«La sicurezza sul lavoro non è un optional,
gli infortuni sono un’emergenza sociale.
Nei cantieri operai che non risultano assunti»

MACERATA - Filomena Palumbo della Feneal Uil dopo la tragedia di Corridonia: «Siamo in attesa di conoscere le dinamiche che hanno portato a questo incidente. Siamo ancora più preoccupati per quelli che non emergono, per quelli che non finiscono nei registri. Il tavolo in prefettura sulla sicurezza è attivo, siamo in attesa di essere convocati». Rifondazione Comunista: «Vanno aumentati in maniera significativa i controlli di cantieri e aziende»

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Filomena Palumbo e Sergio Crucianelli

di Mauro Giustozzi

Incidenti e morti sul lavoro sono solo la punta di un iceberg. Sono tanti gli infortuni che non vengono denunciati dai cosiddetti lavoratori fantasma, cioè senza contratto, tutele e nessuna sicurezza nello svolgere la propria attività. Un’area grigia della quale si conosce ancora poco o nulla. E’ la denuncia forte che arriva dalla Feneal Uil Marche, prendendo spunto dall’atroce tragedia che ha visto la morte di Francesco Broda a Corridonia.

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L’incidente alla cava

«Abbiamo voluto subito far sentire la nostra voce – ha esordito Filomena Palumbo, responsabile territoriale di Macerata della Feneal Uil – perché l’incidente di Corridonia è l’ennesimo accadimento che ripropone la necessità di quel cambio di marcia che chiediamo da anni e che abbiamo evidenziato con forza lo scorso maggio nell’evento organizzato sulla ricostruzione, durante il quale tutte le istituzioni coinvolte si sono dette pronte a fronteggiare quella che per noi è un’emergenza sociale. Siamo in attesa di conoscere le dinamiche che hanno portato a questo infortunio mortale sul lavoro. Ma non bastano le dichiarazioni di principio. Non siamo preoccupati soltanto per gli incidenti che vengono denunciati ufficialmente. Siamo, anzi, ancora più preoccupati per quelli che non emergono, per quelli che non finiscono nei registri. Perché sappiamo che nei cantieri, soprattutto in quelli della ricostruzione, ci sono lavoratori che non risultano assunti, che non hanno un contratto, che non esistono per le statistiche. Di loro non sappiamo nulla, eppure ogni giorno rischiano la vita senza alcuna tutela».

La Feneal Uil, assieme agli sindacati, da tempo chiede interventi efficaci per evitare morti sul lavoro come cancellare le leggi che hanno reso il lavoro precario, superare il subappalto a cascata, rafforzare vigilanza e prevenzione, puntare sul diritto alla formazione di lavoratori e lavoratrici, obbligo di applicazione dei contratti nazionali.

«Nell’edilizia, come Uil, ci siamo impegnati a lungo. Abbiamo presidiato i territori, abbiamo denunciato le irregolarità, abbiamo cercato di portare nei cantieri non solo regole, ma dignità – ha ribadito la Palumbo -. I campi base che abbiamo chiesto di istituire nei luoghi della ricostruzione non avevano solo un fine logistico: servivano a garantire la presenza dei medici competenti, a offrire una testimonianza reale delle condizioni in cui i lavoratori vivono e operano. Lo diciamo con chiarezza: non possiamo accettare che la ricostruzione diventi terreno di sfruttamento. La sicurezza sul lavoro non è un optional: è il primo diritto, il più elementare, senza il quale nessun progresso può dirsi giusto».

In provincia di Macerata era stato istituito un Tavolo in prefettura proprio per la sicurezza dei luoghi di lavoro, in particolare quello che riguarda i cantieri edili. «Il nostro sindacato da anni si batte per zero morti sui luoghi di lavoro, non è uno slogan ma una richiesta di aiuto in nome degli operai – ha detto ancora Filomena Palumbo – Il tavolo in prefettura è attivo, ora c’è stato un passaggio di consegne tra il vecchio e nuovo prefetto, abbiamo fatto richiesta di incontro e siamo in attesa di essere convocati. Siamo certi che la collaborazione che si è instaurata sino ad oggi, collaborazione proficua, possa continuare ed essere rafforzata su temi come quelli della sicurezza, della prevenzione possano essere portati avanti in questa provincia».

Anche Sergio Crucianelli, responsabile territoriale della Uil Marche, ha rimarcato la necessità che si intervenga rapidamente con rafforzamento dei controlli e delle ispezioni nei cantieri edili, in particolare quelli della ricostruzione. «Il presidio costante nei cantieri è fondamentale, perché permette di contrastare il fenomeno dell’occupazione irregolare, quella che non si vede, quella “di strada”, che porta con sé tutto ciò che conosciamo: assenza di diritti, sfruttamento, infortuni nascosti – ha sottolineato Crucianelli -. Questa è una realtà che noi, come sindacato, abbiamo denunciato più volte, insieme anche ad altre organizzazioni, perché nessuno può far finta di non vedere il problema. C’è stato un lavoro importante, anche attraverso protocolli condivisi, che puntavano non solo al controllo ma a un vero cambiamento culturale. Ma dobbiamo dirlo con franchezza: è proprio su questo terreno che proviamo amarezza e rammarico. Perché da soli, questo è chiaro, non possiamo trasformare i cantieri in luoghi di dignità. Serve l’impegno di tutti: istituzioni e parti datoriali. Per questo lo scorso 28 aprile abbiamo consegnato alle prefetture di tutte le Marche il report con i dati sugli incidenti sul lavoro e con le proposte del sindacato, affinché zero morti sul lavoro diventi non solo il nome della nostra campagna ma un imperativo per tutti i soggetti coinvolti nella filiera».

Pure il partito della Rifondazione Comunista di Macerata è intervenuto sulla tragedia di Corridonia. «Ogni morte sul lavoro porta con sé tanti interrogativi e l’auspicio è che le motivazioni che hanno portato alla morte di Francesco Broda vengano chiarite quanto prima dalle autorità competenti. Tragedie come questa accendono momentaneamente i riflettori sulla sicurezza, ma siccome le morti sul lavoro in Italia sono in media tre al giorno, dovremmo riflettere seriamente su quale modello di lavoro e di sicurezza abbiamo costruito – ha detto Alessandro Fortuna, segretario della Federazione di Fermo e Macerata -. Vanno allora aumentati in maniera significativa i controlli di cantieri e aziende, e vanno aggravate le conseguenze per chi non rispetta le norme sulla sicurezza, nella convinzione che solo la deterrenza può scoraggiare i comportamenti a rischio e incentivare il datore di lavoro a implementare misure di prevenzione adeguate. L’altro fronte determinante per la sicurezza è quello relativo alle condizioni contrattuali dei lavoratori e ai subappalti perché la precarietà e la frammentazione del lavoro sono ulteriori elementi di rischio».

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