove generazioni”. L’ex sindaco Gilberto Cruciani ha scherzosamente ricordato al sindaco Delpriori, non ancora quarantenne, che a lui pur essendo giovane i matelicesi hanno affidato le chiavi della città. L’amministrazione comunale ha intitolato ad Antonio Mattei, padre di Enrico, due borse di studio, destinate a due giovani meritevoli che si iscriveranno all’università di Camerino, per l’ammontare di mille euro ciascuna. Oscar Ferracuti, presidente dell’Apve di Matelica ha ricordato commosso tutte le cose che Mattei fece per quei giovani ragazzi di Matelica saliti a San Donato a lavorare, appartamenti, campi da tennis, piscina e tutto ciò che rendeva la vita più piacevole a chi voleva costruire il proprio futuro e farsi una famiglia: “Auguro ai giovani di oggi di trovare un industriale che ragioni così e dia loro la possibilità di esprimersi”. Non è passata inosservata la presenza di una giovane donna, con il fazzoletto rosso della “Brigata Garibaldi” e il distintivo dell’Anpi, Olga Babak, scappata pochi mesi fa dall’inferno di Odessa, sfuggita ad un attentato in una casa dei sindacati, in cui altre venti persone sono morte bruciate. “Sono qui in Italia dalla scorsa estate e vengo spesso sulla tomba di Mattei, lui era un grande partigiano, per questo oggi sono qui, ha combattuto con grande valore – aggiunge la giovane – lo ammiro molto, metterò sulla sua tomba questi due garofani nel nome dell’Anpi, sono iscritta al gruppo di Campi Bisenzio. Sono stata costretta a fuggire perché nel mio Paese rischiavo la vita, ora sono qui e spero in un futuro migliore”.



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