Dettaglio della corona dell’imperatrice Eugenia sottratta dalla sala Apollo del Louvre
di Laura Boccanera
La corona dell’imperatrice Eugenia, rubata dal Louvre e persa dai ladri durante la fuga è quella appartenuta a Eugenia Maria di Montijo de Guzman, moglie di Napoleone III, la stessa Eugenia che dà il nome a Villa Eugenia a Civitanova.
C’è un piccolo legame fra la notizia del giorno e Civitanova: la corona (poi ritrovata), bellissima e preziosissima, la spilla col fiocco di diamanti e il diadema di diamanti e perle rubati dalla sala Apollo dai quattro ladri che hanno “profanato” il Louvre appartenevano all’imperatrice Eugenia, l’imperatrice che aveva scelto Civitanova come terra di riposo tra i possedimenti e a cui era stata intitolato proprio il podere sulla collina civitanovese.
Villa Eugenia a Civitanova
I gioielli del tesoro di Francia trafugato dai ladri è inestimabile, fra questi anche 3 monili di proprietà della moglie di Napoleone III: il diadema di perle e diamanti, la corona, simbolo del potere, chiusa con le aquile, con 1354 diamanti e 56 smeraldi e realizzata dal gioielliere Lemonnier e la spilla, un fiocco tutto puntellato di diamanti.
È il 1850 quando alcuni terreni della zona di Civitanova passarono in mano alla famiglia Bonaparte: Eugenia Maria di Montijo de Guzman, moglie di Napoleone III, diede il via alla costruzione della villa su di una collinetta a nord-ovest della città, che sarebbe diventata luogo di soggiorno e di riposo, e chissà che la famosa corona, oggi sulle pagine di tutto il mondo, non sia stata indossata anche a Civitanova.
La storia della tenuta Bonaparte inizia dopo l’annessione delle Marche al Regno Napoleonico d’Italia quando circa 100 poderi del territorio di Civitanova furono incamerati dal regio demanio prima come appannaggio reale, poi come beni personali del vicerè Eugenio Beauharnais e dei suoi discendenti.
Dopo la caduta dell’impero napoleonico, per decisione del Congresso di Vienna del 1814, tutte queste terre non vengono restituite allo Stato Pontificio ma rimangono dei Bonaparte fino a diventare proprietà privata dell’Imperatore Napoleone III. La tenuta viene diretta dall’ingegnere Paul Hallaire sovraintendente generale dei domini privati dell’imperatore che riuscirà a dare un nuovo impulso all’azienda importando dalla Francia nuove tecniche e l’introduzione dei vitigni francesi fra quelli coltivati nella tenuta. Durante questo periodo fu costruita villa Eugenia, così chiamata in onore dell’imperatrice che erediterà la tenuta alla morte del marito e ne rimarrà proprietaria fino al 1920, quando morì alla veneranda età di 94 anni.
Oggi villa Eugenia è al centro di un contenzioso al Tar: un gruppo di cittadini ha richiesto al tribunale di annullare la delibera con la quale il Comune ha rinunciato al diritto di prelazione sull’acquisto del bene per 220mila euro, approvando una transazione col privato interessato a comprarla. Il tribunale deciderà a gennaio.
Villa Eugenia dovrebbe essere restaurata ed adibita a museo ma si sà, la cultura in Italia non é per tutti le discoteche portano più profitto
Matteo Bonifazi un museo nemmeno se lItalia vincesse il Superenalotto delle nazioni
Con i prezzi attuali del mercato immobiliare Civitanovese, vale più la villa che la corona!
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Filo che poi si ricongiunge con il pronunciamento al Tar che inaugura tutta una serie di disgrazie cittadine inaugurate dal ” Tagliolon fuggiasco ” che si è finito la mano a forza di inaugurazioni . È che siamo in tanti in attesa che Acquaroli chiuda la partita dei nominati e lo lasci fuori com’è giusto che sia, se non altro perché sarebbe proprio una beffa (cit) per come ha amministrato Civitanova. Anche perché dovrebbe finire in comune ciò che ha provocato non tenendo conto che il consiglio comunale non è formato solo da lui e i suoi due fedelissimi che tanto hanno contribuito alla causa da non confondere con il termine spesso usato per indicare un processo fatto o in procinto di giungere a meta. Acquaroli, e dacci modo di tornare a spassarcela con i resoconti su Mani di forbice che passata la bufera gli è rimasto il temporal e che fulmini…
Dalla Corona alla Villa,
dallo striscione all’insulto,
dalla Famiglia Brambilla,
ogni tanto un sussulto… m.g.
Speriamo bene… gv