“No discarica Macerata” arriva a mille firme:
«Depennare i siti di Botonto e Cervare»

RIFIUTI - Il presidente del comitato, Giovanni Vagni: «Le strade non sono idonee a sostenere il traffico dei mezzi pesanti. Per renderle adeguate servirebbero lavori imponenti e taglio di piante»

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di Francesca Marsili

Il comitato “No discarica Macerata” ha raggiunto mille firme: «Chiediamo che vengano depennati i probabili siti di Botonto e Cervare: le strade non sono idonee o peggio ancora inesistenti, inoltre si tratta di una decisione che ignora completamente l’evoluzione vissuta dall’area negli ultimi anni, ci sono attività agrituristiche, coltivazioni biologiche, giovani famiglie che hanno scelto di vivere qui e la vallata va preservata». Proprio sulla base delle molteplici criticità evidenziate dal comitato, stamane nella sede del circolo 3P di Cervare dove il gruppo ha organizzato il punto stampa, un cartello interrogava: «E tu, ce la vedi una discarica qui?».

Sono mesi infatti che il gruppo di cittadini si mobilita contro l’ipotesi di una nuova discarica nel territorio di Macerata: «La consulenza redatta dall’università Politecnica delle Marche definisce una graduatoria – premette il presidente del comitato, l’avvocato Giovanni Vagni -, tra i vari siti papabili, al primo posto c’è l’area Botonto e al quinto l’area Cervare».

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Giovanni Vagni

Da mesi il gruppo di cittadini ha avviato ha una serie di verifiche tecniche e istituzionali. «Abbiamo controllato gli atti, comunicato la nostra posizione al sindaco di Macerata e stilato un’analisi tecnica dettagliata – aggiunge Vagni  – che evidenzia una lunga serie di criticità».

Su tutte la viabilità: «Il problema principale, ma non solo – sottolinea il presidente – è il fatto che per un eventuale sito di Botonto le strade per accedere all’area non sarebbero adeguate a sostenere il transito dei mezzi pesanti previsti da un impianto di quel tipo.

Nel progetto si ipotizza il passaggio di autotreni giornalieri lungo un percorso che interessa l’uscita della superstrada a Piediripa, via Bramante, semaforo incrocio Cimitero, via Pancalducci, corso Cairoli, rotatoria Sferisterio, via Pantaleoni, via Della Pace, contrada Alberotondo e infine Botonto.

Si tratta di strade con un elevato livello di traffico, che riguardano parte delle arterie principali della città e inoltre anche strade con elevata pendenza e ridotta larghezza della carreggiata. Per allargare la piccola strada di contrada Botonto -prosegue – si dovrebbe fare un lavoro imponente con il taglio di piante secolari e se si volesse passare da un’altra parte, semplicemente la strada non esiste, le soluzioni previste non sono né realistiche né tantomeno realizzabili».

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Vista della discarica

Il comitato evidenzia anche altre aspetti a loro avviso trascurati, che riguardano la presenza di risorse idriche sotterranee, fossi e numerosi pozzi attivi «che verrebbero irrimediabilmente compromessi, con il rischio di danneggiare una vallata intatta e l’eventuale inquinamento del torrente Trodica – dice ancora Vagni -, le aree risultano estremamente vulnerabili e soggette a fenomeni franosi, alluvioni o altri eventi meteorologici estremi. Inoltre non si può trascurare la presenza di terreni circostanti tutti regolarmente coltivati, di numerose aziende agricole attive nella filiera biologica oltre a numerose strutture ricettive». Per il comitato rilevante è anche l’impatto visivo delle discariche: «Le aree sono visibili da una zona molto ampia ed anche a distanze rilevanti, come da via Due Fonti, che dista circa 7  chilometri, dal parcheggio di via Paladini-Sferisterio, che dista circa 5,4 chilometri, da un lungo tratto della Strada Provinciale 10 (Le Vergini-Morrovalle) e della Strada Provinciale Potentina; quest’ultime strade posizionate lungo territori caratterizzati dal tipico paesaggio delle campagne maceratesi fatto di piccoli appezzamenti estremamente curati e di crinali con ampia veduta panoramica, che ne fanno un “unicum” di elevato valore paesaggistico».

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Non di poco conto per comitato No discarica Macerata anche il fatto che in zona sono stati portati alla luce dei reperti che delineano un’area di interesse archeologico e le aree sono sostanzialmente adiacenti sia il Cammino Lauretano sia la via ciclopendonale in fase di realizzazione e nelle immediate vicinanze del Seminario Diocesano Redemptoris Mater, che riceve annualmente migliaia di visitatori provenienti da tutte le parti del mondo. «Sappiamo che una protesta non è mai comoda – conclude il comitato attraverso la voce del presidente – vogliamo aprire un confronto costruttivo e innanzitutto chiediamo perché puntare ancora sulle discariche anziché investire in tecnologie più avanzate?». 

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Vista impatto discarica

 



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