C’è luce dopo la pioggia:
Ubaldo Bartolini incanta Londra
con i suoi dipinti inediti

ARTE - Dodici oli su tela realizzati quest'anno per la mostra personale dell’artista maceratese, tra i fondatori dell’Anacronismo, in mostra fino al 19 novembre nella capitale britannica

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Ubaldo Bartolini

di Leonardo Giorgi

Il temporale ha concesso la sua tregua. È stato un pomeriggio di pioggia e lampi, il cielo ha funestato il verde delle praterie e delle colline, facendo in modo che la luce non permettesse alle campagne di scampare al grigio dei primi giorni di autunno. Come il sollievo dopo il pianto, l’aria si riempie di odore e di ossigeno, quasi come se respirare potesse togliere la fame. Anche il nero delle nubi e della sera si concede un attimo di perdono, le nuvole accarezzano il tramonto e rimangono sporcate di luce. Il cielo è una manifestazione eterea, non esiste più, è solo cornice all’arancione del sole che sta scendendo, che ricorda che c’è sempre stato, anche se oggi non si è mai visto. Le chiome di un gruppo di lecci aggrappati alla sommità della roccia sono bagnate dal bagliore, mentre un uomo, una pennellata di nero in mezzo a un mondo intero, accenna a malapena uno sguardo verso il riflesso del laghetto, gonfio di temporale e di chiarore.

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“Tramonto dopo il temporale”, Ubaldo Bartolini

È solo una delle dodici opere che Ubaldo Bartolini porterà a Londra con la personale My Arcadia, un’esposizione che raccoglie creazioni inedite, tutte realizzate nel corso di quest’anno. La mostra, organizzata dall’Istituto italiano di cultura di Londra, dedicata ad uno degli artisti italiani più raffinati del panorama contemporaneo, sarà visitabile fino al 19 novembre (lunedì-venerdì, dalle 10 alle 17) e celebra l’inconfondibile visione pittorica di Bartolini, già presente nella Collezione Farnesina del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.

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Nato a Montappone nel 1944, Bartolini si è trasferito da giovane a Macerata. Il territorio della provincia ha sempre rappresentato una delle fonti d’ispirazione del suo immaginario poetico e visivo. È stato uno dei fondatori dell’Anacronismo, corrente teorizzata da Maurizio Calvesi insieme a Carlo Maria Mariani, Alberto Abate, Stefano Di Stasio e altri, che ha riletto il linguaggio pittorico in chiave colta e citazionista.

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Nel corso di quasi sessant’anni di carriera, Bartolini ha esposto in oltre settanta mostre personali e collettive, partecipando a importanti rassegne internazionali. Alla 41esima Biennale di Venezia gli fu dedicata una sala personale, e le sue opere sono state incluse nella storica mostra Novecento. Arte e storia in Italia alle Scuderie del Quirinale. Già nel 1984 era stato protagonista a Londra nella collettiva Anachronism, Hyper-Mannerism, Pittura colta alla Edward Totah Gallery. La sua pittura ha attraversato diverse fasi, dalle prime sperimentazioni concettuali alla progressiva ridefinizione del paesaggio come spazio mentale, lontano da ogni naturalismo.

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