
Il taglio del nastro di stamattina
di Luca Patrassi
Taglio del nastro questa mattina in ospedale per l’angiografo donato dalla Fondazione Carima. Un gesto solidale nei confronti della comunità maceratese, marchigiana ed extraregionale (vista la platea di riferimento) del costo di 800mila euro al quale si sono aggiunti costi per altri 800mila euro per adattare la sala che ora ospita lo strumento in dotazione alla Radiologia interventistica guidata da Salvatore Alborino.

L’angiografo donato
Un’azione benefica che prosegue il pluridecennale sostegno che dalla Fondazione Carima arriva alla sanità pubblica, nella fattispecie l’Ast. Un gesto importante che l’assessore regionale alla Sanità Paolo Calcinaro ha voluto rimarcare presenziando all’appuntamento di stamattina pr con i tempi stretti derivanti da una riunione di giunta dedicata al bilancio. Ha aperto l’incontro il direttore generale dell’Ast Alessandro Marini: «E’ un giorno importante quello di oggi, una dotazione tecnologica importante, una costante vicinanza con la Fondazione Carima che ci sostiene e fa donazioni rilevanti. Un evento da festeggiare con grande entasi, l’angiografo consente un salto importante di qualità». Tecnologie di assoluto rilievo ma anche un capitale umano di eccellenza: «Festeggiamo – aggiunge Marini – i risultati evidenziati da Agenas, vale a dire le eccellenze dell’ospedale evidenziate nel report che lo pone ai livelli più alti nel confronto con le migliori strutture italiane. Dobbiamo mantenere e migliorare la nostra performance».

Alessandro Marini, direttore dell’Ast Macerata
Un angiografo è un macchinario radiologico usato per visualizzare i vasi sanguigni (arterie e vene) in tempo reale per identificare anomalie come stenosi, occlusioni o malformazioni, fondamentale per diagnosi e trattamenti mini invasivi, specialmente per patologie cerebrali (ictus, aneurismi) e cardiache (coronarografie). «Con grande piacere ringrazio la Fondazione Carima per la collaborazione continua che offre al territorio – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli – questo strumento permetterà agli operatori di lavorare meglio sottolineando che siamo in una struttura che ha professionalità altissime».

Le voci della Fondazione Carima. Inizia il presidente Francesco Sabatucci: «Questa donazione ha avuto il consenso dell’intero Cda, siamo a disposizione del territorio in tutti i camp: è un intervento che serve a tutti senza distinzione di alcun tipo». Il direttore Gianni Fermanelli: «Ci ritroviamo un anno dopo aver annunciato la campagna di donazioni per l’Ast, abbiamo realizzato per intero quanto annunciato con 17 apparecchiature donate per un valore di alcuni milioni di euro. E’ stato portato a termine un lavoro complesso, il risultato è sotto gli occhi di tutti: c’è una soddisfazione personale nel consentire a un professionista di grande spessore come il dottor Alborino di poter operare al meglio. La Fondazione Carima opera ben oltre le sue forze per dialogare al meglio con le istituzioni».

Da sinistra, Gianni Fermanelli e Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi, direttore e presidente della Fondazione Carima
L’angiografo Philips Azurion 7 M20 monoplano a soffitto è un sistema di imaging di ultima generazione. Il sistema utilizza un rivelatore digitale da 20 pollici in grado di fornire immagini di elevata qualità su un ampio campo visivo. Questo consente al medico di lavorare con maggiore accuratezza, garantendo al paziente una significativa riduzione della necessità di acquisizioni ripetute, accorciando i tempi dell’esame o dell’intervento. Un aspetto particolarmente rilevante è l’attenzione alla riduzione dell’esposizione alle radiazioni. Grazie software avanzati di elaborazione dell’immagine e alla regolazione automatica dei parametri di esposizione, il sistema permette di ottenere immagini diagnostiche efficaci utilizzando solo la dose strettamente necessaria, un beneficio importante soprattutto per chi deve sottoporsi a procedure lunghe o ripetute nel tempo. La configurazione a soffitto migliora l’accessibilità al paziente e rende più agevole il lavoro dell’équipe clinica. Movimenti più fluidi e una migliore organizzazione dello spazio contribuiscono a rendere la procedura più rapida e meno invasiva, riducendo il disagio per il paziente sul lettino. Gli strumenti software integrati supportano il medico nella navigazione all’interno dei vasi, visualizzando anche i più piccoli dettagli con alta risoluzione, aiutandolo a raggiungere il bersaglio terapeutico con maggiore precisione.

«Ci tenevo a questo momento, torno in questo ospedale e spero possa essere questa la modalità di confronto continuo – commenta l’assessore regionale Paolo Calcinaro – è un momento importante per la radiologia interventistica, quando c’è una crescita del sistema sanitario, credo sia doveroso esserci da parte della Regione. Il ringraziamento alla Fondazione Carima: non so quante istanze arrivino alla Fondazione dal territorio ma indirizzare le risorse al bene comune è quanto di più alto una Fondazione possa fare e questo oggi lo volevo dire di persona. Sono segnali che vanno evidenziati e messi come esempio nella regione. Da solo il pubblico può non farcela, bisogna sottolineare momenti come questi: dobbiamo saper valorizzare e dividerci in rete secondo le possibilità e le eccellenze, non tutti possono avere tutto».

L’assessore regionale Paolo Calcinaro
«I ringraziamenti sono doverosi e sentiti, posso testimoniare l’impegno di tutti – chiude Alborino – eravamo partiti con un solo angiografo con cui lavoravano tutte le unità operative: il punto di caduta odierno è rappresentato da quattro angiografi, una realtà di cui dispone solo Torrette. Le unità operative hanno visto un crescente aumento di attività e di volumi prestazionali. La radiologia interventistica si configura come una microchirurgia percutanea sia vascolare che extravascolare. il tempo di intervento condiziona il numero dei morti e le conseguenze a lungo termine del ritardato intervento per rischio di invalidità e considerevoli costi sociali e sanitari. Non è più concepibile un ospedale di un certo livello senza la Radiologia interventistica che è una branca medico- economica visto che riduce i costi della degenza, libera spazi nelle sale operatorie per la chirurgia classica. Fatto salvo l’anno del Covid, dal 2018 ad oggi c’è stato un progressivo incremento delle attività, oltre 5mila i pazienti seguiti quest’anno».

Salvatore Alborino, primario della radiologia interventistica

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