I documenti che verranno restaurati
Una nuova vita per i tre documenti della Collezione leopardiana e di quella storica del comune di Recanati. Oggi il via libera al cantiere di restauro aperto al pubblico al museo civico di Villa Colloredo Mels.
L’intervento, voluto dal Comune, è stato finanziato da associazione Ancos Aps di Macerata-Ascoli-Fermo e patrocinata da Confartigianato Macerata-Ascoli-Fermo, per un costo complessivo di 1.150 euro. All’avvio del cantiere erano presenti il sindaco di Recanati Emanuele Pepa, l’assessore alla Cultura Ettore Pelati, il direttore di Sistema museo Recanati Luigi Petruzzellis, il direttore della Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche Benedetto Luigi Compagnoni, il presidente di Ancos Macerata Claudio Chiacchiera e il segretario generale Confartigianato Macerata-Ascoli-Fermo Giorgio Menichelli.
I presenti al via del restauro
I documenti che, a partire da oggi, torneranno a nuova vita sono una lettera autografa di Giacomo Leopardi del 1833, scritta al padre Monaldo con toni eccezionalmente confidenziali, una mai pubblicata epistola di Pietro Giordani “Al più caro degli amici”, ovvero allo stesso Leopardi, e infine la cosiddetta Bolla aurea del 1229 emessa dalla cancelleria imperiale di Federico II di Svevia, documento corredato da un prezioso sigillo in oro che rappresenta una pietra miliare della storia locale: con essa, Federico II confermò alla città di Recanati il possesso del porto, oggi Porto Recanati, garantendo l’esenzione dai dazi e promuovendo così lo sviluppo commerciale della zona.
«Questi tre documenti preziosissimi che vanno oggi al restauro non sono solamente patrimonio della comunità recanatese, ma di tutta l’umanità – ha dichiarato il Pepa -. Vediamo un Leopardi diverso, che mostra il lato più affettuoso verso il padre Monaldo e la forte amicizia con Pietro Giordani. La Bolla Aurea, infine, è l’attestazione storica dei confini del nostro territorio, che andava dal porto, passando per Loreto, poi dall’Aspio fino al fiume Potenza. Siamo certi che verranno restaurati con cura, per essere subito messi a disposizione dei visitatori del Museo».
«Siamo molto orgogliosi per aver portato avanti questa importante operazione conservativa – ha commentato Pelati -. È l’occasione per valorizzare le nostre radici e la storia di Recanati che, anche grazie al restauro dei manoscritti, fa riscoprire la nostra identità, passando attraverso diverse epoche storiche».
I manoscritti versano attualmente in uno stato di conservazione degradato. Ma, proprio per questo, si è deciso di puntare su una iniziativa particolare: i visitatori oggi accorsi al Museo di Villa Colloredo hanno avuto la graditissima e inedita occasione di poter ammirare «dal vivo» le operazioni di restauro, condotte dalle esperte mani degli operatori della ditta Relic di Recanati.
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