Dal viaggio della speranza
a droga e violenza di genere:
i temi del laboratorio dell’Anps

MACERATA - In piazza della Libertà l'Associazione nazionale Polizia di Stato ha rinnovato l'appuntamento per affrontare diverse questioni delicate. Tra gli ospiti il magistrato di Sorveglianza Filippo Scapellato, il docente Roberto Acquaroli, la vicesindaca Francesca D'Alessandro e gli assessori Katiuscia Cassetta e Marco Caldarelli

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L’incontro in piazza della Libertà

Dal magistrato di Sorveglianza, all’ospite della Caritas che ha racconta il suo viaggio di 2 anni per raggiungere l’Italia, al dibattito su droga e violenza di genere. Di questo si è parlato e hanno parlato ieri al Laboratorio della cultura della prevenzione che il giovedì si riunisce a Macerata in piazza della Libertà. A organizzare è l’Associazione nazionale della Polizia di Stato (Anps). Tra i presenti il vicesindaco di Macerata Francesca D’Alessandro e l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta che hanno posto in evidenza l’opportunità che l’esempio di cittadinanza attiva dell’Anps si possa estendere ad un numero sempre più consistente di persone in modo da creare una rete di legalità e solidarietà.

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Sulla tematica dell’immigrazione il magistrato di Sorveglianza di Ancona Filippo Scapellato, componente della commissione per gli Affari penitenziari del Consiglio superiore della magistratura ha sottolineato che, esaminando le statistiche, è vero che il sovraffollamento delle carceri coincide in proporzione con l’aumento dell’immigrazione, ma un parziale rimedio potrebbe consistere nel far espiare la pena nello Stato di origine del detenuto. Toccante la testimonianza di Mustafà ospite della Caritas accompagnato dall’assistente sociale Emanuela Fusari. Ha impiegato 2 anni per arrivare dal Gambia a Lampedusa. Ha attraversato la Nigeria, l’Algeria e la Tunisia subendo angherie e finalmente in 56 su un barcone, che poteva contenerne meno della metà, hanno raggiunto Lampedusa con un giorno e mezzo di navigazione, con tanta paura di morire.

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Il commissario capo Valter Angelici e il docente di Diritto Penale Roberto Acquaroli, hanno parlato del rispetto per le forze dell’ordine. Il primo parlando del rispetto ha suggerito di perseguire con forza il concetto che polizia significa protezione e non repressione, tutela di chi manifesta, tutela di chi vuol vedere garantiti i propri diritti. Acquaroli si è soffermato sull’adempimento del dovere e di come, nonostante le immaginabili difficoltà, si debbano prevedere linee guida che evitino pericoli per gli operatori, come nel tragico evento della morte di 3 carabinieri impegnati nello sgombero di un immobile.

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Il tema della droga e della violenza di genere ha visto un interessante scambio di idee e di considerazioni tra il medico di Pronto Soccorso Roberto Staffolani, l’assessore alla famiglia Marco Caldarelli, il giornalista scrittore Maurizio Verdenelli, la docente del Dipartimento di Scienze della formazione Alessandra Fermani, l’affidatario di una ragazza tossicodipendente Piero Paolini, e ancora Roberto Acquaroli quale docente a contatto con i giovani, come altri intervenuti.

In sintesi: il pronto soccorso interviene sì dopo, ma gli istituti ideati dal codice rosa al codice rosso svolgono una funzione anche di cultura di prevenzione perchè incidono sulla coscienza dei diritti della donna. La famiglia primo nucleo della società, la sua funzione di massima solidarietà incondizionata, con la funzione genitoriale non patologicamente protettiva ma educativa; l’associazionismo sportivo con in posizione di eccellenza la convenzione tra l’università di Macerata e la Lube, che ha dato vita alla Lube Academy, il centro polisportivo culturale, con la collaborazione di Alessandra Fermani, il significativo contributo di Rodolfo Micucci e l’imprescindibile apporto dell’imprenditore Fabio Giulianelli.

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L’informazione con l’auspicio che vengano pubblicate non solo notizie negative e tragiche, ma anche quelle positive e che contribuiscano a formare una percezione coincidente con la realtà, evidenziando che la stragrande maggioranza dei giovani non si droga e si impegna, ma uno sforzo comune deve essere vincere la solitudine, abbracciando le attività di gruppo, un antidoto ai pericoli che sono sempre dietro l’angolo. Un altro aspetto da approfondire è il valore delle parole, un pericolo che si scopre non solo nei testi musicali, ma anche per l’indirizzo deciso dalla criminalità. Quindi un punto da aggiungere è evidenziare le espressioni che incidono sulle devianze.



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