Restyling della chiesa Santa Madre di Dio,
taglio del nastro col vescovo:
«Abbiamo ripensato il presbiterio»

MACERATA - Oggi pomeriggio l'inaugurazione dei lavori che hanno riguardato parte dell'edificio sacro. Il sindaco Sandro Parcaroli: «La prima impressione entrando è quella di una luminosità eccezionale»

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Il vescovo Nazzareno Marconi taglia il nastro

di Mauro Giustozzi (Foto di Fabio Falcioni)

Risplende il nuovo presbiterio della chiesa di Santa Madre di Dio a Macerata che torna a nuova vita. L’intera comunità religiosa ha affollato l’edificio di piazzale Peschi che è stato riaperto oggi con il taglio del nastro e i saluti delle autorità intervenute tra cui il vescovo Nazzareno Marconi, il sindaco Sandro Parcaroli, la presidente dell’Ordine degli architetti Barbara Baiocco, il presidente della Fondazione per l’architettura Fabio Morresi e il presidente della Fondazione Carima Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi. Presenti anche gli assessori Silvano Iommi, Ricccardo Sacchi e l’ex consigliera regionale Anna Menghi.

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La ristrutturazione è stata svolta in due tranche: un primo lotto di lavori eseguiti tra il 2023 e il 2024, tra i quali la revisione del complesso sistema di copertura e ripresa dei setti portanti in calcestruzzo armato a vista. Un secondo lotto, a seguire, compiuto in appena un mese di attività, per la rifunzionalizzazione del presbiterio, nel mese di settembre scorso.

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«Sono felice di poter consacrare questo nuovo altare – ha affermato il vescovo Marconi – nella nuova sistemazione della zona presbiteriale della chiesa dedicata alla Madre di Dio. La mia soddisfazione è motivata dal veder realizzato in maniera più bella e significativa del progetto originale un’idea che è nata nel confronto con il parroco don Carlos ed i nostri tecnici.

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La missione che ci eravamo dati era di ripensare questa parte della chiesa, senza stravolgerne il valore di chiesa moderna, avendo rispetto di quello che era stato costruito in precedenza. Il presbiterio deve avere un’idea deve comunicare un messaggio: e questo abbiamo fatto con questo intervento realizzato in poco tempo.

L’idea che avevamo in mente era che il tutto esprimesse un pensiero di fede nell’eucarestia, animata e rinvigorita dalla devozione mariana. Centrata su valori come accoglienza, semplicità e il protagonismo della grazia di Dio che a livello architettonico è sempre resa dalla luce o dalla luce dei colori chiari che la evocano così come l’azzurro che è il colore tipico mariano. Questo è il risultato che oggi viene svelato a tutti i fedeli».

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I lavori, attuati con il contributo della parrocchia Santa Madre di Dio e finanziati attraverso i fondi dell’8 per mille, sono stati progettati e diretti da Michele Schiavoni, con la supervisione dell’Ufficio tecnico e l’Ufficio liturgico della Diocesi di Macerata, grazie all’architetto Giacomo Alimenti, e la collaborazione di Matteo Compagnucci e la consulenza di Aldo Tuzio. Ad eseguirli l’impresa edile Simone Paolini in collaborazione con la Eures Arte. I nuovi luoghi liturgici sono stati realizzati dalla Fratelli Giacomi, con il supporto tecnico della ImmobilExpert di Massimiliano Fuser.

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«La prima impressione che ho avuto quando sono entrato nella chiesa Madre di Dio è stata quella di una luminosità eccezionale – ha ribadito il sindaco Sandro Parcaroli – è stata conservata la modernità dello stile di questo luogo di culto con un presbiterio davvero bellissimo ed allo stesso tempo semplice, con dei colori davvero stupendi. Un grazie al vescovo Marconi, ai suoi collaboratori, a chi ha operato per il raggiungimento di questo risultato che restituisce una chiesa ancora più accogliente ai fedeli ed all’intero quartiere».

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La costruzione della chiesa della Madre di Dio iniziò nella primavera del 1978 per concludersi a dicembre del 1979, su progetto dell’architetto Paolo Castelli di cui il prossimo anno ricorreranno i dieci anni dalla morte. A guidare la comunità locale è il parroco don Juan Carlos Munoz.

«La presenza della Fondazione Carima, qui, ha molteplici accezioni di valore. Non è soltanto, infatti, questione di cortesia istituzionale, dettata dalla reciproca collaborazione tra enti che condividono numerosi progetti per il bene comune della nostra comunità. Ma vi è la condivisione anche di un interesse specifico – ha sottolineato il presidente della Fondazione Carima, Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi – La Fondazione, in virtù del suo stesso dna, è sempre stata attenta ai processi culturali che si svolgono sul proprio territorio di riferimento.

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L’intervento condotto nella chiesa della Santa Madre di Dio dalla Diocesi di Macerata pone in primo luogo il tema, magistralmente affrontato da Paolo VI nel 1964 con il memorabile “Discorso agli Artisti”, del necessario rapporto tra la sacra liturgia e l’arte contemporanea, sottolineando allora la comune missione di rendere accessibile il mondo spirituale e di portare bellezza e verità nel mondo, contrastando la disperazione e l’effimero. Il fatto che questa chiesa non abbia compiuto il 70esimo anno di età non permette, formalmente, di considerarla un bene culturale, ma certamente è un’opera di architettura, che reca la firma di un figlio illustre della nostra terra, l’architetto Paolo Castelli.

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La Fondazione Carima, in collaborazione con la Fondazione per l’Architettura di Macerata e l’Ufficio per i Beni culturali e l’Edilizia di culto della Diocesi di Macerata, sta lavorando fin d’ora perché nel prossimo anno, nel decennale della scomparsa dell’architetto, la sua figura e la sua produzione artistica possano essere convenientemente ricordate, con iniziative culturali di alto profilo». Subito dopo l’inaugurazione monsignor Nazzareno Marconi ha presieduto la celebrazione eucaristica, con il rito di dedicazione del nuovo altare.

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