La cerimonia per Nebbia a Macerata
Doppio evento per la Delegazione di Macerata dell’Accademia Italiana della Cucina che nei giorni scorsi è stata impegnata nell’organizzazione della 25esima cena ecumenica (Gli arrosti, gli umidi e i bolliti nella tradizione regionale era il tema del 2025) e nelle celebrazioni del cuoco maceratese Antonio Nebbia che figura nella storia della gastronomia italiana per aver dato alle stampe nel 1779 il volume “Il cuoco maceratese”.
Da sinistra: il vicepresidente nazionale dell’Accademia Mimmo D’Alessio, Evio Hermas Ercoli, il delegato di Macerata Pierpaolo Simonelli, l’assessora alla cultura Katiuscia Cassetta
Il primo evento si è svolto a Cingoli al ristorante Dei Conti di Angelo Bolletta e famiglia che al termine del convivio è stato premiato dal delegato maceratese Pierpaolo Simonelli con il premio diploma di buona cucina. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, Annamaria Marcantonelli, dirigente scolastico dell’istituto alberghiero Varnelli di Cingoli, che ha portato il suo saluto ricordando che nella stessa data si è celebrata anche la giornata internazionale dell’alimentazione, e il sindaco di Cingoli Michele Vittori che ha messo in risalto quanto la tradizione della buona cucina maceratese sia importante per tutto il territorio.
La relazione sul tema dell’anno è stata tenuta da Maurizio Massi e nell’occasione è stato proiettato il video della canzone di Al Bano e Mogol composta appositamente per il riconoscimento della cucina italiana come bene immateriale dell’Unesco. La candidatura della cucina italiana – su cui la commissione si esprimerà a dicembre – è stata promossa a livello internazionale dall’Accademia Italiana della Cucina insieme ad altre due istituzioni e presentata dal governo italiano. Il delegato ha ringraziato le autorità presenti, i partecipanti e i simposiarchi Giovanni Passarelli e Daniela Lucaioli, ricordando la filosofia dell’Accademia che, fondata nel 1953 e dal 2003 istituzione culturale della Repubblica Italiana, mette al primo posto la cucina di tradizione così come stabilito 72 anni fa dagli illuminati fondatori.
L’evento a Cingoli
Riguardo le celebrazioni per Antonio Nebbia, la manifestazione si è svolta nei saloni della Filarmonica di Macerata con il convegno a cui hanno partecipato delegati dell’Accademia di tutte le Marche ma anche accademici da Perugia, da Lodi, da Milano e da Rieti. Ha presenziato al convegno il vicepresidente nazionale dell’Accademia Mimmo D’Alessio. Il saluto dell’amministrazione comunale di Macerata è stato portato dall’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta. Hanno coordinato i lavori del convegno il delegato di Macerata Pierpaolo Simonelli e il coordinatore regionale dell’Accademia Sandro Marani.
Pierpaolo Simonelli con Annamaria Marcantonelli, dirigente dell’istituto alberghiero Varnelli di Cingoli
Il primo intervento è stato di Ugo Bellesi che ha illustrato “Il cuoco maceratese” di Nebbia. Una ristampa anastatica dell’edizione del 1781 è comparsa a Macerata nel 1975 a opera di Luciano Scafà, noto bibliofilo di Porto San Giorgio. L’edizione del 1786 fu ristampata nel 1994 mentre la Camera di commercio di Macerata ha ripubblicato nel 2005 la versione integrale del 1932 con un saggio introduttivo di Evio Hermas Ercoli.
Maurizio Massi
Benedetta Mostratisi, laureata a Parma discutendo la tesi con Tommaso Lucchetti, ha illustrato la figura del Nebbia nella storia della letteratura gastronomica italiana, sottolineando soprattutto l’importanza del suo volume “Il cuoco maceratese”, e riflettendo sulle principali considerazioni ed opinioni che diversi storici dell’alimentazione hanno espresso sull’importanza dell’autore nell’evoluzione sociale e culturale della pratica gastronomica e dei suoi saperi in Italia. È stato poi Lucchetti a cercare di quantificare e motivare quanto del testo del Nebbia sia poi effettivamente nel tempo rimasto in ciò che si è codificato e conosciuto come patrimonio gastronomico tipico e caratteristico delle Marche. Ercoli ha preso lo spunto dalla ricetta del “bò alla moda” pubblicata dal Nebbia (e ripresa dall’Artusi) per spiccare un volo pindarico che lo ha portato a ricordare come il re di Francia, Luigi XVI, in fuga da Parigi dove era scoppiata la rivoluzione, aveva fatto una sosta per far merenda con un boccone di “bò alla moda” e fu raggiunto dai rivoltosi. Ma questo è stato lo spunto per ricordare i tanti episodi in cui lo stufato di manzo è stato protagonista. A Ercoli è stato consegnato il premio Alberini per il suo impegno a favore della storia della gastronomia locale.
La premiazione di Ugo Bellesi
Il vice presidente nazionale vicario dell’Accademia Italiana della Cucina D’Alessio ha chiuso i lavori del convegno complimentandosi con i relatori per aver esaltato così bene la figura di un cuoco maceratese che figura tra i protagonisti della storia della gastronomia e ringraziando il delgato maceratese Pierpaolo Simonelli per l’ottima organizazzione della giornata. La conclusione con il momento conviviale nel salone del teatro dove è stato servito un menù con ricette di Nebbia, tra cui le “lasagne di princisgras” e il “bò alla moda”. Ha avuto il ruolo di simposiarca Simonetta Varnelli. Il servizio è stato curato dall’Osteria dei fiori insieme al Centrale.
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